Valhalla

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"Posso fare altro per te, Miguel?"
"No, sono a posto, Lyla. Ti ringrazio." Finisco di allacciare la cintura dei pantaloni e transito in cucina per prendere il caffè che mi ha preparato la compagna olografica.

Bevo la bevanda lentamente. È bollente, ma non ci do molto peso. Sono troppo assorto a fissare il soggiorno. Prima il divano, poi le finestre che si affacciano sul panorama mattutino di Nueva York.

"Stai ancora pensando a lei?"

"Lei chi?" Mi rivolgo alla coinquilina intangibile che mi affianca con le mani dietro la schiena.

"Alla ragazza di Downtown." Precisa, mentre io mi allontano per lasciare la tazza sull'isola della cucina.

"No, affatto." Mento, spostandomi all'appendiabiti accanto all'uscio. "Per la verità stavo pensando al cappotto che le ho dato."

Recupero dall'appendiabiti la giacca invernale dalle tinte militari. La stessa che ho indossato quel giorno...

"Se ti manca tanto, perché non scendi di sotto?" Lyla ancheggia nella mia direzione a passo leggero.

"Posso sopravvivere senza quel cappotto." Mi sistemo l'indumento dietro al collo e tiro su la cerniera con un gesto secco.

"Parlavo di Makura, Miguel." Appoggia i palmi in vita e mi rifila un'occhiatina sottile.

Ovviamente l'avevo capito, solo che non mi va di parlarne.

"Non è necessario." Liscio il giubbino sul petto, ricordandomi che due settimane fa la sua testa bionda e dormiente era appoggiata proprio dove sto passando il palmo. "La sua amica mi ha mandato un messaggio, Makura si è ripresa quasi del tutto. Quando lei vorrà incontrarmi, so che si farà viva. Non ho motivo di andare a cercarla prima."

"E se fosse morta?"

"Lyla!" il suo intervento mi sconvolge un attimo prima di imboccare la porta. "Come ti salta in mente di dire cose del genere?!"

"È più che plausibile, Miguel." La donna mi sorride, ma per qualche motivo mi dà uno strano brivido lungo la schiena. "Era messa male quella sera. Una qualunque altra persona sarebbe morta."

"Lei non è una qualunque altra persona, Lyla." Protesto corrucciato. "Sai bene che è molto più forte di chiunque altro. Hai visto con che tenacia è arrivata alla nostra finestra? Di certo non morirà pe-"

"La ami?"

Il quesito della coinquilina mi lascia esterrefatto.

"Che diavolo c'entra questo adesso?" Non riesco a comprendere che razza di ragionamento stia seguendo. Faccio qualche passo verso la mia olo-segretaria. "Sei sicura che vada tutto bene? Non è che hai da fare qualche aggiornamento e ti stai impallando?"

"È possibile che io richieda manutenzione." Risponde tornando con un'espressione allegra.

Io la ispeziono confuso, ma con cura.

"Chiederò a Gabriel se può passare a darti un'occhiata..."

"D'accordo, Miguel." Risponde come se andasse tutto bene.

Faccio un lungo sospiro e mi passo una mano tra i capelli.

"Va bene, cerca di non friggere lampadine o allagare la casa finché non avremo capito che ti succede..." E torno in direzione della porta, raccatto gli occhiali da sole sul mobiletto vicino alla soglia ed esco.

"Buon lavoro, Miguel." La ragazza mi saluta alzando la mano a mezz'aria e la sventola con energia.

"A più tardi, Lyla..." Mi chiudo la porta dietro la schiena e mi viene spontaneo buttare gli occhi al cielo.

Hogar  || Miguel O'HaraxOC ☽Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora