Capitolo 24

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Asura e Kalesh si nascosero nella fossa ai piedi della Sfinge di 

Giza, come Ptah aveva ordinato loro. Stettero lì per tutta la notte durante la quale Asura pregò perché al padre non succedesse 

niente. La nonna cercò di confortarlo in tutti modi, ma il piccolo 

aveva il sentore certo che gli fosse accaduto qualche cosa. Quando tornarono all’accampamento ormai era tutto smantellato o 

distrutto, con le carcasse dei prigionieri rammassate a bruciare. 

Lo spettacolo raccapricciante traumatizzò il piccolo, che iniziò a 

piangere a dirotto per la sofferenza che dovette vivere alla vista 

di ciò che aveva davanti. 

«Oh, santo dio!» Kalesh, che aveva intravisto il corpo del padre 

e supponendo che anche la madre avesse fatto la stessa fine, fece 

voltare suo nipote perché non se ne accorgesse e non vedesse più 

quell’orrore. Poi, dopo avergli rivolto parole di conforto, stringendolo fortemente a sé gli prese la mano. «Andiamo ora.» 

«Ma papà dov’è?» 

«Amore mio… vedi… ora tuo padre è in un posto più felice assieme a tua madre.» 

«Li rivedrò mai i miei genitori?» disse singhiozzando. 

«Sì, piccolo mio. Un giorno, dopo che avrai vissuto al meglio la 

tua vita, sono sicura che li rincontrerai. Per ora però posso dirti 

questo: un giorno il dolore ti porterà alla felicità… non perché 

hai imparato a conviverci, ma perché capirai a quale direzione ti 

sottraeva e, diventando consapevole, avrai la forza propulsiva per 

dirigerti verso la direzione dei tuoi desideri. Lo capisci, piccolo 

mio?» 

«Sì…» Asura rispose quasi catatonico, aveva spento ogni emozione per non soffrire. La nonna non sapeva come ci riuscisse, 

visto che anche lei non si reggeva quasi in piedi per la morte del 

figlio. Cercò di tirarlo nuovamente su di morale, stringendolo di 

nuovo al petto. Con voce dolce gli rivolse le ultime parole, prima 

di partire insieme. 

«Fatti coraggio, figliolo… e dirigiamoci verso un nuovo inizio, qui 

non c’è più niente per noi.» 

I due si incamminarono lungo una stradina per il deserto, contrassegnata dalla sabbia gemmea, alla luce soffusa del tramonto. 

Kalesh non sapeva il motivo di quel massacro, ma aveva capito 

per suo intuito che Asura era al centro di tutto e che da lì in poi 

sarebbe stato messo alla prova duramente; ma era consapevole 

che con la luce della quale il giovane era avente, il deserto che 

si era formato dentro di lui un giorno si sarebbe trasformato in 

specchi a riflesso della divinità in ognuno di noi.

L'orizzonte Dell'anima - Gli Specchi Della Divinità Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora