29.JOYCELYN

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Le luci del mattino mi svegliarono.

La faccia venne illuminata dai raggi del sole che provenivano dalla finestra, sussultai e mi stropicciai gli occhi girandomi sul fianco venendo improvvisamente travolta da una fitta che partì subito dalla punta delle dita alla spalla.

L'incendio.
Loro due.
Noi tre.

Richiusi gli occhi e seppellì il viso nel cuscino ispirando ferocemente.
Non era stato frutto della mia mente, era stato tutto reale come l'odore di Alec impresso nel cuscino. Mi rigirai supina e contai fino a cinque prima di prendere coraggio e aprire gli occhi. Avevo paura a tirarmi su, non volevo che diventasse tutto ancora più vero di quanto già fosse stato.

Lasciai cadere le lenzuola dal mio corpo nudo, una scia d'aria fresca accarezzò i capezzoli che si tesero come due bottoncini e osservai la benda macchiata di sangue intorno al braccio riportando alla mente il dolore che ore prima mi aveva fatto contorcere le budella. Mi domandai come dovesse sembrare il mio braccio, se i punti di Alec mi avessero lasciato segni indelebili o se il taglio si era infettato. Il panico mi venne a trovare come un amico di vecchia data. Cosa mi era salato in mente?

Mi morsi il labbro quando i flash mi sopraggiunsero. Era stato assurdo e fuori da qualsiasi mia immaginazione. Non ero pentita, avevo adorato tutto quello che era successo, ma non sapevo cosa pensare. Ero stata con Sean e Drew ... e Alec. Buon Dio Joy.

Barcollai giù dal letto, sentivo le gambe tremolanti; afferrai una felpa dall'armadio di Alec e me la infilai di fretta e furia venendo travolta ancora una volta dal suo profumo. Era ovunque e anche se volevo fingere di non sentirlo mi sentivo come una tossica in astinenza. Scacciai i sensi di colpa che affollavano nella testa e ricordai che avevo bisogno prima di tutto di un antidolorifico, poi di una doccia. Sentivo l'intero corpo in fiamme e avevo fame. La sveglia sul comò segnava l'ora di pranzo, ecco spiegato perché il mio stomaco brontolava. Uscita dalla camera compì un gradino alla volta. Non sapevo cosa mi aspettasse. Arrivai al pian terreno e immediatamente sentì provenire dei rumori dall'esterno. La cucina apparve disabitata. Presi una padella e cucinai delle uova strapazzate. Mi assentai svariati secondi ripercorrendo in ogni dettaglio. Trattenni il respiro e il cuore si strinse quando ricordai la sensazione dei loro occhi addosso dimenticandomi totalmente delle uova nella padella.

E se avessi rovinato tutto quanto?

Ero stata una stupida ed irresponsabile. Avevo messo a repentaglio il mio futuro solo per il sesso. Che stupida, che maledetta stupida...

Il fumo delle uova mi riportò al presente. Mi affrettai a togliere la padella dai fornelli e la gettai nel lavello sotto l'acqua corrente.

"Maledizione" dissi.

"Due giorni! Due maledetti giorni e guardate che disastro!" sentì urlare dal corridoio. Chiusi l'acqua e lasciai perdere le uova andando a vedere cosa stesse succedendo. Sean Drew e Alec erano qui, ma era Sean quello che sembrava sul punto di perdere la testa.

"Come cazzo è stato possibile?" urlò.

Drew guardava Alec, il quale ricambiava l'occhiata senza aggiungere altro.

"Sei qui..." sussurrai palesandomi ai tre beccandomi fin da subito lo sguardo fulmineo di Sean.

"Avevo altre scelte? Non posso lasciarli un secondo che mandano tutto a puttane! Siete degli irresponsabili! Quante volte vi ho detto di controllare i contatori, quante volte!"

Sean continuava ad inveire contro Drew e Alec, quest'ultimo ghignò sfidandolo apertamente alimentando solo di più la rabbia del suo amico. Non capivo perché si comportava in quel modo.

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