Capitolo 8: Le Ombre

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-Dov'eri finita? - chiesi a Nebula,

-Sono andata a fare colazione- mi rispose divertita,

-HAI UCCISO DEGLI UMANI?!- chiese Alan spaventato e curioso allo stesso tempo.

-C'erano persone vicino a noi? - chiesi io con tono serio,

-Purtroppo no, quindi mi sono accontentata di una lepre che passava nei paraggi- rispose con tono ancora più divertito di prima.

Avevo così tanti pensieri in testa che avrei preferito scaricare Alan e Nebula lì e continuare la strada da sola, ma non potevo farlo e dato che ero anche in astinenza di alcol, per far passare i pensieri, presi una delle bottiglie che mi aveva dato Tilla prima di partire e inizia a sorseggiarla.

-Bevi già di prima mattina? Non credevo ti piacesse così tanto vomitare subito- mi disse Nebula dandomi un colpetto alla spalla nel mentre che sorrideva,

-E io non credevo che fossi così tanto brava a fare battute che non fanno ridere a nessuno- le risposi io mentre presi un altro sorso di whisky.

-E io non pensavo che gli umani fossero così antipatici- mi rispose con un tono quasi offeso mentre spostava il suo sguardo su Alan,

-Pensavi male allora- le risposi sorridendo, la mia risposta la fece irritare un po'.

-Allora dove andiamo? Vorrei tanto poter dormire sotto un tetto, solo ora mi rendo conto di quanto sia brutto passare intere giornate se non settimane lontani da casa- disse Alan nostalgico di casa e come non biasimarlo, anche a me mancava la taverna.

-Benvenuto tra di noi Alan- gli risposi io mentre con un sorriso lo guardai, e solo allora lui realizzò cosa intendevo.

-Scusa non volevo- mi rispose davvero tanto dispiaciuto che abbassò anche la testa, sembrava un cane bastonato e mi faceva pena vederlo così.

-Tranquillo, per la tua felicità stasera riposeremo sotto un tetto e su un letto caldo- gli risposi io per tirargli su il morale e riuscendo nel mio intento Alan alzò la testa e i suoi occhi brillavano come dei diamanti per l'entusiasmo

-Scusate se mi intrometto, ma di cosa state parlando? - chiese ad un tratto Nebula curiosa e confusa, questo ci fece ridere tutti e tre contemporaneamente.

Continuammo a camminare per mezza giornata, i nostri cavalli erano sfiniti come noi ma non potevamo fermarci ormai mancava poco alla nostra meta e finalmente avrei incontrato una vecchia conoscenza dopo tanto tempo e questo mi suscitava un misto di emozioni che non riuscivo a tenere a bada, proprio per questo usavo l'alcol che in qualche modo mi aiutava. Quando spuntammo dalla foresta ci trovavamo in una grandissima valle ricoperta di fiori e erba, superata la valle avremmo raggiunto la nostra meta. Eravamo quasi a metà quando una fitta nebbia iniziò ad alzarsi, non era normale e questo era segno di guai, i cavalli iniziarono ad agitarsi e mancava poco prima che ci avrebbero fatto cadere a terra e sarebbero scappati via. Io e Alan provavamo a farli calmare ma non funzionava e la nebbia diventava sempre più fitta, quasi non si vedeva più niente.

-Che succede? Che facciamo? - chiese Alan spaventato e agitato.

Non feci in tempo a ruspondergli che entrambi i cavalli si misero su deu zoccoli facendoci cadere a terra e prima che potessi alzarmi per fermarli entrambi i cavalli scapparono via.

-Merda! OKOKOK, calmiamoci venite qui e non allontanatevi per nessun motivo- dissi io cercando di mantenere il controllo della situazione abbastanza scomoda.

Alan e Nebula si avvicinarono a me e insieme ci guardammo intorno, non si vedeva niente se non la nebbia e questo era un bel problema. Non sapevo minimamente cosa fare e come agire, i nostri cavalli erano scappati e una strana nebbia ci aveva circondati, potevamo incamminarci verso la nostra tappa dato che era vicina ma non sapendo che direzione prendere avremmo potuto perderci, potevamo rimanere lì e aspettare che la nebbia passasse ma quanto tempo ci avrebbe messo? Dovevo trovare una soluzione il più velocemente possibile e uscire da quella situazione.

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