Michael tirò fuori una Magnum calibro 44, tenuta celata nella
cintura dei pantaloni. Il viaggio d’andata l’avevano fatto con un
trasporto marittimo clandestino e per via di cose non era stato
ispezionato a fondo, così riuscendo a portarla con sé. Lo aveva già
capito che non sarebbe stata una missione facile e lui, previdente, aveva portato la pistola, seppur in cuor suo era cosciente che
non sarebbe stata sufficiente. La Fratellanza del Serpente lo aveva
avvertito dei sicari mandati a prendere Asura, sapeva delle loro
fattezze e delle loro capacità, come sapeva altresì che qualunque
forma di difesa convenzionale era inefficace su di loro. Per di più,
durante la spedizione non doveva dare nell’occhio, in quanto loro
ormai non esistevano più per il mondo e se venivano arrestati si
sarebbero dovuti arrangiare. Ma per quanto fosse possibile doveva tentare almeno di rallentarli.
«Astrid vieni alla guida! Forza!»
«Cosa hai intenzione di fare? E chi tiene fermo il bambino?»
«Legalo con la cintura! E vieni qui davanti, ho una idea per
rallentarli!»
«Con quella pensi di fermarli?»
«Se sono gli esseri di prima direi proprio di no. Ma guadagneremo tempo! Su sbrigati!»
Astrid ubbidì: mise Asura in mezzo ai sedili posteriori e lo legò a
incrocio con le cinture, in modo che subisse meno strattoni possi-
bili, poi andò alla guida della Jeep, mentre Michael, grazie al tetto
capottabile, poté mettersi in una posizione semi-eretta in modo
da avere una posizione ottimale per sparare il colpo. Il veicolo
che li stava inseguendo a tutta velocità era una Hummer nera, e
sembrava blindata. Pertanto Michael decise di sparare alle ruote.
Quelle, al contrario, non erano antiproiettile e il ragazzo era certo
che la potenza del colpo della Magnum calibro 44 avrebbe fatto
il suo dovere.
«Astrid, ascoltami, quando ti dirò di frenare e svoltare a sinistra,
fallo»
«Ok!»
«Ma solo quando saremmo in prossimità di quel dosso che abbiamo a pochi metri davanti!»
«Ma che idea hai?»
«Ho intenzione di colpirli a una ruota mentre sono intenti a svoltare, così, perdendo il controllo del veicolo quando saranno vicini
al masso, andranno a schiantarsi contro e noi potremo trovarci
un riparo strategico!»
«Per quello ho già una idea pure io… e che forse salverà la vita
per di più di Asura!»
«Non so che intenzioni hai, ma ci penseremo dopo, ora stai pronta!»
Quando furono vicino al grosso masso Michael diede cenno ad
Astrid di frenare, ma prima di poter mettere in atto il suo piano
un evento sconcertante si compì: dal cielo, che si era oscurato
ulteriormente, con le nuvole violacee agglomerate sempre più,
cominciarono a scendere fulmini di luce blu e, con loro sbigottimento, uno di questi colpì l’Hummer dei loro inseguitori, provocando un frastuono talmente assordante che mandò in confusione anche Astrid, sbalestrandola dalla guida e facendoli quasi
ribaltare. Con la Jeep fuori uso, Michael balzò subito fuori dal
mezzo. «Dio santo!» disse. Guardò il cielo… la tempesta di fulmini da come si mossero le nuvole sembrava in procinto di pre-
pararsi a un’altra scarica… Pregò di avere tempo a sufficienza
per mettere tutti in salvo, poi corse ad aprire la porta d’entrata
del posto del guidatore.
«Astrid… tutto bene amore?»
Era ancora incredula e stordita per quello che era appena successo. «Sì, credo di sì… ma bada ad Asura… non vorrei che…»
«Ok, verifico subito.» Dopo di che Michael aprì anche la porta
posteriore della Wrangler ma non prima di verificare che i loro
inseguitori fossero fuori gioco. L’Hummer, che era a un centinaio
di metri da loro era saltata in aria e i suoi resti in fiamme, sparpagliati qua e là, lungo tutta la zona desertica circostante. Dei mandatari non c’era traccia. Ma Michael era inquieto mentre verificava lo stato di salute di Asura. Lui sapeva che sarebbero arrivati
degli altri al loro inseguimento appena la tempesta fosse finita.
«Asura è ancora vivo, ma le sue condizioni stanno peggiorando…
poi non possiamo stare qui in mezzo a questo cataclisma, dobbiamo trovare un riparo… quindi, amore… è il momento di dirmi il
piano che avevi in mente e alla svelta, se possibile.»
Astrid scese dalla macchina velocemente, e per poco sveniva.
Aveva preso un brutto strattone e si massaggiò il collo mentre si
avvicinava a Michael, per cercare di distendere i muscoli doloranti. Parlò con tono estenuato, ma si sforzò comunque di essere
chiara e concisa: «Michael, prendi in braccio Asura e dirigiamoci
verso le piramidi di Giza.»
«E perché proprio lì?» Erano più vicini alla sfinge che alle piramidi, perciò si chiese come mai dovevano dirigersi là, facendo
più strada e con il rischio di venire coinvolti in un’altra scarica di
fulmini. In quel frangente, ogni minuto che passava decretava se
dovevano vivere o morire.
«Perché, Michael, innanzi tutto avremo così un riparo e, cosa più
importante, se andiamo là potremmo curare Asura… ne sono
certa.»
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L'orizzonte Dell'anima - Gli Specchi Della Divinità
FantasyNelle antiche tavolette sumere ritrovate dagli archeologi si narra che più di 300.000 anni fa, il Dio Enki, propose all'assemblea degli Dei Anunnaki di "marchiare" l'Homo Erectus con l'impronta degli Dei per accellerarne l'evoluzione; ma aveva cosci...