I due agenti esortarono i ragazzi a farsi avanti, puntando loro
addosso due fucili AK-47. Con le vicende passate di poco prima
Astrid e Michael capirono subito a cosa miravano, anche se non
sapevano nulla di loro. La situazione nella quale si trovavano era
apodittica. Asura era l’obiettivo, e raggiunto il loro scopo non si
sarebbero fatti scrupoli a toglierli di mezzo. Dovevano pensare e
agire in fretta. Quando entrarono nella stanza della resurrezione
di Osiride, Astrid si trovava con le spalle appoggiate a quelle di
Michael e con gli agenti a 3 metri di distanza, oltre un letto rialzato di pietra che si trovava al centro della sala. La ragazza provò a
comunicare con il suo partner provando a bisbigliare con la boc-
ca, ma lui le fece cenno con la mano di non parlare. Sempre grazie
al suo intuito che l’avvertiva del pericolo, il giovane capì che non
c’era nulla che potessero fare contro i due agenti. Questo nonostante le loro capacità. Perché capì dalla loro aura che erano più
forti di quelli che avevano incontrato prima. E anche se mai fos-
sero riusciti a stordirli con impulsi psichici e a prendergli i fucili,
la cosa sarebbe finita lì. I proiettili delle mitragliatrici scaricati
sulla loro pelle avrebbero sortito lo stesso effetto di come se fosse
stato lanciato un mazzo di fiori di dente di leone. Poco più di una
carezza, per la loro corazza epidermica a prova di proiettile. Le
possibilità per i due ragazzi di salvarsi da quella situazione era-
no insussistenti. I due si prepararono al peggio vedendo l’agente Smith caricare il fucile e prepararsi a sparare. Non si erano detti
niente a parole. Nulla nel tentativo di capire come uscirne. Perché
nulla sarebbe stato utile in quel frangente. Non c’era neanche il
minimo di tensione in Michael. Era consapevole di quello che sa-
rebbe successo, e si prese solo cura di appoggiare per terra Asura
ancora svenuto e abbracciare Astrid per l’ultima volta, prima che
il colpo partisse.
«Mi dispiace tantissimo Astrid, anche con te ho fallito… come
con Irene…» disse Michael.
«Non ti preoccupare, è tutto ok…» rispose Astrid. Anche lei era
tranquilla in modo surreale.
Uno strano senso di sicurezza li conglobava. I due chiusero gli
occhi e aspettarono che la loro sorte fatale si compisse. Sentirono
il rumore del grilletto che veniva premuto, sentirono gli spari,
ma non sentirono l’impatto dei proiettili sui loro corpi. Quando
riaprirono gli occhi, si guardarono in giro. Era semibuio e tutto
attorno a loro era deserto. Non erano più nello stesso luogo. E
poco prima di svenire, notarono che nel punto nel quale Asura
era stato appoggiato, c’era un ragazzo non più di 6 anni ma sui 26.
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L'orizzonte Dell'anima - Gli Specchi Della Divinità
FantasyNelle antiche tavolette sumere ritrovate dagli archeologi si narra che più di 300.000 anni fa, il Dio Enki, propose all'assemblea degli Dei Anunnaki di "marchiare" l'Homo Erectus con l'impronta degli Dei per accellerarne l'evoluzione; ma aveva cosci...