Guado

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Camminavo ormai da circa due ore e il paesaggio era sempre lo stesso: non c'erano punti di riferimento e non avevamo una bussola.
Tutto ciò mi lasciava tanto tempo per riflettere e questo era il primo problema.

"Posso sapere se sai dove stiamo andando?"
"Lo so. Non posso vedere il sole ma ci sono alcuni fiori rampicanti che si trovano solo nel lato Sud del tronco degli alberi. Noi siamo diretti a Nord, quindi basta andare sempre avanti."
Ma di fiori ne avevo visti ben pochi e Hunter procedeva per la sua strada a testa bassa e senza meditare troppo sulla direzione da prendere da troppo tempo ormai e questo era il secondo problema.
"E poi sono già stato qui." Aggiunse a bassa voce.
Solo adesso la fitta foresta iniziava via via a diradarsi, lasciando posto ad una palude. Il tanfo e l'umidità la rendevano molto invitante, ma solo per rospi e rettili. Accanto allo stagno vi era un enorme albero con i rami piegati verso il basso che coprivano la zona come una tenda di liane.
"Siamo sulla giusta strada." Sentenziò Hunter, ma non sembrava per niente sollevato. Le mie preoccupazioni, invece, si concentravano soprattutto sulle strane bolle che fuoriuscivano dall'acqua putrida.
"Dimmi che non vuoi guadarlo, ti prego." Non ci tenevo ad immergermi nel fango.
Mi guardò come se fossi pazza.
"Non voglio mica morire."

"Neanche io, ovvio. Come lo avete attraversato l'ultima volta?".
Ebbe un sussulto prima di rispondermi ma poi disse con voce ferma "non finì bene l'ultima volta." Si schiarì la gola quindi riprese tranquillo "L'acqua è alta più o meno un metro e mezzo ma il fondo è costituito da sabbie mobili. Il posto, poi, è infestato da alligatori e le linee sono inutilizzabili, quindi non provare ad arrampicarti. Sembra la via più semplice ma, non ci pensare neanche; quell'albero ha qualcosa di strano."
Il modo in cui guardava la sagoma dell'albero mi mise inquietudine. Si preoccupava di più di quello che degli alligatori nella palude.
"E quindi che facciamo?" Mi guardò per studiare la mia espressione poi si voltò di nuovo verso la palude. Si prese qualche minuto per pensare e per torturarsi le mani poi sospirò e disse: "Guadiamo lo stagno."
"Cos... Ma... ? Lo hai detto tu che non era fattibile. Se lo aggirassimo..."
"No. Non c'è tempo."
"Tempo per fare cosa? Abbiamo tutto il tempo!"
"Dobbiamo andarcene da qui prima che faccia buio."
"Cosa succede quando fa buio?"
"Basta con le domande! Fa come dico." Sbottò Hunter e per un attimo avrei voluto fargli sanguinare le gengive con un pugno -alcune volte era davvero intrattabile- poi sbuffai e mi misi a ragionare sui suoi motivi. Doveva essere successo qualcosa di veramente brutto l'ultima volta, qualcosa successa di notte. E questo spiegava i sui timori.
"E come vorresti guadarlo, lo stagno?"
"Tu sai nuotare, vero?"
"Sì ma... È una follia!" Gli urlai mentre si allontanava.
Appena arrivammo in prossimità delle sponde lui mi prese per le spalle, mi fece voltare per guardarlo in faccia e disse: "Togli il cibo dallo zaino, lancialo in acqua e usa lo zaino come galleggiante. Non toccare mai il fondo con i piedi e non alzare schiuma quando nuoti." Mi diede un coltellino ripiegabile e iniziò a svuotare il suo zaino.
"Cosa ti passa per la testa? Come pensi di attraversare il fiume senza essere sbranato?!"
"Ascoltami. So quello che faccio. Non possiamo semplicemente aggirare la prova, feriremo un animale e lo getteremo in acqua per attirare l'attenzione degli alligatori. Noi ci teniamo lungo le sponde e ce la svigniamo." Entrò di nuovo nel fitto del bosco e si mise in ascolto.
Ero totalmente sicura che fosse uscito di senno eppure lo assecondai comunque. Forse perché non avevo piani migliori, forse perché mi sentivo di farlo, non so spiegarlo. Sta di fatto che, dopo un paio di minuti, si sentì frusciare l'erba e uscì allo scoperto una animale simile ad una lontra. Hunter lanciò un coltello e inchiodò l'animale al suolo; gli spezzò una zampa e lo portò nello stagno.
"L'unico modo per ferire seriamente un alligatore è colpirlo al ventre o sul muso."
"Dovrei ferirlo con questo?" Gli dissi sventolando il misero coltellino ripiegabile.
"Ce la faremo." Disse lui ammiccando prima di entrare in acqua. Lo seguii anche se la mia parte razionale mi gridava di non farlo.

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