Capitolo 37

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I due agenti esortarono i ragazzi a farsi avanti, puntando loro 

addosso due fucili AK-47. Con le vicende passate di poco prima 

Astrid e Michael capirono subito a cosa miravano, anche se non 

sapevano nulla di loro. La situazione nella quale si trovavano era 

apodittica. Asura era l’obiettivo, e raggiunto il loro scopo non si 

sarebbero fatti scrupoli a toglierli di mezzo. Dovevano pensare e 

agire in fretta. Quando entrarono nella stanza della resurrezione 

di Osiride, Astrid si trovava con le spalle appoggiate a quelle di 

Michael e con gli agenti a 3 metri di distanza, oltre un letto rialzato di pietra che si trovava al centro della sala. La ragazza provò a 

comunicare con il suo partner provando a bisbigliare con la boc-

ca, ma lui le fece cenno con la mano di non parlare. Sempre grazie 

al suo intuito che l’avvertiva del pericolo, il giovane capì che non 

c’era nulla che potessero fare contro i due agenti. Questo nonostante le loro capacità. Perché capì dalla loro aura che erano più 

forti di quelli che avevano incontrato prima. E anche se mai fos-

sero riusciti a stordirli con impulsi psichici e a prendergli i fucili, 

la cosa sarebbe finita lì. I proiettili delle mitragliatrici scaricati 

sulla loro pelle avrebbero sortito lo stesso effetto di come se fosse 

stato lanciato un mazzo di fiori di dente di leone. Poco più di una 

carezza, per la loro corazza epidermica a prova di proiettile. Le 

possibilità per i due ragazzi di salvarsi da quella situazione era-

no insussistenti. I due si prepararono al peggio vedendo l’agente Smith caricare il fucile e prepararsi a sparare. Non si erano detti 

niente a parole. Nulla nel tentativo di capire come uscirne. Perché 

nulla sarebbe stato utile in quel frangente. Non c’era neanche il 

minimo di tensione in Michael. Era consapevole di quello che sa-

rebbe successo, e si prese solo cura di appoggiare per terra Asura 

ancora svenuto e abbracciare Astrid per l’ultima volta, prima che 

il colpo partisse. 

«Mi dispiace tantissimo Astrid, anche con te ho fallito… come 

con Irene…» disse Michael. 

«Non ti preoccupare, è tutto ok…» rispose Astrid. Anche lei era 

tranquilla in modo surreale. 

Uno strano senso di sicurezza li conglobava. I due chiusero gli 

occhi e aspettarono che la loro sorte fatale si compisse. Sentirono 

il rumore del grilletto che veniva premuto, sentirono gli spari, 

ma non sentirono l’impatto dei proiettili sui loro corpi. Quando 

riaprirono gli occhi, si guardarono in giro. Era semibuio e tutto 

attorno a loro era deserto. Non erano più nello stesso luogo. E 

poco prima di svenire, notarono che nel punto nel quale Asura 

era stato appoggiato, c’era un ragazzo non più di 6 anni ma sui 26.

L'orizzonte Dell'anima - Gli Specchi Della Divinità Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora