And you yell at me
Pain on your face
What happened to you?
Pain, Joy and Grief
La lezione con Sydney era finita alle quattro. Rob aveva avuto il tempo di passare a prendere il materiale per le sue composizioni floreali, prima di dirigersi a casa di Blade.
Il traffico era assurdo, quel giorno, quindi non aveva potuto tornare a casa a cambiarsi e a lasciare il necessario per le sue creazioni.
Dopo una breve sosta al negozio, si era subito immesso in strada, seguendo le indicazioni del GPS.
Dopo parecchi minuti in coda, svoltò in una strada più isolata, sulla quale si affacciavano case abnormi con siepi curate a proteggerle da occhi indiscreti.
La maestosità degli edifici, i rami tagliati a formare angoli perfetti, persino l'aria che si respirava, sapeva di lusso. Era decisamente una zona per i VIP di Los Angeles.
Si fermò davanti al cancello chiuso della villa e scese per suonare al citofono. Dopo il primo squillo, qualcuno dall'interno gli aprì.
Ritornò sull'auto e si avviò dentro, parcheggiando la macchina vicino ad una jeep nera. Scese dall'auto e si sistemò i capelli sulla fronte.
Appoggiato al cofano, a braccia incrociate e con gli occhiali da sole sul volto, un uomo che aveva tutte le caratteristiche giuste per essere un bodyguard lo salutò con un cenno del capo.
L'aveva visto solo un'altra volta, quando era passato a prendere Blade dopo il pomeriggio al canile.
Ricambiò il saluto e continuò il suo cammino verso l'ingresso della villa.
Ad aspettarlo sulla porta c'era Joel, con un bicchiere di latte in mano.
«Hai conosciuto Marty, vedo», disse.
Rob si voltò a guardare l'omone e annuì poi verso il biondo. «Deduco che sia un tipo taciturno».
«Solo con le persone che non conosce», chiarí Joel. «Vedrai come si scatenerà in tour».
Rob ne dubitava fortemente, vista la serietà dell'uomo a cui dava le spalle, ma scelse di fidarsi di Joel.
Chissà, magari quel Marty aveva un animo da festaiolo dentro... molto dentro.
Entrarono in casa, ma invece di prendere le scale per andare al piano superiore, scesero in una specie di taverna, talmente grande da poter essere considerata un appartamento a sé stante.
Appena ci si entrava, si incontrava un tavolo lungo da dodici persone e più e dietro una cucina fornita di fornelli, forno, microonde e un gigantesco frigorifero.
Dall'altra parte, la taverna sfociava in un salottino niente male, con un televisore a parete, un divano di pelle e un angolo bar.
Rob iniziò a sentire dei rumori, quando Joel lo condusse oltre il salone fino a incontrare un arco con mattoni a vista.
Entrarono in una stanza adibita a sala prove, con tutti gli strumenti necessari.
Nell'angolo in fondo, una batteria degna del suo nome attendeva il tocco esperto e nostalgico della mano di Rob.
«È quella che penso?», si rivolse a Joel.
«Sí, è proprio lei», rispose il biondo. «Bambina dì ciao al tuo papino», disse alla batteria.
Rob si avvicinò e toccò un piatto con un dito.
«L'hai tenuta, anche dopo tutti questi anni?»
Era la batteria con la quale Rob aveva fatto quella specie di audizione con la band. Si era esercitato molte volte con quella.
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How to love Phoenix Kant [Trilogia How To #2]
Romansa𝐒𝐞𝐜𝐨𝐧𝐝𝐨 𝐥𝐢𝐛𝐫𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐭𝐫𝐢𝐥𝐨𝐠𝐢𝐚 [...] I Joy and Grief sono la rockband del momento. Se una loro canzone passa alla radio, stai certo che la canteranno tutti. E che dire dei suoi membri? Sono da perdere la testa. Il cantante, J...