Buio

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"Spegni la luce anche se non ti va
Restiamo al buio avvolti solo dal suono della voce"

Era il 3 dicembre 2023, un classico giorno di inizio dicembre, faceva leggermente freddo fuori, e ormai tutti giravano per le strade con la giacca, ma quello non era un giorno qualsiasi, era il giorno in cui Amadeus avrebbe annunciato i nomi dei cantanti in gara della 74esima edizione di Sanremo. Quella domenica ero andato a casa di Alessandro per sostenerlo e per reagire insieme alla nomina dei cantanti. Sapevo che lui amasse l'Ariston, esibirsi su quel palco lo emozionava come niente al mondo. Lo sapevo benissimo, e potevo capire la sua sensazione, avevo partecipato e poi vinto la 73esima edizione andando poi all'Eurovision, ma Ale, lui aveva già vinto due volte, aveva già vissuto quella magnifica esperienza; non gli importava, il mio migliore amico era come ossessionato dal palco dell'Ariston, e quindi aveva deciso di ricandidarsi per la terza volta.

Mancavano solo pochi minuti e poi avremmo scoperto in diretta se era stato preso o no, ci speravo quasi più io di lui, perché sì: Ale amava esibirsi, il pubblico lo adorava e lui adorava i suoi fan e cantare per e con loro, ma io amavo vederlo subito dopo l'esibizione, ancora carico di adrenalina, amavo passare le ore in videochiamata a sentirlo parlare e provare la sua canzone per ore e ore, amavo vederlo felice, e se Sanremo lo rendeva più felice che mai, io non vedevo l'ora di rivederlo così per la terza volta.

Era il momento, Amadeus stava per dire i nomi dei cantanti in gara, Ale si continuava a muovere sul divano dall'ansia, e io ero andato a prendergli un bicchiere di acqua per calmarlo, appena tornai da lui Amadeus cominciò a fare i nomi, continuava a nominare persone ma non aveva ancora pronunciato "Mahmood", allora posai il bicchiere e gli poggiai una mano sulla spalla e una sul ginocchio per dargli conforto; "Ale vedrai che ora ti-" non mi fece finire che mi zittì, lo sapevo che era terrorizzato dal non essere nominato, lo percepivo, sentivo il ginocchio sotto la mia mano tremare, sentivo il suo cuore battere più velocemente del normale per la preoccupazione, provai a fermare il suo tremore al ginocchio, e quando vidi che non servì a nulla, allora presi le sue mani tra le mie e in quel preciso momento Amadeus pronunciò il suo nome, entrambi saltammo sul divano, lui mi abbracciò e si commosse, "Non ci credo, stavo per perderci le speranze... quest'anno torno a Sanremo, non riesco a crederci". Abbiamo saltato, urlato, e ci siamo abbracciati per minuti interi, eravamo più felici che mai.

Festeggiammo per tutta la sera, avevamo chiamato tutti, amici e parenti per festeggiare quest notizia, eravamo andati nel solito bar a berci due birre e cantare al karaoke, era bellissimo duettare con lui, le nostre voci si mixavano perfettamente insieme, combaciavano come due pezzi di un puzzle. Tutti si congratularono, aspettando con ansia il momento di rivedere Mahmood sul palco di Sanremo.

Tornammo a casa di Ale, eravamo rimasti solo noi, tutti erano già tornati a casa, ma io volevo rimanere un altro po' con il mio migliore amico, per di più avevo pure bevuto, e non mi sembrava il caso di mettermi alla guida per tornare a casa mia, quindi mi autoinvitai a dormire da lui, ma per noi non era strano, succedeva spesso di rimandere a casa l'uno dell'altro, eravamo comunque migliori amici.

Quando entrammo in casa, ancora euforici ci buttammo sul divano e senza accendere nessuna luce iniziò a parlare.
"Non vedo l'ora, dovrò cominciare a pensare al duetto, gli outfit... forse quest'anno potrei pensare di fare qualcosa del fantasanremo. Tu cosa dici?", rimasi un po' incantato dalla sua voce, non lo vedevo, era tutto buio, ma potevo immaginare le sue labbra carnose pronunciare ogni lettera con la sua voce roca, era tutto così perfetto, sarei stato per ore a sentirlo parlare, lui parlò di nuovo "Marco, ci sei, ti sei addormentato?", "... No, no ci sono, scusa ho un po' di mal di testa, avrò esagerato con l'alcol" mentii, non potevo dirgli quello che stavo pensando veramente, avrei rovinato la nostra amicizia, e mi avrebbe odiato a vita, sapevo che non pensava quello che pensavo io, e soprattutto non provava quello che provavo io, ma mi andava bene così, mi bastava restare suo amico, o almeno per ora. "Oh scusa, vai a riposarti allora, non fa nulla io sto qui un po' a provare, so che manca tanto ma sono troppo emozionato per dormire" "No tranquillo, vado a prendere un bicchiere d'acqua" mi alzai ma essendo al buio presi in pieno un tavolino con il ginocchio "aah, cazzo che male!" urlai, da quando il tavolino era così vicino al divano? Alessandro si avvicinò a me, "stai bene? Siediti ti porto da bere e del ghiaccio per la gamba" ero troppo drogato dalla sua voce per poter dire qualsiasi altra cosa, annuii, anche se non poteva vedermi. Si alzò e prima di tutto accese la luce, e per qualche secondo mi diede fastidio agli occhi, stavo così bene al buio, a immaginarmi le sue labbra, ora alla luce non potevo più farlo, lo avrebbe capito, ed era l'ultima cosa che volevo, quindi tornai a fingere come facevo tutti i giorni da un bel po' di tempo.

Poco dopo tornò da me, mi diede il bicchiere d'acqua e mi fece poggiare la gamba sul divano per mettere il ghiaccio, "Va meglio?" mi chiese "Si, grazie, tutto bene, ora se vuoi puoi provare, non mi dai fastidio" lui annuì, prese dei fogli su cui aveva scritto tutte le note e i consigli del suo vocal coach, Pachy Scognamiglio, era davvero bravo nel suo lavoro, ha aiutato moltissimo Ale a migliorarsi, anche se già la sua voce era perfetta così com'era, però io non posso dare nessun'opinione, sarei troppo di parte per me la sua voce sarebbe stata fantastica pure con il mal di gola e la tosse.

Cominciò con degli esercizi per scaldare la voce, erano sempre molto divertenti, li facevamo tutti nel settore, non solo prima di ogni esibizione ma anche prima delle prove, serviva a non sforzare troppo la voce e riscaldarla, come lo stretching prima dell'allenamento di uno sportivo. Il problema era sentire qualcun altro farli, faceva sempre molto ridere, soprattutto per le facce che si fanno mentre ci si riscalda; dopo poco infatti non riuscii a trattenermi e scoppiai a ridere, "scusa scusa, ma gli esercizi sono troppo divertenti" dissi tra una risata e l'altra, e anche lui a ruota si fece trasportare dalle risate, "dai ti sei scaldato abbastanza, canta, mi rilassa ascoltarti" "..." .

Cazzo! Cazzo! Cazzo! Perché l'avevo detto ad alta voce?

"ahaha, sei proprio simpatico, comunque va bene, tanto avevo finito gli esercizi" e iniziò piano a catare, per fortuna l'aveva presa come uno scherzo e non seriamente, perché non avrei saputo rispondere a nessuna domanda. Mi persi nella sua voce, chiusi gli occhi e mi lasciai trasportare dalle sue parole, strofa dopo strrofa, parola dopo parola, lettera dopo lettera il mio corpo entrava sempre di più in uno stato di trance, era magico, amavo ascoltarlo, mi faceva sempre uno strano effetto, e ora con l'alcol in corpo la sensazione era triplicata, piano piano mi lasciai cullare da quel suono idilliaco, e mi addormentai pensando a lui, alla sua voce, alle sue labbra, e a me e lui, che purtroppo non sarebbe mai diventato un noi.

spazio autrice
Ciao a tuttx, non so se qualcuno leggerà mai questa storia, se mai qualcuno decidesse di farlo beh buona fortuna perché è scritta veramente di merda. la sto scrivendo sempre di notte, senza revisionarla bene, quindi scusatemi se fa schifo ed è piena di errori. questa storia è nata a caso leggendo dei twitt e guardando video tiktok che parlavano di Mahmood e Marco, e i loro sguardi durante la prima serata di Sanremo.
detto questo, spero che vi sia un minimo piaciuta.

baci.

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