La tortura era iniziata. Dal viso completamente scorticato del
prigioniero, colavano rigagnoli di sangue che andavano a cadere a cateratte sui vestiti malconci. Con le mani legate dietro la
schiena da delle manette e i due militari a guardia di lui, l’uomo
recluso era inerme e ormai rassegnato, con l’umore più che mesto. Solo dalla sua bocca fuoriuscivano a stento frasi a ripetizione
continua.
«Pregare non ti servirà a niente, devi solo darmi le risposte che
cerco, tra le quali la posizione esatta di persone a te note come tuo
figlio Asura.»
Joa era stato diretto, Ptah era senza scappatoie viabili e risolutive.
Non volendo assolutamente rivelargli la presenza del figlio, giunse alla conclusione inevitabile e argentina che non sarebbe uscito
vivo dalla situazione, pertanto sperava che la cosa finisse il prima
possibile.
«Vedo che non hai intenzione di parlare… bene…»
Joa fece un cenno ai militari, i quali a comando ricevuto si apprestarono a caricare le armi e fare fuoco, ma Ptah non diede segni
di paura ma solo di rassegnazione. Dopo due ore di tortura la sua
fine finalmente era giunta e, con la moglie creduta morta, andò
con il pensiero al momento in cui si sarebbero ricongiunti nell’aldilà. Aveva passato tutta la sua vita come addestratore di animali
tra i quali tigri e leoni, e relazionandosi con loro ogni giorno im-
parò a non aver paura della morte. Era riuscito con il suo silenzio
a mettere in salvo suo figlio e sua madre. Questo pensò. Quindi
per cui non aveva rimpianti, se non quello di non essere riuscito
a salvare Liluth da una morte ignobile.
«Signore?» disse uno della milizia, pronto a sparare, mirando alla
nuca di Ptah.
«Aspetta», rispose il generale «devo dirgli un’ultima cosa. Credevi che tua moglie fosse morta, vero? Beh, ti do una bella notizia e
ti informo che è ancora viva, anche se non per molto se non ci dai
quello per cui siamo venuti».
Un barlume di speranza che svanì presto si fece manifesto nel
volto di Ptah. Sapeva a ogni modo che non era intenzione del
generale di lasciarlo andare vivo, e non sapeva che fine avrebbe
fatto la moglie dopo che finivano con lui.
«Ma perché volete così tanto mio figlio?» Dalla bocca di Ptah assieme alle parole uscì una pillacchera di sangue che andò a finire
vicino alla sedia dove era seduto Joa. «È solo un bambino, a cosa
potrà mai servirvi?»
«Beh, visto che ci tieni tanto, ti accontenterò e ti dirò alcune cose
su di lui, ma non credo che uno come te crederà a quello che gli
dirò.» Prese una pausa per bere un altro bicchiere di liquore, poi
guardò negli occhi l’uomo ormai in fin di vita che aveva davanti e disse: «Nelle tue religioni forse non c’è. Ma hai mai sentito
parlare dell’Anticristo?». Ptah restò muto, voleva risparmiare le
ultime energie per dare un ultimo saluto alla moglie se mai si
fosse risvegliata, ma Joa continuò: «Vedi, si dice che nel 2012 sia
nato un bambino dalle fattezze non consone per la sua razza che
avrebbe portato a un cambiamento radicale nel mondo, un bambino che, superata la pubertà, avrebbe avuto poteri inimmaginabili, capace di riplasmare completamente ciò che lo circonda. E
quel bambino è tuo figlio Asura. Per cui ti richiedo: dov’è Asura
in questo momento?»
«Asura è sempre stato un bambino normale, non ha niente a che
vedere con tutto questo…»
«Dimmi: quanti anni ha ora? Quattro o cinque? Beh, vedi è normale che le sue capacità non si siano ancora manifestate… intanto
è ancora troppo giovane… ma già dalla nascita dovrebbe aver
avuto segni particolari, non è così? Come occhi di un colore diverso, non consono, tipo violaceo o altre peculiarità simili.»
Ptah non sapeva come facesse ad avere quelle informazioni e
dove volesse andare a parare Joa, per quello che sapeva suo figlio, a parte quei segni, era sempre stato un bambino normale, sì,
era molto intelligente, ma nessuna manifestazione di potere come
aveva descritto Joa. Decise comunque di ascoltarlo, ormai poteva
fare solo quello.
«E poi vedi, perché si mostrino al mondo le sue capacità è necessario un sacrificio durante il processo di crescita… È necessario
che nel momento culmine tuo figlio decida di uccidere con un
desiderio ben preciso. Questo lo porterebbe sulla via che noi vogliamo…»
«Anche se è vero quello che dici e anche se lo troverete, Asura
non sarà mai un mostro. Conosco il suo cuore e lui è fatto per
portare luce, non per fare cadere il mondo nell’oblio.»
«È vero, è ancora in fase di scelta… Infatti se “gli altri” lo trovassero per primi sarebbe il salvatore, non l’artefice a capo del nostro
nuovo ordine mondiale che stiamo attuando. Mentre se noi lo trovassimo e seguisse le nostre orme, il suo potere crescerebbe a tal
punto da spodestare perfino l’onnipotente ed è questo il nostro
obiettivo… E se tu collaborassi potresti governare al nostro fianco
e vivere felice con tua moglie.»
«Tu vaneggi! E io non accetterò mai di allearmi con uno come te.»
«Capisco, è inutile andare oltre. Bene, se è questo che vuoi, a questo punto non ci servi più.»
Ormai era chiaro, Joa capì che Ptah non si sarebbe mai piegato,
per cui fece di nuovo cenno ai suoi soldati che erano sempre lì,
pronti a fare fuoco. Un colpo alla nuca e il corpo di Ptah si accasciò a terra, in una pozza scura di sangue che si spargeva a macchia d’olio su tutto il pavimento.
«E di lei cosa ne facciamo, signore?»
«Portiamola su Dracon, con i metodi dei nostri “capi” riusciremo
a capire dove sia il bambino.»
«E lui?»
«Lasciamolo qui, non c’è un minuto da perdere, il momento dell’eclissi sta arrivando.
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L'orizzonte Dell'anima - Gli Specchi Della Divinità
FantasíaNelle antiche tavolette sumere ritrovate dagli archeologi si narra che più di 300.000 anni fa, il Dio Enki, propose all'assemblea degli Dei Anunnaki di "marchiare" l'Homo Erectus con l'impronta degli Dei per accellerarne l'evoluzione; ma aveva cosci...