Michael, che portava in braccio Asura, e Astrid riuscirono ad arrivare miracolosamente illesi alle piramidi. Senza essere coinvolti
in un’altra tempesta di fulmini. Ma il cielo stava cominciando a
baluginare più di prima e sembrava esserci in procinto un’altra
scarica, più violenta di quella precedente.
«E ora?» chiese irrequieto Michael, guardando in alto e vedendo le nubi agglomerarsi sempre più. «Cosa hai intenzione di fare
Astrid? Qual è il tuo piano? Tra poco si scatenerà l’apocalisse,
e non so proprio cosa tu abbia in mente per metterci in salvo…
quindi… parla.»
«Ascolta Michael…», disse Astrid con tono icastico, «dobbiamo
dirigerci verso il selciato di pietra della piramide di Chefren… È
lì che si trova…»
«Che si trova cosa?» chiese Michael insofferente. Non vedeva l’ora
di togliersi da lì. Avevano i minuti contati.
«Tu seguimi!» Poi, localizzata, Astrid si diresse con passo accelerato verso la piramide, ma con fatica riuscì a intravedere
l’entrata.
Nel mentre, si era finanche sollevato un polverone di sabbia, a
presagio molto concreto dell’avvicinarsi del cataclisma.
«Dov’è? Maledizione!» inveì la ragazza.
«Astrid! Cosa stai cercando, si può sapere?
«L’entrata!»
«Sì, questo l’ho capito… ma per cosa?»
«Eccola!»
Finalmente si schiarì la visuale dalla tempesta di sabbia che si era
innalzata con veemenza, e davanti a loro si rivelò sulla superficie
della strada rialzata una piattaforma a forma di mastaba.
«Quella lì?» chiese Michael che appariva affaticato più del dovuto. Per qualche motivo il peso di Asura sembrava aumentare smisuratamente con il passare dei minuti.
Notandolo, quando furono sul ciglio dell’entrata, Astrid si fermò
e si rivolse al suo partner per un attimo: «Prima di entrare vuoi
fare il cambio?».
«No grazie», replicò il ragazzo, «però non so perché mi sembra
diventi sempre più pesante…». Il tono di Michael era affannato.
«Forse, però, credo sia solo la fatica a parlare…»
«Comunque, ora come ora tu non riusciresti a reggerlo. Piuttosto
dimmi: perché siamo qui? Se non erro questa è una mastaba… e
sempre se non erro è l’entrata di un pozzo… quindi, Astrid, come
mai dobbiamo entrarci?»
La ragazza sorrise divertita. Poi rispose con un certo tono acidulo
ma non privo di affettuosità: «Michael, Michael… se non ti facevi
espellere durante le lezioni avresti saputo dove siamo…»
Divertito il suo fidanzato dibatté: «Senti professorina… è da un
po’ che mi tieni all’oscuro. Non è il momento di dirmi qual è il
tuo piano invece di tirarla per le lunghe?»
Michael si stava avvicinando per baciarla. Ma Astrid lo bloccò
con la mano destra. Voleva portarlo all’attenzione di un fatto che
stava accadendo proprio sotto i loro occhi.
«Michael! Guarda il corpo di Asura!»
«Come scusa?» domandò in risposta. Asura era legato dietro alla
sua schiena e sorretto dalle sue mani, poste sotto le gambe del
bambino, perciò non riusciva a vederlo.
«Guarda Asura, Michael!» ripeté la ragazza. «Come pensavo, il
suo corpo sta reagendo al luogo… e sta tornando a illuminarsi di
luce viola!» Il tono di Astrid era euforico.
«Come scusa?!» Michael appoggiò Asura per un attimo giù dalla sua schiena. Voleva vedere anche lui con i suoi occhi quello
che stava succedendo. «Cazzo, questa non ci voleva! Astrid! E ora
cosa facciamo? Se si ripete quella cosa di prima siamo spacciati…
Aspetta, perché sorridi?»
Astrid rispose in allegria, sotto il viso incredulo e spaventato del
ragazzo. «Non ti preoccupare… non accadrà.»
«Ma… come fai a esserne certa?»
«Perché, vedi, con questa cosa che gli sta appena succedendo abbiamo la prova che Asura è più di quello che pensiamo che sia…
e siamo nel luogo giusto per guarirlo.»
«E chi sarebbe Asura, allora? E soprattutto dove siamo?»
«Ascolta, ora non ci troviamo in una tomba qualunque, ma siamo
proprio sopra a quella di Osiride, il dio della resurrezione… E
non ci crederai ma Asura… beh, non è solo l’Anticristo che credevamo… ma come ci avevano spiegato che poteva essere… è
veramente il figlio di Enki, il dio supremo originale e creatore
dell’umanità.
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L'orizzonte Dell'anima - Gli Specchi Della Divinità
FantasiNelle antiche tavolette sumere ritrovate dagli archeologi si narra che più di 300.000 anni fa, il Dio Enki, propose all'assemblea degli Dei Anunnaki di "marchiare" l'Homo Erectus con l'impronta degli Dei per accellerarne l'evoluzione; ma aveva cosci...