12. Campanelli d'oro e d'argento

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In sella al cavallo di Bulbun, Evianne procede verso Sabbiafine. È esausta ma non ha il coraggio di lamentarsi ora che la fortuna le ha sorriso. Quegli stranieri l'hanno scambiata per un'aspirante guardia reale, non hanno dato peso né al suo aspetto minuto né alle ferite che la rendono più simile alla superstite di un naufragio che a una combattente. Certo, se riuscisse a entrare nella scorta del principe la strada sarebbe tutta in discesa, avrebbe un'occasione per avvicinarlo, familiarizzare e sfilargli il cappuccio senza troppa fatica. Come ha detto il soldato dagli occhi di drago, deve solo superare la prova, qualsiasi essa sia.

Evianne si costringe a prendere piccoli respiri per non cedere al richiamo della febbre che continua a riempirla di brividi. Si concentra sul panorama che la circonda. Ora che il palazzo è più vicino, può ammirare ogni ritaglio della sua magnificenza. Le undici torri che lo compongono sono identiche ai prismi di un cristallo di forma esagonale. Sono conficcate nella terra ad altezze diverse e vantano un'architettura impreziosita dagli archi che ne scolpiscono le facce. Viste da lontano, le scale e le nicchie che lo cesellano sembrano tanti bassorilievi intagliati dalla mano di un abile artigiano.

È l'edificio più sgargiante in cui si sia mai imbattuta, eppure il suo splendore cozza contro la brutalità del sobborgo. Appena varcano le mura, l'odore di urina che imbratta le strade le provoca un conato di vomito. Tutt'attorno le case si aggrappolano sul pendio come mani strette alla veste di un benefattore in cerca di carità. Hanno muri anneriti e screpolati dalle intemperie, tendaggi lisi e rattoppati da groppi di cucito.

Gli abitanti la spiano dai buchi delle finestre come pipistrelli, si illuminano quando riconoscono l'uomo a cavallo. «Principe Jaja! Principe Jaja!»

Tendono le braccia ossute verso di lui, ma il principe procede in sella al cavallo che Evianne ha curato senza voltarsi. Con gli spilli che escono dal cappuccio sembra un arazzo arrotolato, non una persona dotata di cuore e sentimenti. E Mildri dovrebbe sposare un manichino impagliato che non sa spendere una sola parola di cortesia per la sua gente?

Deglutisce un boccone di ribrezzo. Quando è partita per Sabbiafine si è ripromessa di non detestare quegli stranieri, anche se gli assassini dei suoi genitori si nascondono tra quelle file. Ha giurato a sé stessa che quell'esperienza non l'avrebbe resa diversa perché la sua paura maggiore è di perdere i valori che la compongono e diventare un'altra. Ma come può riuscirci davanti a quell'uomo che trabocca di arroganza perfino dal modo in cui cavalca?

Evianne prende un respiro. Deve restare concentrata sulla missione, trovare un modo per guadagnarsi la fiducia della casata regnante e scoprire l'aspetto del principe Jaja. Ma prima la prova.

Bulbun ferma il cavallo davanti a uno slargo di sabbia delimitato da alcune impalcature di legno. In un punto della circonferenza si trovano una rastrelliera con delle armi finte e un tavolo grezzo sopra il quale è stata appoggiata una grande clessidra con i profili di piombo. Accanto ci sono due campanelli legati a delle catenine rosse.

Con un guizzo atletico il soldato dagli occhi di drago smonta da cavallo e li recupera entrambi. «Io sono Chenzira, maestro e guardia personale del principe Jaja, e sarò il tuo sfidante per questa prova. Se mi batterai potrai far parte dei soldati che proteggono la casata.»

Evianne deglutisce un boccone di saliva bollente. Il suo corpo sta elemosinando pietà in cento lingue, ma si rifiuta di ascoltarlo e di cedere alla stanchezza. «In che cosa consiste la prova?»

Chenzira fa tintinnare i campanelli. «È molto semplice. Tu avrai il campanello d'argento, io quello dorato.»

Le lancia il suo ed Evianne lo afferra al volo.

«Funziona così» continua a spiegarle. «Una volta che siamo nel cerchio ci attacchiamo a vicenda con le spade di legno. Non possiamo uscire dalla circonferenza e soprattutto dobbiamo rispettare il tempo. Quando la clessidra ne segnerà la fine, dovrai aver rubato il mio campanello, ma se io prenderò il tuo... Avrai perso e dovrai tornartene da dove sei venuta. È tutto chiaro?»

Una storia di ali e spilliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora