Qualcuno un tempo disse: c’era una bestia ricoperta da tanta succulenta carne, capace di sciogliersi su tutta la lingua. Altri: c’è
una sorgente gorgogliante che scorre con innumerevoli gusti di
frutta quali meloni di muschio dolce e mango maturo. Signori!
Questa è l’era gourmet dove le persone vengono attirate da innumerevoli possibilità incredibili. E ad Asura si presentò un paesaggio similare: dinnanzi a lui, a paradigma assoluto di appetito
insaziabile, sorgevano le Vanilla Mountains, una serie di dolci al
gusto di vaniglia, menta, cioccolato e montagne di gelato ricche
di sapore e che si scioglievano in bocca. Nella prateria sottostante
invece, dove Asura venne subito trasportato da una forza invisibile, c’erano frutti pieni di carne di maiale, pesce o manzo fritto
col riso e molte altre cose deliziose a base di riso. «Incredibile,
questi sono dei frutti Donburi!» disse Asura. Si catapultò subito
ad assaggiarli, senza pensare troppo a come era finito in un posto simile. Da sempre era stato goloso, e il cibo aveva un effetto
ipnotico sui suoi sensi, facendogli dimenticare degli altri problemi. Gli alberi sui quali crescevano quelle deliziose pietanze non
erano molto alti, perciò Asura non fece fatica a rifornirsi e a rifocillarsi. A ogni morso le sue energie si innalzavano sempre di
più. I ricchi sapori delle varie combinazioni dei frutti avevano la
capacità di risvegliare le sue emozioni più recondite e come un
fiume in piena Asura cominciò a piangere. Suo padre, sua ma-
dre, sua nonna. La consapevolezza delle loro morti si ripresentò
come scoppi di petardi all’unisono e il ragazzo sentì fitte lungo
tutto il corpo, era in prossimità di svenire dal dolore. Ma qualcosa
gli diceva di continuare a nutrirsi e facendo così, man mano che
mandava giù quelle prelibatezze, era come se il dolore, dal grosso macigno che era, si sgretolasse, raffinandosi sempre di più al
punto di diventare sabbia e alla fine del percorso del fiume delle sue emozioni, che avevano cambiato l’ambiente attorno a lui,
c’era una spiaggia. E lì, a ridosso del mare ad aspettarlo c’era una
figura rossa semi-indistinta, con in una mano una tanica di un liquido che sembrava vino, mentre nell’altra una chela di granchio
reale. Asura si avvicinò e l’essere dalle fattezze da orco, alto quasi
3 metri, prima girato di spalle, si voltò verso di lui e lo salutò con
un «Salve…». La sua voce era calda e allo stesso tempo gelida, ma
tonante, come se fosse intenta a rompere gli schemi mentali che ti
impediscono di vedere le cose per come sono, o per come potrebbero essere nel loro potenziale. «Ci si rivede, è da tanto tempo…
vieni, siediti».
Asura, dopo un attimo di sbigottimento, ripresosi riconobbe subito chi fosse: era Red, il demone orco che accompagnò Toriko nelle
sue avventure del manga. Ma essendo una opera di finzione si
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L'orizzonte Dell'anima - Gli Specchi Della Divinità
ФэнтезиNelle antiche tavolette sumere ritrovate dagli archeologi si narra che più di 300.000 anni fa, il Dio Enki, propose all'assemblea degli Dei Anunnaki di "marchiare" l'Homo Erectus con l'impronta degli Dei per accellerarne l'evoluzione; ma aveva cosci...