Avevo quattordici anni, andavo in primo superiore e abitavo a Casteldaccia, un paesino non tanto lontano da Palermo; Abitavo con la mia famiglia: vincenza ovvero mia madre, Marcello ovvero mio padre, Salvo il mio secondo fratello e Asia mia sorella più piccola.
Ricordo che in quel periodo non avevo amici, a scuola ho sempre subito bullismo per la mia altezza e per il mio naso; Mi difendevo, anche perché sennò sarei stato sommerso da tutti quei bambini che mi avrebbero fatto del male. Comunque non ho detto che a scuola ci andavo con il treno, si perché ero pendolare, facevo Casteldaccia Bagheria, ogni mattina. Volevo diventare un tecnico di computer, e siccome a Casteldaccia non c'erano scuole superiori di questo genere, decisi di andare all'ipsia Salvo D'acquisto.
Una scuola gettonata per essere popolata da bambini mafiosi e non solo, c'era anche gente ignorante, Come un mio compagno, un certo "Leone" era infatti ripetente già da un quattro anni, a scuola non veniva mai, e se lo faceva era soltanto per dare rogne; Io che ero molto bravo a scuola i compiti e gli esercizi me li facevo in proprio, e vedendo i risultati leone mi disse "Compà, Mi passi il foglio che così copio?" Io risposi "Non faccio mica i compiti per farteli copiare" diciamo che questo era il rapporto che avevo con tutti quelli che la pensavano come lui. Comunque fortunatamente nella mia classe c'era un certo William, anche lui palermitano come me, che vive a Casteldaccia, era un mio vecchio compagno di scuola, andavamo assieme alle medie. Sapeva tutta la storia del bullismo che subivo, infatti mi prese subito in simpatia. Lui e sua madre mi accompagnavano ogni tanto a casa, senza che io dovessi prendere quel treno. Poco tempo dopo io e william ebbimo una discussione accesa e lui diventò il mio bullo. Fu un brutto periodo altro bullismo a scuola, e disastri in famiglia, perché era morto mio nonno materno, creando scompensi in famiglia, portando al collasso della famiglia. Mia madre e mio padre si lasciarono in casa, e siccome la casa era divisa in piani, mio padre viveva giù, e mia madre su, e siccome non si parlavano, io dovevo essere colui che riferiva a mamma "Christian di a mamma che è una grandissima puttana" diceva mio padre, "Tu digli a papà che è malato" diceva mia madre. Continuò così per giorni, fortuna che avevo una console, dove giocavo tutto il tempo, e delle volte con mio fratello salvo. Nello stesso periodo incontrai Daniele, era il mio migliore amico, non che compagno di classe, con lui parlavamo, e combattevamo i bulli a suon di Meme divertenti, facendo diventare quei bulli ridicoli anche a loro stessi. Mentre Daniele era introverso, io ero più estroverso, lui lottava con le parole, io mi difendevo con il corpo, eravamo l'uno complementari all'altro, e ci aiutavamo a vicenda. Ma questa parte della mia vita, si può chiamare "Aspettarsi il peggio".Un giorno mio padre venne da me dicendomi:
Papà: " Christian io non ce la faccio più con tua madre, ho bisogno di chiudere, e tu devi venire con me, perché lei è pazza, malefica, e a voi vi vuole solo per soldi"
Christian:" Papà io però non aspettarti che mi schiero contro mamma o contro te, se vi lasciate devi promettermi che andremo avanti"
Papà: "però c'è un problema, dobbiamo lasciare la casa a mamma, noi andremmo a vivere per un pò nel negozietto dove lavoro, il tempo che raccogliamo soldi".
Non so che mi prese in quel momento, è come se mi vennero dei flashback, di quando da più piccoli, cambiavamo da casa in casa, o finiavamo a dormire per strada o in macchina. Siccome il negozio di cui parla mio padre, era un negozio di parrucchieria che aveva un piccolo sgabuzzino dove dormire, mi sentivo tornato nel passato, come se presto avrei continuato a vivere quel loop, di fame e guerra in famiglia.
Al che io dissi...Christian "No Papà, non voglio più soffrire, non voglio dormire al negozio, andiamo a stare da nonna per un pò, lo raccogli li i soldi, nonna Anna ha una casa grande e dei letti, poi ha la pensione, e può aiutarti a raccogliere"
Mio padre rimandò la discussione, e passarono un pò di mesi, io finii gli studi e mio nonno Paolo, ovvero mio nonno materno morì di cancro, e Daniele si affermò mio migliore amico.
Dopo la morte di mio nonno Paolo, i miei si lasciarono. E io e mio Padre con i miei fratelli, andammo a stare da mia nonna, a una condizione...
Papà: "se mi litigo con nonna o ci sono problemi, tu ne sei responsabile, perché tu, mi hai fatto venire qui"
Christian: "come andrà andrà, sempre meglio che la strada".
Era l'inizio della fine, è stata tutta una conseguenza, tutta una questione di scelte.
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"Bastardi senza sangue"
Short Storya tutti i ragazzi soli, che si sentono il mondo crollare addosso, non abbattetevi, non abbandonatevi a voi stessi, trovate la forza dentro di voi, quella fiamma che vi spinge all'ambizione, che vi spinge e vi da un motivo per alzarvi dal letto con i...