Capitolo 28

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Come la sensitiva della Fratellanza aveva loro indicato, il giovane 

fu trovato alle periferie del Cairo, mentre stava giocherellando 

con un ciondolo che aveva al collo. Vedendolo e confrontando-

lo con una foto che avevano portato con sé, Michael e Astrid si 

rallegrarono tra di loro, presupponendo che fosse lui e che erano 

stati i primi a trovarlo. Dopo essersi avvicinati, la prima parola 

fu di Astrid che si rivolse al profugo con modi semplici, gentili e 

plenari di rassicurazione, per non spaventarlo.

«Ciao! Come va? Io sono Astrid… Astrid Bergès.» 

«Ciao» accolse in risposta alla ragazza. 

«Sembra che tu abbia fame… vuoi un po’ di falafel? Sono ancora 

caldi…» 

«Sì certo… ma voi chi siete?» disse il bambino mentre mangiuc-

chiava, osservando anche il ragazzo che era dietro di lei. 

«Beh, lui è Michael, è il mio partner… invece, se posso saperlo, tu 

come ti chiami?» La giovane ovviamente conosceva il suo nome, 

ma per non compromettersi e per iniziare a instaurare un rapporto di fiducia reciproca, se lo fece dire da lui. 

«Io mi chiamo Asura…» 

«Che bel nome che è Asura… lo sapevi che in sanscrito significa 

“respiro vitale”?» disse Astrid sorridendogli e facendogli una 

lieve carezza sul viso. La sua ultima mossa poteva essere azzardata, dato che per lui era ancora una sconosciuta, ma vedendolo giù di morale non poté fare a meno di devolvere quel fausto 

gesto. 

«E poi nella mitologia etrusca gli Asura sono una classe di dei 

molto potenti» aggiunse Michael, mentre appoggiava anche lui 

una mano sul capo del piccolo per accarezzarlo. Radiava calore 

e proponimento rasserenatore, pertanto non ricevette reazioni di 

ricusa da Asura, al contrario, egli sembrava accettasse di buon 

grado la loro compagnia. 

«Come mai sei così giù? E soprattutto, sempre se possiamo chie-

dertelo, come mai sei solo?» chiese Astrid preoccupandosi. 

«Mi sento così perché sto pensando a mia madre che non c’è più… 

Comunque non sono solo, sto aspettando mia nonna che ora è 

andata a prendere delle provviste al mercato qui vicino, anche se 

non saranno molte, visto i pochi soldi che abbiamo.» 

«Ti va se la aspettiamo qua insieme a te? E magari ci racconti 

un po’ la tua storia?» propose Michael che era rimasto in piedi. 

Anche lui era preoccupato. Scrutando l’orizzonte, si chiese tra sé 

quanto tempo avrebbero avuto prima che gli oppositori alla loro 

causa si fossero fatti vivi.

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