Capitolo 23

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La pioggia cadeva incessante a Los Angeles. Erano le 13 del 26 luglio 2016 e Astrid si apprestava a tornare a casa, sperando che 

i tecnici fossero riusciti a trovare le chiavi che aveva lasciato e 

quindi fossero riusciti a entrare e iniziare i lavori. Poi era impaziente di tornare a casa, dove era più appartata per poter aprire la 

busta chiusa che le aveva lasciato il giornalista misterioso assieme al suo numero. Non era sua intenzione chiamarlo, visto che le 

aveva detto che l’avrebbe fatto lui, salvo situazioni di emergenza 

estrema nella quale Astrid poteva bensì contattarlo senza problemi. La notizia che le aveva dato l’aveva scombussolata, anche se 

non aveva ancora fatto completamente mente locale. Se fosse stato 

vero quello che le aveva detto, la busta avrebbe contenuto informazioni importanti su suo padre. Clark Kent prima di lasciarla le 

confessò che stava lavorando in segreto a una rivoluzione in atto 

e il plico conteneva in parte delle scoperte che aveva fatto il padre 

durante il periodo di assenza. Disse anche che al momento giusto 

le sarebbe servito, ma Astrid non capì molto di quello che le aveva riferito dato che era ignara riguardo a cosa potesse contenere. 

Ma intuì dalla comunicazione degli occhi e quella del corpo che 

si poteva fidare, seppur a darle delle informazioni era uno sconosciuto. Questo perché nei suoi modi c’era sì mistero ma anche 

senso di conforto e rassicurazione, pronti a lasciare il posto a un 

animo combattivo e balioso nel caso ce ne fosse stato bisogno. 

Questa era l’impressione che Clark le aveva dato, decidendo così 

di dare credito alle sue parole.

Prima di andare via Astrid andò a salutare la sua amica Taylor, 

che stava servendo al tavolo a fianco il pranzo a un ragazzo sulla 

trentina, con il capellino avente delle ventole integrate per fare 

aria e la maglietta commemorativa dell’anniversario di Mazinga 

Z. Il classico nerd pensò, più attento ai colori dei pixel dello schermo del proprio computer piuttosto che agli occhi sognanti di una 

ragazza. Infatti era così. Taylor che era intenta ad appoggiargli il 

piatto con quello che aveva ordinato dovette cercare spazio nel 

tavolo, tra il marasma di apparecchi tecnologici e gadget che il 

ragazzo ci aveva appoggiato sopra. Era pronta a rovesciargli in 

testa tutto il suo pranzo se non fosse stato per Astrid. 

«Ferma, cosa fai?» 

«Questo qui mi sta facendo innervosire, è tutta la mattina che sta 

attaccato con le cuffie ad ascoltare musica e a navigare sul PC… 

sembra una macchina… Ehi, scusa?! Vuoi staccarti da lì per un 

attimo?! Ti ho portato la portata che hai chiesto! Ehi, mi senti?» 

Taylor gli diede uno strattone per richiamarlo all’attenzione. 

«Cosa?!» Un balzo a capitombolo dalla sedia fu la reazione del 

L'orizzonte Dell'anima - Gli Specchi Della Divinità Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora