Iarin's pov
Il mio sereno e beato sonno è disturbato dalla luce bianca che filtra dalle tapparelle socchiuse.
Resisto e cerco di riposare ancora, per mantenere la calda sensazione che emana la delicata e pura creatura stesa affianco a me, che ancora non emana segni di veglia.
Apro le palpebre, e scorgo a pochi centimetri da me il suo viso dolce ornato da delle ciocche scure ai lati delle guance rosee.
È sabato mattina, il sabato mattina più bello di sempre.
Oggi devo andare da Michael, deve parlarmi, temo di aver fatto qualche stupidaggine nell'associazione nella quale, a mio malgrado, sono ingaggiato.
Non so che lavori o situazioni mi spettano, so solo che mi dispiace dover lasciare la mia piccola.
Mi sollevo di poco, e le lascio un bacio sulla fronte, il più delicato possibile, per evitare di interrompere il suo sonno tranquillo.
Mi siedo sul letto e dopo aver contemplato la stanza e l'aria per alcuni secondi, decido di alzarmi.
Apro la porta della stanza, e attraverso parte del corridoio per andare verso il bagno, dove mi libero dei miei scarti liquidi del mio organismo, piscio.
Mi sciacquo le mani e la faccia dopo essermi raccolto i capelli dietro la nuca, ho bisogno di tagliarli. Decisamente.Esco dal bagno e percorro la parte restante del corridoio che mi divide dalla cucina.
Vorrei comprare una casa, una cazzo di casa figa, una fottuta villa. Voglio vivere come Berlusconi seeeh.
No, seriamente vorrei un'altra casa, magari più spaziosa, ma per ora non posso scrivere il mio nome su nessun documento, altrimenti Michael mi trancia l'uccello.Il ragazzo dorme ancora sul divano con un braccio penzolante. Come cazzo fa ad essere così alto a 16 anni?!
Apro la sportello posto sopra il lavandino e afferro tre tazze. Questo angolo della casa mi ricorda la prima notte, la notte scorsa. Quanto cazzo è bella!
Appoggio le tazze sul piano e le riempio di latte. Apparecchio il tavolo e faccio tre posti.
«Buongiorno» dice una voce roca alle mie spalle,
«Buongiorno» rispondo sorridente al ragazzo allena sveglio che si sta stropicciando gli occhi confuso.
«Come stai?» gli chiedo preoccupato,
«Un po' meglio, ma ho un forte mal di testa»
«Ci credo! Ieri sera eri una pezza!»Lo vedo allargare gli occhi,
«Oddio mi scusi, chissà che bordel- casino che ho creato»«Non preoccuparti nessun bordello» lo rassicuro scoppiando a ridere.
Sorride timido. «Vai pure in bagno così poi mangi e ti riprendi un po'» gli propongo.«Grazie mille e scusi ancora»
«Ma di cosa! Dai ti aspetto»
Poverino, chissà che botta!
Prendo mia fidata moca e faccio il mio solito caffè.Nel mentre sento dei passi leggeri che si dirigono verso di me.
«'giorno» dice tenera,
«Buongiorno ricambio» appoggio la moca sul fornello, e mi giro verso di lei che dista poco da me.Ancora assonnata mi precorre con lo sguardo, soffermandosi maggiormente sulle mie mani e sulle braccia, mentre si stropiccia un occhio distratta.
Afferro delicatamente il suo mento tra due dita e la avvicino a me, con i nostri nasi che si sfiorano.Mi perdo totalmente nei suoi occhi e la mia mano si posa sul suo fianco sinistro.
«Dormito bene?» chiedo sorridendole,
«Molto»Faccio toccare le nostre labbra che combaciano perfettamente, sembrano fatte apposta, dopo un bacio delicato prende posto al tavolo, e la affianco.
«Dov'è Apollo?» chiede
«In bagno, sembra che stia un po' meglio»
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Insegnami ad amare
RomancePuò una studentessa insegnare al suo insegnante? Berenice è una ragazza di 16 anni con una famiglia apparentemente perfetta, ma lei non è d'accordo con quest'immagine, sembra infatti che quasi non entri in questo quadretto. Complicata e appassionat...