Capitolo 1

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Era il tempo dei giorni persi.

Delle idee e del loro inverso, nel continuo inseguirsi del nulla.

A pensarci oggi, in realtà era un non-tempo.

Perchè nessuno dei mille e ancora mille fatti erano tali, se non nel loro misero affollarsi.

Ed il perdermi dietro a quel frenetico niente mi rendeva altro e distante dal cuore della vita, e dalla pace di chi si sente al proprio posto, e ci sta bene, quasi tutti, che ognuno poi ha le sue nostalgie, e i sogni traditori.

In un momento indefinito di un giorno freddo e rabbioso di dieci anni fa, accadde un fatto terribile che solo ora intuisco nel lento fluire del tempo e dell'anima.

Pioveva da tre giorni di una pioggia lenta e snervante come il brusio del corridoio dietro la porta con le ombre degli altri che passavano e passavano e parlavano, di cose.

Hoppipolla suonava lento sul notebook, mentre vagavo sulle colline fredde dell'Islanda col cuore a mille.

Improvvisamente entrò Luisa, la più bella - avvocato, cosa fa vicino alla finestra, con questo tempaccio ?

-Oh Luisa entra, ti prego, no niente, è che questo processo di lunedì prossimo mi sta facendo impazzire, devo firmare qualcosa ?

- No avvocato, sono entrata per dirle che io e Marisa non riusciamo a contattare da stamattina l'avvocato Santacroce, forse lei sa dove si trova...

-Non sarà alla riunione all'Ordine degli Avvocati ? Mi pare di averlo sentito dire che doveva andarci....

-Lo pensavo anch'io, solo che quella riunione è domani e oggi aveva un'appuntamento importante in studio, con quel De Rosa, quello del cantiere sotto sequestro.

La canzone sul pc era finita e ora restava solo il rumore della pioggia fuori.

Dai termosifoni caldi veniva un odore rassicurante ed ipnotizzante, non avevo voglia di scendere dalle colline.

Anche il brusio nel corridoio, insieme alla canzone, sembrava essersi arrestato.

- Avvocato, il fatto è che io sono un po preoccupata e se riuscissi a........

-Luisa, ma perchè diamine continui a chiamarmi Avvocato, ho un nome, e ti ho chiesto tante volte di......

-Lo so che hai un nome, e lo so che mi hai chiesto mille volte di chiamarti per nome, ma.....

Luisa era un punto fisso dell'anima.

Arrivò nello studio poco dopo la mia assunzione, e all'inizio non vi badai.

Era bella di una bellezza altra, lontana, e non badava a noi se non per quello che doveva.

In realtà era di noi tutti la regina, e anche del mio annegare per lei questa è la storia.

CODICE MENHIRDove le storie prendono vita. Scoprilo ora