Miss Bellini

Capitolo 80 - Fuga da casa Berger

Dopo aver riattaccato Helga posò il telefono sul comodino e si passò le mani sul viso cercando di calmarsi e riordinare i pensieri. Dopo aver sentito la storia da Teo e Giulia e dopo aver ascoltato il dolore e la paura di Lisa al telefono, aveva fugato il dubbio di aver fatto un errore di valutazione. Lisa era stata una sciocca ed era ancora arrabbiata con lei per tutta la sofferenza che avrebbe causato a Michael, ma non dubitava più dell'onestà dei sentimenti della ragazza. Lisa aveva combinato un enorme guaio, ma a guidare le sue azioni, oltre a tanta irresponsabilità, c'era stato un fondo di buon cuore.

Non era certa che Michael sarebbe riuscito a perdonarla, e il fatto che avesse fatto tutto quello per aiutare il suo ex non avrebbe aiutato, ma a quel punto non esistevano alternative. Lisa avrebbe dovuto confessare le sue colpe e sperare che Michael riuscisse a perdonarla.

Era successo qualcosa di simile anche tra lei e Adrian.

Nel loro caso il madornale errore che aveva fatto, oltre a incrinare pericolosamente i rapporti con Adrian Berger, le era quasi costato la vita. Loro erano riusciti a superarlo e dopo le cose erano andate meglio, ma non c'era certezza che sarebbe stato lo stesso per Michael e Lisa.

Erano trascorsi cinque mesi da quando lei ed Herr Berger avevano fatto l'amore nella serra. L'autunno si era coperto di neve trasformandosi in un bianco inverno poi il sole era tornato a scaldare l'aria e i prati si erano di nuovo tinti del verde dell'erba di una primavera acerba. Herr Berger aveva continuato a essere inflessibile e rigoroso, come se niente fosse accaduto tra loro. Lui era ancora il padrone e lei ancora una delle cameriere. Non le aveva scontato una sola punizione, né perdonato un solo ammanco. All'inizio Helga aveva atteso, confidando che lui avrebbe trovato presto il modo di stare da solo con lei per fare di nuovo l'amore. Aveva sperato che succedesse ogni volta che si erano trovati soli o che l'aveva punita. E aveva giustificato ogni occasione persa, accampando scuse con se stessa al mancato agire di lui. Ma l'attesa aveva logorato le sue giustificazioni e trasformato l'attesa in frustrazione. Stanca di aspettare si era fatta più sfrontata e meno disciplinata, giusto per provocare una sua reazione. E una reazione c'era stata, ma non quella che si aspettava. Era stata punita severamente, più volte, e non aveva ottenuto nient'altro.

Indispettita aveva cambiato approccio. Aveva preso a frequentare le stalle per farsi fare la corte da un giovane maniscalco e aveva fatto in modo che Herr Berger la cogliesse in flagrante mentre faceva la smorfiosa col ragazzo.

E così era stata convocata nello studio di Adrian Berger.

Era una mattinata fredda e nebbiosa. Fuori dalle grandi finestre della stanza si intravedeva il parco sfumare nella caligine e, appena accennato, il profilo dell'edificio delle stalle. Vicino alla stufa in terracotta si stava bene, ma il resto della stanza era freddo. Helga aveva sempre trovato assurdo che Herr Berger non si fosse piegato all'idea di ammodernare la tenuta e che una parte della casa fosse ancora priva di un moderno impianto di riscaldamento. In quella stanza per esempio, una delle stanze in cui Herr Berger passava più tempo, l'unico modo per scaldarsi oltre al camino era quella vecchia stufa di terracotta che ogni mattina veniva caricata di legna e accesa. Era irritante come l'attaccamento di Adrian Berger al passato trattenesse lei e tutti gli altri dipendenti in quel mausoleo sospeso nel tempo. Guardò i libri stipati nelle librerie che coprivano due delle quattro pareti e la grande scrivania che occupava una buona parte della stanza. Era lì che Adrian Berger l'aveva punita la prima volta. In alto, alle spalle della scrivania c'era il dipinto a olio di sua moglie. La donna a cui Adrian Berger aveva donato il cuore e che non aveva dimenticato. Helga provava sentimenti contrastanti verso di lei. Da una parte si sentiva in colpa a cercare di sottrarle Adrian, dall'altra un certo risentimento per come lei lo trattenesse, impedendogli di vivere quello che era nato tra loro.