Così, Asura raccontò la sua storia ai due giovani, che lo stettero ad ascoltare con forte trasporto e partecipazione, anche se sapevano già quelle cose. Stava arrivando una tempesta di sabbia,
perciò vennero invitati dentro la tenda dove abitava. L’interno era
praticamente privo di ogni utensile. Solo una lampada all’olio e
due brande erano presenti, mentre le superfici della tenda di color marrone erano ricoperte qua e là di buchi. Non era un ottimo
riparo ma era quello che il giovane poteva offrire a loro.
«Scusatemi per l’abitazione poco ospitale» disse.
Astrid si era seduta sul bordo di uno dei due letti, mentre Michael
rimase in piedi, tenendo socchiuso con le dita il telo che faceva
da entrata.
«Non ti preoccupare Asura, per noi va bene e poi abbiamo un po’
di fretta… appena finirà questa tempesta ce ne andremo.»
«Andate via? E perché? Tra poco mia nonna sarà qui e vi offrirà
qualche cosa da mangiare se avete fame… E poi ho piacere della
vostra compagnia, è da molto che non parlo con qualcuno oltre
lei.»
Michael non rispose, restò in silenzio. Era pensieroso. Grazie agli
insegnamenti ricevuti durante l’addestramento con la Fratellanza
del Serpente aveva imparato a seguire il suo intuito, e in quel momento aveva il sentore che la loro controparte era già arrivata e
si stava avvicinando. Quindi restò in allerta, buttando fuori ogni
tanto uno sguardo, per non farsi cogliere impreparato. Rivolse
dei labiali ad Astrid e lei, comprendendo, parlò in modo diretto
ad Asura: «Piccolo, noi dobbiamo andare, ma diversamente da
quello che hai capito per “noi” intendiamo anche te.»
«In che senso anche io? Io abito qui ora… e devo aspettare mia
nonna. A momenti sarà qui.»
«Non riusciamo a spiegartelo in poche parole, ma per il tuo bene
è meglio che vieni con noi… Le stesse persone che hanno ucciso
tuo padre ti stanno cercando… e se resti qui ti prenderanno, facendo di te quello che vogliono.»
«E voi come fate a saperlo? Chi siete voi realmente?»
«Non c’è tempo per le spiegazioni in questo momento, ma ti prometto che quando saremo in un posto sicuro ti daremo tutte le
spiegazioni che vuoi. Ma ora ti devi fidare, piccolo.»
«Io non vengo senza mia nonna… io non vengo senza Kalesh.»
«Credo che per tua nonna ormai sia troppo tardi» disse d’un tratto Michael, addolorato. Tra le capacità che era riuscito a sviluppare nei due anni passati, c’erano anche quelle di percepire l’aura
delle persone e riuscire a vedere i legami affettivi che uniscono
l’uno con gli altri. E quello di Asura con sua nonna si era appena spento, anche se l’immagine del suo ricordo fosse ancora viva
dentro lo spettro emotivo del giovane.
«In che senso è troppo tardi?» chiese Astrid. La ragazza non riusciva a vedere quello che vedeva Michael, seppur anche lei aveva
acquisito capacità paranormali nei due anni passati.
«So solo che sono arrivati già da lei e che sono diretti qua. Dobbiamo sbrigarci ad andarcene!»
Per Asura era ancora tutto confuso, ma per qualche strano motivo scoppiò in lacrime e i suoi occhi cominciarono a cambiare dal
verde acqua che l’avevano caratterizzato negli ultimi anni al loro
colore originale, il violetto akashico.
«Oh oh… qui mi sa che abbiamo un problema Michael!»
«Perché?!»
«Sembra che i suoi poteri si stiano risvegliando e non come vorremmo che fosse…»
«Merda, questa non ci voleva… ma ora dobbiamo andarcene in
più fretta possibile. Forza, prendilo in braccio e andiamocene da
qui!»
Il volto di Astrid d’un tratto divenne pallido. Era rivolta con lo
sguardo verso il viso di Michael, ma riuscì comunque a intravedere con la coda dell’occhio una mano verdognola ricoperta di
squame, come la pelle di coccodrillo, calare sulla spalla del suo
partner.
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L'orizzonte Dell'anima - Gli Specchi Della Divinità
FantastikNelle antiche tavolette sumere ritrovate dagli archeologi si narra che più di 300.000 anni fa, il Dio Enki, propose all'assemblea degli Dei Anunnaki di "marchiare" l'Homo Erectus con l'impronta degli Dei per accellerarne l'evoluzione; ma aveva cosci...