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Avete presente quando sapete che state facendo una cazzata ma continuate a farla?
Bene, questa era la situazione in cui si trovava Izuku a causa di una serata organizzata solo per farlo svagare e divertire, cosa che non stava funzionando visto il suo stato indecente e avvilito mentre teneva il telefono in mano.

<Ma cos... ti rendi conto di che ore sono?>
<Non me ne frega un cazzo! Rispondimi, perchè l'hai fatto Kacchan!?>
<Deku ma sei ubriaco?>
<Che te ne frega?>
<Dimmi dove sei>
<Sono a ballare e a divertirmi cercando di non pensare che tu, proprio tu, mi hai baciato!>
Ormai stava urlando, chi entrava nel bagno lo ignorava uscendo velocemente, non gliene importava nulla e probabilmente non se ne rendeva nemmeno conto.
<Deku, Deku sei in bagno?> Kirishima lo stava chiamando da fuori la porta, probabilmente Ochako l'aveva messo al corrente e ora si sentiva anche in colpa per aver rovinato la serata ai suoi amici che si stavano sicuramente divertendo prima di quel momento.
<Deku dimmi dove cazzo sei!!> Bakugo adesso stava urlando tanto da metterlo in soggezione, riuscì a sentire la sua collera dal cellulare e ricominciò a piangere attaccando poco dopo senza neanche rispondergli. Il biondo provò a richiamarlo più e più volte ma ormai non prestava più la minima attenzione alla sua suoneria, il rosso aprì di colpo la porta trovandolo accasciato e in disordine, aveva i capelli che erano un disastro e gli occhi rossi dal pianto.
Lo prese sottobraccio portandolo fuori dove c'erano anche Uraraka e Mina preoccupate, si sedettero tutti e tre al tavolo, Eijiro si allontanò poco dopo lanciando un'occhiata d'intesa alle due.
<Ehi ehi, che succede?> la brunetta lo guardava in ansia non sapendo bene cosa fosse successo ma immaginando subito la fonte di tutti quei problemi.
<Niente niente, sto bene ragazze grazie.> tirò su con il naso andando a torturarsi il labbro, cercando di riprendersi e maledicendosi per aver esagerato per l'ennesima volta afferrando, come un'idiota, il bicchiere della rosa e tracannandolo velocemente.
<Deku!!! Che hai stasera?> Ashido era realmente atterrita da quel comportamento, non lo aveva visto mai in quello stato mentre per Ochako non era la prima volta anche se quella sera aveva superato sicuramente il suo limite lasciandola senza parole.
<Scusate, scusate, scusate!!! Era meglio se rimanevo a casa invece di rovinarvi la serata, perdonatemi...> finalmente si stava calmando mentre la bruna gli passava la mano sulla schiena rincuorandolo di stare tranquillo e di non preoccuparsi.
Mina lo abbracciò di colpo, voleva confortarlo e consolarlo anche se non comprendeva cosa fosse successo al suo amico sempre sorridente e dolce per farlo stare in quel modo.
Kirishima tornò dopo una decina di minuti, si stava grattando la testa impensierito e preoccupato con il cellulare in mano, i suoi occhi cercarono quelli di Mina che provò a capire cosa stesse succedendo e scorgendo dopo poco una folta chioma bionda camminare nella loro direzione.
Il cuore del verdino iniziò a battere all'impazzata, senza fiato a quella vista, atterrito e consapevole della tempesta in arrivo. Katsuki si avvicinò in silenzio afferrandolo per il braccio e trascinandolo fuori, Izuku spalancò gli occhi per quel contatto cercando di divincolarsi ma la mano che lo teneva serrò la presa senza neanche guardarlo portandolo all'esterno dal locale sotto gli occhi preoccupati dei suoi amici.
<Si può sapere che cazzo stai facendo Deku? In che cazzo di stato sei?!> ormai erano soli in quel vicolo, riusciva a sentire ancora la musica nelle sue orecchie dato che non erano poi così distanti.
Midoriya si guardava i piedi preoccupato, non sapeva cosa rispondere visto che non si sarebbe mai aspettato di vederlo comparire là ma probabilmente l'aveva fatto infuriare molto visto il suo tono di voce basso e minaccioso.
<Ora che cazzo fai, non mi rispondi? Cristo, mi fai esasperare!> il verdino sentì la rabbia montare, stava così male per colpa sua e il biondo invece gli stava rivolgendo parole di sdegno e ira come se non comprendesse quanto stesse soffrendo.
Katsuki lo afferrò per le spalle obbligandolo a guardarlo negli occhi, in quei bellissimi occhi rossi come il fuoco, incantevoli e dannati.
<Oi rispondimi diamine!>
<Che cosa sei venuto a fare Kacchan?> la voce bassa mentre gli puntava i suoi smeraldi addosso.
<Ti rendi conto di come sei conciato?>
<Si e non sono affari tuoi.>
<Sono affari miei se mi chiami alle due di notte mentre piangi disperato e moribondo senza darmi una spiegazione!>
<Dammela tu una spiegazione! Perchè mi hai baciato!? A questo devi rispondere!>
<Ma che cazz->
<Rispondimi!!!>
<Cazzo non lo so Deku! Avevamo bevuto!>
<Pensi che possa essere una risposta ?>
<Cosa vorresti sentire ?>
<Sicuramente non questo...> le lacrime iniziarono a scendere nuovamente, neanche se ne accorse. Il biondo ne catturò una con il pollice cercando di scacciarla via ma un'altra seguì dopo poco, il verdino alzò lo sguardo fissandolo ormai al limite.
<Non cercarmi più, dimenticati di me e basta... lasciami vivere in pace... ti prego...>
<Ma che cazzo stai dicendo>
<Io non ti ho disturbato in quest'anno, me ne sono stato per i fatti miei ignorandoti ed evitandoti quindi ti pregherei di fare lo stesso...>
<Te lo ripeto nuovamente, che cazzo stai dicendo.>
<Voglio andarmene.>
<Non ci pensare proprio, tu non te ne vai in queste condizioni.>
<Allora riportami a casa e vattene se proprio ci tieni.> Izuku non lo guardava più ormai, stava fissando un punto imprecisato alle sue spalle cercando di tenere la voce il più calma e imperturbabile possibile anche se ovviamente era impossibile visto come stava.
Il biondo sospirò sbattendo più volte le palpebre domandandosi cosa fare, come affrontare quella situazione nel modo migliore lanciandogli un'occhiata più volte mentre il verdino si teneva una mano sulla fronte tenendo gli occhi chiusi, riusciva a vedere il suo labbro tremare come anche le mani.

Katsuki raggiunse la macchina e lo fece salire, il viaggio fu breve ma silenzioso, la tensione si percepiva sempre più e Midoriya si stava arrovellando sul perché avesse fatto tutti quegli errori stupidi come se fosse ancora un adolescente in preda a gli ormoni. Un completo idiota che sapeva di non avere nessuna speranza e che ancora ci soffriva, doveva cercare di superare quella maledetta cotta e andare avanti.
Non riusciva neanche a pensare a qualcun altro ma come come minimo ci avrebbe dovuto provare come stimolo per non pensarci, il lavoro non aveva funzionato e anzi, lo aveva sopraffatto più e più volte. Era stato anche richiamato dai suoi superiori per l'eccessivo numero di ore che svolgeva di ronda e Ochako lo aveva ripreso più volte per il suo modo sconsiderato di agire cercando di farlo ragionare e rinsavire invitandolo, perlomeno, a valutare qualcun altro cosa che aveva continuamente rifiutato.
Che fosse arrivato il momento di rottura in cui andare oltre?


<Deku siamo arrivati, dove hai messo le chiavi? > Bakugo lo stava tenendo sottobraccio, erano davanti alla porta e il verdino non riusciva a ricordare come ci fosse arrivato.
<Tasca.> sbiascicò con voce bassa cercando di tenersi in piedi, l'alcool ormai gli aveva annebbiato la mente e intontito i sensi.
Il biondo frugò tra i suoi pantaloni facendogli venire un brivido fin quando non sentì il rumore metallico della serratura sbloccare la porta. Fece un paio di passi incerti in avanti distanziandosi per poi indicarlo con decisione.
<Adesso puoi andar-> non riuscì a terminare la frase, gli girava la testa ormai completamente stordito e disorientato, poi il buio, sentiva solo la voce del biondo chiamarlo ripetutamente allarmato e preoccupato e quasi sorrise immaginandoselo in quello stato.

La mattina seguente la testa gli pulsava provocandogli dolore, aprì lentamente gli occhi cercando di abituarsi alla luce che filtrava dalla finestra della camera mentre cercava di ricordare cosa fosse successo per ritrovarsi li.
Sentiva stranamente freddo e si accorse di essere mezzo nudo con solo i boxer, poi un rumore al suo fianco lo allarmò facendo guizzare i suoi occhi in quella direzione.
Si ritrovò una chioma bionda e dormiente proprio al suo fianco, anche lui solo in intimo.

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