Stare sdraiata in spiaggia con gli occhi chiusi, a godermi il rumore del mare, mentre il sole mi scalda la pelle, è una delle cose più belle degli ultimi anni. Se poi, consideriamo anche la mano che sta stringendo la mia, penso di essere morta e che questo sia il paradiso.
«Mamma!»
Apro gli occhi sospirando. È finita la pace. «Dimmi Marti.»
«Voglio fare il bagno.»
«Ti ho già detto che devi aspettare, abbiamo mangiato nemmeno due ore fa.»
«Ma io voglio fare il bagno ora!» si lamenta, facendo finta di piangere.
«Smettila di fare la bimba capricciosa, Martina!» mi metto seduta.
«Zio.» si mette a piangere e cerca l'approvazione di Ignazio.
«Bimba, ha ragione lei. Se fai il bagno ora, poi ti viene il mal di pancia.»
«Ma io voglio fare il bagno.» continua a piangere come una disperata e si mette in braccio ad Ignazio, che nel frattempo si è seduto.
«Lo facciamo un castello insieme?» le accarezza i capelli mentre mia nipote continua a tenere il viso piantato nel suo collo, sperando di ottenere da lui il consenso che non ha ottenuto da me.
«Io voglio fare il bagno.» piange, capricciosa come al solito.
«Smettila di fare i capricci, Martina!»
«Qui abbiamo una bimba un po' monella e capricciosetta.» afferma Ignazio con un sorriso mentre le solletica i fianchi. «Ha preso tutto da te.» mi guarda.
«Io non sono capricciosa!» gli lancio un'occhiataccia e poi rivolgo lo sguardo altrove. Noto Mattia, che con un braccio sulla spalla della gemella si preoccupa di tenere alla larga quei due ragazzi che puntano Lucrezia. Mia nipote, si tocca i capelli, imbarazzata ma compiaciuta da quelle attenzioni.
«Asia!» mi richiama dopo qualche secondo.
«Dimmi!»
«Che fa Lucrezia?» la guarda imbronciato. L'espressione corrucciata lo rende esilarante. «Eh no!» fa sedere Martina di fianco a me e schizza in piedi, dirigendosi a passo spedito verso Lucrezia, Mattia e quei due ragazzi.
Non sento esattamente cosa dica, ma posso notare i suoi movimenti e gli sbuffi di Lucrezia, contrastati dagli sguardi compiaciuti di Mattia.
«Ma che fa lo zio?» mi chiede Martina, incuriosita.
«Rende la vita di tua sorella un po' più divertente.» cerco, invano, di trattenere la risate quando vedo i gemelli tornare accompagnati da Ignazio. Mattia con un'espressione compiaciuta, invece, Lucrezia scocciata.
«Zia! Digli qualcosa!» Luli si lascia cadere seduta di fianco a me guardando indignata Ignazio.
«Sei piccola per quelle cose! Quei ragazzi non avevano buone intenzioni!» le punta il dito contro il mio bel tenore.
«Zio! Non sono più una bambina! Ho 16 anni!» brontola.
Menomale che siamo quasi soli in spiaggia e nessuno sente questi discorsi al limite della follia.
«Tu sei assolutamente una bambina! Non puoi fare così.» la guarda sconvolto.
«Tu che facevi a 16 anni?» gli chiede piccata. Ha carattere quando vuole la ragazzina.
«Non conta quelli che facevo io a 16 anni. Giravo il mondo, avevo una vita completamente diversa! Tu sei ancora piccola!»
«Zio! Andiamo a fare il bagno?» Martina gli picchietta la mano sulla spalla, interrompendo lo sproloquio di Ignazio.
«Martina! Ti ho detto che è presto!» sbuffo innervosita.
«Ma io voglio fare il bagno.» ricomincia a piangere.
«Ha ragione lo zio! Facevi troppo la scema con quei due!» ci si mette anche Mattia.
«Ignazio!» lo chiamo sbuffando.
«Dimmi.» gira la testa verso di me e mi guarda.
«Com'era? "Amore andiamo al mare con i ragazzi, così ci rilassiamo!"» lo accuso scimmiottandolo. Rilassando un cavolo... sono più stanca di quando siamo arrivati in Sicilia.
«Beh...» fa spallucce e mi trascina sulle sue gambe. «Hai un costume del cazzo.» sussurra al mio orecchio lasciando un bacio sul lobo.
«Zitto.» mi volto e gli stampo un bacio sulle labbra.
«Bella che sei.» esclama sorridente, con una mano posata sulla mia pancia lasciata scoperta dal bikini.
«Tu puoi strusciarti addosso alla zia e io non posso parlare con due ragazzi?» Luli incrocia le braccia sul petto e lo guarda male!
«Io e lei siamo adulti!»
«Io non sono una ragazzina!» si infuria e si mette al cellulare.
«Ma che ho detto?» mi chiede a bassa voce guardandomi senza capire quello che sta succedendo.
«Tranquillo zio! Da quando ha il ciclo è così. Vivono due Lucrezia in lei.»
«Non ho il ciclo!» si infuria ancora di più.
«Mattia!» Ignazio lo guarda sconvolto. Non credo sia ancora sceso a patti con il fatto che i gemelli ormai siano grandi.
«Ragazzi!»
Ci voltiamo e dietro di noi appare Caterina! Finalmente torniamo ad essere tre contro tre.
«Ciao!» la salutiamo tutti in coro e Martina le corre subito incontro iniziando di nuovo a piagnucolare.
«Che succede?»
«Io voglio fare il bagno ma loro non vogliono.» punta il dito contro me ed Ignazio rivolgendole gli occhioni dolci.
«Martina!» la riprendo per l'ennesima volta. «Ti ho già detto che è presto ancora.» sospiro.
«Ti ho comprato questo Marti, che ne dici se io e te ci giochiamo mentre mandiamo loro due a fare un giro?»
«Si! Mandali via! Sono cattivi loro! Non mi fanno fare il bagno.» ci guarda male, per l'ennesima volta.
«Andiamo!» Igna mi mette le mani sui fianchi e mi spinge in piedi per alzarsi dopo di me.
«Ma...»
«Andate Asia! Ci penso io.» Cate ci liquida con un gesto della mano.
«Fate i bravi! Tra 10 minuti veniamo.»
Ignazio intreccia le nostre dita e mi trascina via snocciolando qualche raccomandazione ai tre che mi ritrovo per nipoti.
«Hai una brutta impressione di me se credi che non ci metta nemmeno 10 minuti a farti venire!» apro la bocca per replicare ma il suo commento mi infiamma più di quanto dovrebbe.
«Stai zitto scemo! Ci sentono.» mi imbarazzo all'inverosimile.
«Siamo io, te e il mare di Marsala. Chi vuoi che ci senta? I pesci?!» mi piazza davanti a se e incrocia le braccia sul mio petto, sbaciucchiandomi il collo.
Mi spinge in acqua e nuotiamo fino ad una caletta nascosta agli occhi indiscreti di chi sta sulla spiaggia.
«È fredda l'acqua.» mormoro imbarazzata. Ho troppa voglia di fare l'amore con lui, sono solo troppo imbarazzata per dirglielo.
«Posso dirti una cosa senza che tu vada fuori di testa?» mi chiede guardandomi negli occhi, senza mai distogliere lo sguardo. Mi mangia, mi fa sua, mi incorpora in se stesso, limitandosi a stringere il mio corpo al suo.
«Si.» deglutisco a bassa voce.
«Ti amo.» afferma, senza staccare quei maledetti occhi dai miei. La mia bocca entra in contatto con la sua, so che si aspetta una risposta, ma mi ha preso alla sprovvista, e spero che questo bacio possa fargli capire quanto lo amo anche io.
Successivamente i suoi denti entrano in contatto con la pelle del mio collo, stringendola in una morsa.
«Mi hai appena morsa?» squittisco stringendo le gambe intorno ai suoi fianchi.
«Si.» afferma beffardo, prendendosi gioco di me. «E non provare a fingere che non ti sia piaciuto.» torna a posare i denti sulla mia pelle, questa volta quella della clavicola.
«Sei un po' troppo sicuro per i miei gusti Boschetto.» mormoro infilando le dita nei suoi capelli, anche se ad opporsi alle mie parole c'è un gemito che non sono stata in grado di trattenere.
Emette una risatina tornando a baciarmi, sciogliendo abilmente il laccetto del costume rosso che si posa sulla mia schiena.
Quando i nostri petti nudi – divisi solo dall'acqua fredda di questo mare bellissimo – si scontrano un bisogno profondo di possesso mi si espande nello stomaco. Ho bisogno di sentirlo mio, e di sentirmi sua. Improvvisamente non mi importa di nient'altro, contiamo solo io e lui.
Le sue mani si spostano dalla mia schiena, percorrono una scia immaginaria che le fa arrivare ai glutei che stringe prepotentemente tra le dita.
«Non resisto più.» sospira affannato. «Non ti resisto più.» precisa slacciando gli slip del mio costume che finisce stretto nelle sue mani.
Annuisco soltanto, e in preda al desiderio più folle, gli abbasso i pantaloncini del costume, permettendo – finalmente – alla sua erezione di penetrarmi affondo, stringendo ancora le gambe intorno alla sua vita.
Smette di baciarmi, mentre alterna spinte forti e veloci ad altre più lente e deboli, mantenendo le labbra sulle mie senza distogliere mai lo sguardo.
«Non abbiamo molto tempo.» si lamenta con il respiro affannose tipico di questi momenti. «Ma ti prometto che rimedierò stanotte.» afferma solenne, senza smettere di spingere ma infilando una mano nel posto in cui i nostri corpi si congiungono, andando a stimolarmi con le dita, fino a che entrambi non raggiungiamo l'apice del piacere.
Senza fiato ma appagata nel modo più completo possibile, è così che mi sento mentre riprendo fiato con la testa posata sulla sua spalla ancora scossa dall'orgasmo.*POV Ignazio*
Ringrazio con un sorriso il ragazzo che ci ha appena consegnato le pizze e mi chiudo la porta alle spalle. Poso i cartoni sul tavolo e li apro per distribuire ad ognuno la propria pizza.
«Tieni amore.» metto il cartone davanti ad Asia lasciandole un bacio sulla guancia.
«Grazie.» si volte e mi rivolge un sorriso che mi tremare le gambe e scoppiare il cuore.
«Zia ma quindi tu devi tornare a Buenos Aires?» si interessa Mattia, mentre taglia la pizza.
«Eh si Tia. Ho delle pratiche da chiudere, documenti da firmare...»
«Quando parti?» continua Lucrezia.
«Devo comprare i biglietti.»
«Noi possiamo restare qua?» la guarda di sottecchi.
«No...! Con chi rimanete?!» sgrana gli occhi.
«Con lo zio!» mi guardano.
«Ragazzi, lo zio viene in Argentina.»
«Possono restare con me, se per te non è un problema!» propone mia madre guardando Asia speranzosa.
«No ma non importa che tu ti disturbi.»
«Nessun disturbo Asia, altrimenti non te l'avrei detto!» la guarda con un piccolo sorriso. «Io ne sarei davvero felice.»
«Se per te non è un problema... tanto si tratta di qualche giorno.» acconsente infine, stupendo tutti, me, mia madre e soprattutto i gemelli.
«Non voglio che vai via mamma!» Martina sbatte le manine sul tavolo.
«Amore tranquilla, tu vieni con noi.» le spiega immediatamente Asia.
«No, io non voglio che nessuno vada via!» si impunta la piccoletta.
«Guarda Mimì che voi andate via, ma tornate. Purtroppo!» scherza Mattia.
«Mattia!» lo riprende, infatti, la donna seduta al mio fianco.
«Tranquilla zia! Rimani la mia preferita.» dice Mattia. Stacca un morso di pizza e lo mastica guardando Asia.
«Io non voglio andare via .» esclama Martina, iniziando a sporgere il labbro inferiore prima di scoppiare a piangere come una disperata.
«Bravo deficiente!» Lucrezia gli da una botta sulla spalla guardandolo malissimo.
«Smettetela! Tutti e due!» Asia li fulmina con lo sguardo ed entrambi tornano a concentrarsi solo sulla propria pizza.
«Io non voglio.» Martina continua a piangere disperata, si arrampica sulle mia gambe e si accovaccia sulla spalla, lasciandomi sempre più sorpreso di quanto ci stiamo legando in così poco tempo.
«Come mai non vuoi venire via?» provo a chiederle con un tono pacato, cercando di infonderle calma.
«Perchè no!» singhiozza.
«Hai paura di qualcosa?» le bacio la testa.
«Io non voglio rimanere da sola.»
«Ma non sei da sola, ci siamo noi due.»
«Si ma se quando io non ci sono succede qualcosa a loro due?» mi guarda spaventata. «Se fanno come la sorella della mamma?» sgrana ancora di più gli occhi. «Se muoiono?» chiede terrorizzata svelando il vero nocciolo del problema.
Asia mi guarda terrorizzata. Improvvisamente diveniamo entrambi consapevoli che la morte di Valeria le ha lasciato più strascichi di quello che pensavamo.
«A nessuno di voi succederà niente, Martina. Te lo prometto.» le accarezzo le guance rigate dalle lacrime.
«E a te?» mi guarda terrorizzata.
«Nemmeno a me.» le confermo.
«Okay.» sussurra e posa la testa sul mio petto.
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Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano
Fanfiction-Continuo di "Como estrellas", necessaria la lettura per comprenderne a pieno le dinamiche.- Abbiamo lasciato Ignazio ed Asia separati, entrambi sicuri e decisi di voler voltare pagina, per il bene di tutti. Ma cosa succederebbe se improvvisamente l...