PROLOGO

2 0 0
                                    

Come tutte ebbe inizio...

In principio non esisteva nulla.
Né terra né cielo, né mare né spiagge, non v'erano piante né erba, vi era solo il caos, un immenso abisso, un baratro infinito, vuoto, oscuro e senza forma, il Ginnungagap. A nord di esso si estendeva una regione oscura e gelida Niflheimr, conosciuto anche come il mondo della nebbia e del gelo. Spesso confuso con la dimora dei morti Helheimr. A sud invece vi era una regione piena di fiamme ardenti, divoratrici che emanava un insopportabile calore, il Múspellsheimr. Al centro del mondo Niflheimr vi era Hvergelmir, un pozzo da cui sgorgavano undici fiumi che insieme venivano chiamati Élivágar. Essi giunsero così lontano dalla loro sorgente che il veleno superficiale che li accompagnava s'indurì diventando ghiaccio e laddove il ghiaccio si fermò, cadde una pioggerella che divenne brina e ricoprì a strati tutto il Ginnungagap. Solo la parte settentrionale sì ghiacciò. Quella meridionale, che era percorsa dai caldi venti di Múspellsheimr, lo sciolse e gocciolò dando vita a Ymir, il capostipite della razza dei giganti i Jǫtnar. Ma le gocce da cui nacque contenevano il seme del male, ossia le particelle di veleno schizzato dagli Élivágar. Per questo egli era saggio ma allo stesso tempo malvagio e così tutta la sua stirpe. Ma insieme a lui nacque anche un’altra entità Auðhumla. Una vacca il cui latte che scorreva dalle sue mammelle fu fonte di nutrimento per il gigante. Ed ella diede vita a sua volta ad un’altra entità, liberandolo dalle rocce ghiacciate, Búri. Egli generò Borr che prese come moglie Bestla e da lei ebbe tre figli. I primi Dèi. Óðinn, Víli e Vé. I figli di Borr uccisero il gigante Ymir trascinando il suo corpo nel Ginnungagap e da esso generarono l’universo, composto da nove mondi sorretti dalle radici dell’albero cosmico Yggdrasil. Tre delle sue radici che lo sorreggono si dice che si diramino estendendosi in tre diverse direzioni. La prima radice si cala negli abissi più profondi, alcuni dicono arrivi nel regno dei morti, la dimora di Hel, altri che si allunghi invece fino al regno Niflheimr per giungere alla fonte Hvergelmir. Sotto questa radice si trova il serpente Níðhǫggr. La seconda radice si spinge invece verso Jǫtunheimr, la terra dei giganti e arriva alla fonte Mímisbrunnr sorvegliata da Mímir un dio/gigante decapitato dai Vanir che attinge la sua saggezza dalla fonte attraverso un corno Gjallarhorn lo stesso corno che Heimdllar userà per dare l’allarme il giorno del Ragnarök. Odino si recò alla fonte e chiese di bere un sorso di quell’acqua affinché anch’egli possedesse i poteri della fonte: “saggezza e conoscenza”, ma caro fu il prezzo che dovette pagare. In pegno cedette al guardiano un suo occhio. La terza radice invece va verso Miðgarðr il mondo degli esseri umani, e giunge alla sacra fonte di Urðarbrunnr luogo dove gli Æsir vi si riuniscono in assemblea ogni giorno e davanti quella fonte vi è una dimora e in essa vivono le Nornir, le tre fanciulle Urðr, Verðandi e Skulld che stabiliscono il destino degli uomini e di ogni creatura. Gli Æsir sono divinità legate al cielo, alla sapienza e alla guerra, guidati da Óðinn. La loro dimora è Ásgarðr. Un castello immenso indicato come città, i cui muri furono costruiti da un gigante che in cambio avrebbe dovuto sposare Freyja. Con l’aiuto di Svaðilfœri, il suo cavallo ci stava riuscendo ma Loki, dio dell’inganno e della grande astuzia lo attirò lontano, trasformandosi in una giumenta. Il lavoro non fu completato così Thor uccise il gigante e quando Loki uscì dalla foresta diede alla luce Sleipnir, il migliore di tutti i cavalli, che divenne il destriero di Óðinn. Il Dio dell’inganno aveva generato tre esseri mostruosi e quando gli dei seppero che Fenrir veniva allevato assieme a Hel e il Miðgarðsormr a Jötunheimr, la terra dei giganti, decisero di farli portare al loro cospetto perché Odino decidesse cosa farne: le profezie dicevano che da simili creature non sarebbero venute che disgrazie. Mentre Hel fu inviata a regnare negli inferi, e il Miðgarðsormr inabissato sul fondo dell'oceano costretto a contorcersi eternamente tenendosi la coda tra le fauci, non sapendo che fare con Fenrir, gli Dei lo tennero presso di loro. Ma il lupo cresceva sempre di più, sia in ferocia che in dimensioni. Così lo portarono su un’isola di nome Lyngyi e con l’inganno incatenarono il lupo con la magica catena Gleipnir, forgiata dai nani. Furioso tentò di azzannare i suoi carcerieri, ma fu tutto inutile. Gli infilarono una spada tra le due mascelle in modo che non riuscisse più a chiuderle.
Da allora rimase imprigionato ma:
“Quando giungerà la fine del mondo, il Ragnarök, in cui tutti i legami saranno spezzati, persino la magica catena che lega Fenrir si scioglierà. Il lupo, nuovamente libero, attaccherà gli Dèi, assieme alle altre forze del disordine e dell'oscurità. Sarà tanto grande, e spalancherà la bocca con tanta ferocia, che la mascella inferiore toccherà il suolo e quella superiore il cielo: ma se ci fosse altro spazio, la spalancherebbe ancora di più.
Fenrir​ sarà tanto grande e forte da divorare lo stesso Padre di Tutto, Odino. “

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 27 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

RebirthDove le storie prendono vita. Scoprilo ora