Asura e Kalesh si nascosero nella fossa ai piedi della Sfinge di
Giza, come Ptah aveva ordinato loro. Stettero lì per tutta la notte durante la quale Asura pregò perché al padre non succedesse
niente. La nonna cercò di confortarlo in tutti modi, ma il piccolo
aveva il sentore certo che gli fosse accaduto qualche cosa. Quando tornarono all’accampamento ormai era tutto smantellato o
distrutto, con le carcasse dei prigionieri rammassate a bruciare.
Lo spettacolo raccapricciante traumatizzò il piccolo, che iniziò a
piangere a dirotto per la sofferenza che dovette vivere alla vista
di ciò che aveva davanti.
«Oh, santo dio!» Kalesh, che aveva intravisto il corpo del padre
e supponendo che anche la madre avesse fatto la stessa fine, fece
voltare suo nipote perché non se ne accorgesse e non vedesse più
quell’orrore. Poi, dopo avergli rivolto parole di conforto, stringendolo fortemente a sé gli prese la mano. «Andiamo ora.»
«Ma papà dov’è?»
«Amore mio… vedi… ora tuo padre è in un posto più felice assieme a tua madre.»
«Li rivedrò mai i miei genitori?» disse singhiozzando.
«Sì, piccolo mio. Un giorno, dopo che avrai vissuto al meglio la
tua vita, sono sicura che li rincontrerai. Per ora però posso dirti
questo: un giorno il dolore ti porterà alla felicità… non perché
hai imparato a conviverci, ma perché capirai a quale direzione ti
sottraeva e, diventando consapevole, avrai la forza propulsiva per
dirigerti verso la direzione dei tuoi desideri. Lo capisci, piccolo
mio?»
«Sì…» Asura rispose quasi catatonico, aveva spento ogni emozione per non soffrire. La nonna non sapeva come ci riuscisse,
visto che anche lei non si reggeva quasi in piedi per la morte del
figlio. Cercò di tirarlo nuovamente su di morale, stringendolo di
nuovo al petto. Con voce dolce gli rivolse le ultime parole, prima
di partire insieme.
«Fatti coraggio, figliolo… e dirigiamoci verso un nuovo inizio, qui
non c’è più niente per noi.»
I due si incamminarono lungo una stradina per il deserto, contrassegnata dalla sabbia gemmea, alla luce soffusa del tramonto.
Kalesh non sapeva il motivo di quel massacro, ma aveva capito
per suo intuito che Asura era al centro di tutto e che da lì in poi
sarebbe stato messo alla prova duramente; ma era consapevole
che con la luce della quale il giovane era avente, il deserto che
si era formato dentro di lui un giorno si sarebbe trasformato in
specchi a riflesso della divinità in ognuno di noi.
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L'orizzonte Dell'anima - Gli Specchi Della Divinità
FantasyNelle antiche tavolette sumere ritrovate dagli archeologi si narra che più di 300.000 anni fa, il Dio Enki, propose all'assemblea degli Dei Anunnaki di "marchiare" l'Homo Erectus con l'impronta degli Dei per accellerarne l'evoluzione; ma aveva cosci...