Capitolo 13

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                           Nathan
«Ti accompagno a casa?» chiedo a Grace mentre saliamo in macchina
«Si grazie»
Mi dice l'indirizzo e io parto, dopo 10 minuti arriviamo sotto casa sua, mi giro e noto che si è addormentata.
É poggiata con la testa sul finestrino, la mano poggiata sotto la guancia e ha la bocca socchiusa.. é veramente molto bella.
Mi avvicino e le tolgo una ciocca dalla faccia mettendola dietro l'orecchio, le do una carezza stando attento a non farmi sentire, che quasi penso che me la sia immaginata
«Ariel, siamo arrivati»
«Mh?» sussulta, apre gli occhi e quando realizza dove si trova
«Oddio che impacciata, scusami sono crollata.. ero veramente stanca, siamo arrivati da molto?» dice imbarazzata
«Tranquilla, nessun problema e no, siamo arrivati due minuti fa»
«Grazie mille del passaggio» dice sorridendo
«Non c'è di che»
«Beh, ci vediamo domani allora » dice impacciata
«A domani Ariel» mi avvicino e le stampo un bacio sulla guancia, lei arrossisce
«Oh, ti imbarazzo? Non pensavo» dico prendendola in giro
«Ma che diavolo dici» dice infastidita e diventando sempre più rossa. Ci guardiamo negli occhi per secondi che sembrano interminabili.
Apre lo sportello e quando sta per chiuderlo la blocco dicendo
«Siamo ancora a sette eh, l'ottavo te l'ho appena dato»
«Sei, togline uno, posso rifiutarlo ho vinto»
Sorride e va via, aspetto che rientra e quando chiude la porta, mi avvio per tornare a casa con una strana sensazione al petto.
Penso all'attimo in cui le mie labbra toccarono la sua guancia, ho sentito un calore diffondersi nel petto, il battito cardiaco é accelerato. Non capisco il cambiamento sottile che percepisco nei confronti di Grace, forse dietro le nostre battute e agli scontri, si nasconde qualcosa di nuovo, qualcosa che rende il mio cuore un po' più vivo. Ma preferisco ignorare questi pensieri, non vorrei complicare il nostro rapporto più di quanto già sia.

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