Paura

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Mi svegliai che non era ancora sorto il sole. Il fuoco si era quasi spento e Hunter aveva in mano la torcia che avevo nello zaino al mio arrivo.

"Non si spreca la batteria se la accendi in momenti come questi?". Lui mi guardò un pò sorpreso di trovarmi sveglia.

"Quando dormi sbavi" Disse senza spegnere la torcia e puntandomi il fascio di luce in faccia.

"Si, bhè dovresti proprio spegnerla." Risposi, senza sapere che altro dire. La mise via con qualche esitazione poi si avvolse nella coperta e cercò di ravvivare il fuoco, aveva qualcosa di strano. Cercai di cambiare discorso. "Quindi... hai capito in che periodo ci troviamo?"
Lui guardò fuori come se ritornasse in sé solo in quel momento.
"Si... penso di sì. Le piante risalgono all'era quartenaria. All'inizio dell'era... Non ci sono esseri umani quindi... Cenozoico. Era da tanto che non capitava."
Il nome non mi diceva niente ma mi sentivo più sicura sapendo dove mi trovavo.
"Il cielo si sta schiarendo, è quasi l'alba. Vogliamo iniziare ad incamminarci?"

"No!" Disse allarmato. Poi si guardò intorno e si corresse. "Emh...Cioè, prima partiamo e meglio è." E iniziò a fare i bagagli.
Mentre infilavo il giacchetto nello zaino non potei fare a meno di chiedermi cosa gli fosse successo.

Quando ci inoltrammo nella foresta mi sorpresi nel trovarla estremamente diversa da quella che avevo imparato a conoscere. Avevo sempre trovato conforto nei boschi, nei momenti di noia o di tristezza, mi rifugiavo nella vegetazione vicino casa e mi arrampicavo il più in alto possibile, sugli alberi. Questo però era un luogo del tutto diverso: ispirava soggezione.
Camminavo dietro Hunter che, con la scimitarra, si faceva strada in mezzo alla fittissima vegetazione. Ormai avevo perso l'orientamento, tutto in torno scorgevo solo dell'intricato fogliame verde acceso. Procedevamo lentamente in mezzo al fango, alla terra e all'acqua stagnante, trascinando i piedi e proteggendo il viso dai numerosi insetti. Tutto in torno si udivano innumerevoli rumori, la foresta brulicava di vita.
Non potei non notare che Hunter era agitato. Procedeva speditamente, anche troppo; come se avesse voglia di scappare. Si guardava in torno come se fiutasse un pericolo imminente.
Non aprii bocca per molto tempo finché non ci fermammo per mangiare.

"Mi spieghi cosa ti succede?" Dissi tutto d'un fiato.

"Perché pensi che mi sia successo qualcosa?"

"Devo sul serio risponderti? Non negare che c'è qualcosa che ti preoccupa."

"E che non dovrebbe preoccupare te. Non è niente di importante." In quel momento i cespugli davanti a me frusciarono e Hunter saltò in piedi voltandosi di scatto come se fosse successo proprio ciò che temeva, per poco non inciampò e cadde a terra. Dal cespuglio però, uscì solo un tenero animaletto simile ad un armadillo.

"Tu hai paura!" Osservai io. "Ma di cosa?" Aggiunsi.

Di tutta risposta lui si risedette sul masso dove stava mangiando e lanciò una pietra in direzione dell'armadillo che scappò via.

"Non farmi più domande, non ti risponderò." Mi disse guardandomi con sguardo truce. Nei suoi occhi vidi una profonda tristezza, oltre che preoccupazione.
E paura.
Ed era contagiosa.
Dopo un po' si alzò e si incamminò dicendo solo "muoviamoci"; lasciandomi rimuginare su cosa mai poteva impensierire tanto quell'uomo che aveva appena finito di sterminare eserciti di lucertoloni preistorici...

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