"Scoppia la guerra in Doliark,il presidente annuncia:ci servono rinforzi,o in tre giorni saremo tutti zero,niente,il nulla" , questo era ciò che aveva appena finito di leggere Finn Albamov ,noto violinista del sud Doliark, dal giornale "La cronaca".
Ventimila volontari si erano aggiunti da poco all'esercito statale, ma non bastava,no;servivano molti più schiavi o, come preferivano chiamarli quelli dello stato,volontari,gente che aiutasse lo stato a sconfiggere il Teolistan;ma in fondo,era per salvarsi,no?
Salvarsi:da cosa esattamente? Cosa avevano fatto tutte quelle persone, da dover temere che qualcuno gli facesse del male? Come mai dovevano difendersi?Queste erano domande a cui Finn non dava risposte, sapeva che non vi erano vere risposte. Nessuno aveva fatto niente. Nessuno voleva fare del male a lui, o al vicino Skendi o tantomeno a Sam,la pasticcera a cui tutti volevano un gran bene...
Egmund Fitz non aveva interesse nell'uccidere persone,in fin dei conti ciò che voleva era il potere, come tutti. No. Non tutti lo volevano. Non tutti continuavano ad essere assetati di potere, ma tutti pensavano di dover difendersi ,di appartenere a quelle persone che bramavano il potere, di dover aiutare queste a raggiungere i loro obbiettivi. Quelle ventimila persone, avevano messo a rischio la loro vita,per difendersi,o così credevano.
Erano tutti convinti di dover lottare per la patria,per ottenere la libertà, per riuscire a essere liberi dal nemico che voleva atterarli e occupare il loro territorio.Già,questo però era il pensiero che muoveva sia le persone del Doliark ,sia quelle del Teolistan. Finn non capiva tutti questi problemi: se gli abitanti del Teolistan temevano che i dolirkeni occupassero il loro territorio,come facevano a temere la stessa cosa questi ultimi? Da cosa nasceva il tutto?
In fondo sapeva anche lui che erano domande un po' scontate forse, si le avrebbe definite così, ma lui non vedeva quale fosse il problema,sarebbe potuto essere tutto cosi semplice, ma in politica anche giochi per bambini risultano essere complicati. Sarebbero riusciti a farti credere che un puzzle fosse stato molto difficile solo per poter riuscire a portarlo a termine loro stessi, e appendere il quadretto a casa propria, come premio. E ne avevano tanti, di premi, moltissimi.
Ecco, Finn si sentiva ancora un bambino, e questo non gli dispiaceva, vedeva il mondo con occhi diversi, vedeva un altro senso della vita,lui credeva che si sarebbe già potuta vivere la vita,senza dover lottare per averla ,credeva che tutte quelle lotte portassero solo ad altre occasioni perse.
Non tutte le lotte,certo.
Sapeva bene che le sue condizioni economiche erano ottime, e sapeva che non lo erano quelle di tutti. Gli altri si, che avrebbero dovuto combattere ,loro non avrebbero combattuto per il potere,ma per la fine di questo, come era giusto.
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Short StoryLe vite di alcuni adolescenti e adulti vengono sconvolte da un fatto molto importante. Riusciranno i protagonisti a ritrovare se stessi? Riusciranno,magari grazie a qualche anima gemella,a bon perdersi nel buio?