Capitolo 27

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Nell’ultimo tempo passato assieme a sua nonna, il giovane Asura 

fu molto taciturno. Con la morte certa del padre e quella presunta di sua madre, il bambino aveva perso la sua voglia di vivere. 

Sì, ogni tanto manifestava ancora eccessi di energia fuori dal comune ma, man mano che passava il tempo, i casi erano diventati 

sempre più sporadici. La nonna Kalesh ormai avanti con gli anni 

soffriva di salute oltre che di mal di cuore, e questo la preoccupava, visto che non sapeva per quanto avrebbe potuto continuare 

a prendersi cura di suo nipote. Seppur anziana, aveva deciso di 

non tornare al circo e farsi aiutare dalla troupe a crescere il pargolo, perché aveva il sentore che chi aveva ucciso suo figlio anni 

prima cercasse anche loro, e non era quindi conveniente rientrare in un gruppo continuamente esposto al pubblico e facilmente 

rinvenibile. I due superstiti avevano deciso di accamparsi con 

una tenda dalle dimensioni ridotte e in condizioni precarie, lungo un fiumicello passante ai margini di edifici edificati alle periferie del Cairo. Per vivere chiedevano l’elemosina. Racimolavano 

poco, e con i pochi spiccioli che avevano potevano andare avanti 

solo di pane e acqua. A volte. Altre invece, quando la carità non 

funzionava, il giovane Asura per prendersi cura della nonna era 

atto in piccole azioni di furto e, quando andavano a buon fine, 

riusciva a portare a casa del cibo più sostanzioso, sufficiente per 

2 o 3 giorni. 

Quelle occasioni ormai rare, data la stanchezza perenne del bambino, erano motivo di festeggiamento. Davanti a un piccolo fuoco, mentre mangiavano il cibo che erano riusciti a procacciarsi, 

Kalesh raccontava a suo nipote le storie degli albori dell’uomo e 

della sua prima comparsa sulla Terra. In esse però, non erano riportate le stesse cose dei libri di storia. Nelle sue trame erano narrate vicende di esseri alieni dai poteri divini, provenienti da altre 

dimensioni, che tramite la manipolazione genetica avevano alterato l’evoluzione di molte creature viventi che abitavano la Terra 

a quei tempi, tra cui l’antenato dell’uomo, la scimmia. Kalesh gli 

raccontò di come gli Annunaki, gli dei originali, per salvare il 

proprio popolo da un cataclisma naturale, a causa di un collasso 

nell’atmosfera del pianeta nativo, Nibiru, decisero di andare alla 

ricerca del materiale prezioso che li avrebbe salvati. Dopo varie 

spedizioni sbarcarono più di 450.000 anni fa sul nostro pianeta 

trovando il materiale che stavano cercando. E così, con il susseguirsi fatidico degli eventi cominciò il tutto, portando anche alla 

nascita del primo uomo e della prima donna. 

A ripetizione Kalesh raccontava al piccolo questa prima premessa, 

ma non riusciva ad andare mai oltre. Quando cominciava a raccontare le vicende personali degli dei come l’innamoramento di 

Dumuzi, il dio pastore, e la principessa Inanna, inspiegabilmente 

Asura, se prima era entusiasta e la sommergeva di domande, arrivati a quel punto si incupiva chiedendo a tutta voce di smettere, 

poi andava a coricarsi tenendo il broncio. Kalesh si stupiva ogni 

volta di come si comportava, ma con il tempo, osservandolo in 

silenzio, capì dalle sue reazioni che la storia in questione, seppur 

arrivata sempre in fase aurorale prima di interrompersi per non 

farlo arrabbiare, aveva un effetto molto insigne sul suo animo, 

come se da quel punto vivesse sul personale quello che sentiva 

dalle orazioni della nonna. Per lei, quello che lui provava nell’intimo riguardo a ciò rimase sempre un mistero, ma altre persone, 

che si stavano avvicinando sempre più a loro, sapevano molte più 

cose sul conto di Asura e sulla sua vera natura che potevano dare 

una spiegazione a tutto ciò. Da chiedersi però era come avrebbe 

reagito il bambino una volta scoperto chi realmente fosse.

L'orizzonte Dell'anima - Gli Specchi Della Divinità Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora