1. Where you go, I go

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Lily

È l'invidia che arde, che brucia e corrode, ciò che mi fa andare avanti.
Il costante bisogno di essere superiore agli altri, migliore di chiunque.
Sperare che, almeno per una volta, i miei risultati siano apprezzati, meglio notati, di quelli altrui.
-Aelin

«Non sempre si ottiene ciò che si desidera. Alcune persone passano anni, vite intere, a perfezionare le loro gesta nel tentativo di elevarsi sopra la media.

In genere si aspira al denaro, al potere, alla fama, al rispetto. Molti non sanno accontentarsi e come ingordi viziosi vogliono tutto quello che si potrebbe avere.

Ma solo pochi riescono nel loro intento. I pochi di cui possiamo leggere sui giornali o sentir parlare alla televisione.

Ecco, questi ce l'hanno fatta. Rappresentano la fetta vincente dell'umanità, una fetta così smilza che i loro traguardi sembrano quasi sogni utopistici agli occhi degli altri.

Però immagina: impieghi vent'anni della tua vita cercando di eguagliare qualcuno, volendo superare te stesso, e dopo tanto sangue e sudore buttato ci riesci. Cavolo, ce l'hai fatta! Dopo tanti sacrifici puoi finalmente respirare la vittoria a pieni polmoni.

E sei tremendamente soddisfatto. Per un solo secondo sei felice, sprizzi letizia da tutti i pori. Ti senti inattaccabile, ineguagliabile.

E poi il momento passa e il cervello inizia a vagare.

Dopo tutto questo, dopo aver sacrificato ogni cosa, cosa ti rimane?

Nulla.

Di solito le persone si concentrano con tale ardore sul loro obiettivo da non tenere in considerazione la possibilità di un fallimento. Lasciano che ogni cosa marcisca, ogni cosa eccetto i loro piani. E quando questi vengono a demolirsi o a compiersi, non rimane altro che vuoto, il vuoto cosmico che ti fa domandare se ciò che desideravi tanto non fosse poco.

E allora vuoi di più. Lo brami, lo necessiti.

Necessiti ciò che non hai: il controllo. E se riesci ad acquisire anche quello? Vorrai sempre di più, non ti basterà mai.

È la natura umana: siamo ingordi, insaziabili, avidi. Siamo affamati, di continuo.

Alcuni dicono che l'arte dell'accontentarsi è ciò che rende migliori le nostre vite, che è segno di umiltà e abnegazione. Secondo loro dovremmo tutti "convertirci".

La verità è che questa arte di cui parlano è la peggior malattia umana.

Accontentarsi.

Chi mai si accontenta se non chi ha fallito e continua a fallire, ancora e ancora? Accontentarsi è sinonimo di fallimento, per questo è la peggior malattia dell'uomo. Il fallimento è il male peggiore del mondo.

Mai accontentarsi. Accontentarsi è da deboli. Accontentarsi significa aver fallito ed essere degli stupidi oziosi che non hanno il coraggio di rimettersi in gioco.»

Il discorso che nonna Maggie mi ripeteva sempre, giorno dopo giorno, per più di quindici anni, mi rimbomba nella testa come se lei fosse qui affianco a me a passeggiare per i corridoi.

Devo scuotere la testa per mandare via la sensazione della sua voce talvolta gracchiante, elegante e severa che alleggia nelle mie orecchie.

La nonna sarebbe fiera di sé stessa se fosse ancora tra noi. Se sapesse della lettera di convocazione ricevuta questa estate da parte della Madison-Hill University farebbe salti alti due metri per la gioia.

Cast Gold. Follow the rules.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora