CAPITOLO 7 (finale)

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Alla prima luna piena, Albero cominciò già a creare i primi germogli di nuovi rami.

La sua forma non era più dritta e slanciata verso il cielo, come un tempo. Adesso aveva due bizzarre ali di fronde, che oscillavano sbilenche al minimo cenno di vento.

Non era di certo "normale", ma le sue creature avevano imparato che siamo tutti unici e speciali. E considerarono questo come un dono.

Gelsi non venne più trattata come una fonte di sventura. Anzi, Vecchio Tronco le disse che il dono dei suoi colori aveva un nome: si chiamava Speranza. E avrebbe dovuto custodirlo e tenerlo caro per i tempi a venire.

Il dono di Trillo, invece, continuò Vecchio Tronco, si chiamava Carità.

E quello di Rametto, Fede.

Rametto e Trillo furono felici quando il loro caro amico, e fratello, venne riammesso nella comunità di Albero con una grande cerimonia.

"Vedrai che adesso si monterà la testa," commentò Rametto.

"Oh, ma lo smonteremo subito, non c'è problema!" ribatté Trillo, strizzando il suo occhio azzurro.

Gelsi dal canto suo non vedeva l'ora che quella festa finisse per poter giocare con loro senza altre preoccupazioni.

Stava per dirlo, e giustificarsi, ma si accorse che i due amici avevano parlato apposta ad alta voce per burlarsi di lui.

Così tutti e tre finirono per scoppiare in una sonora risata.

Risata che salì fino al cielo e alle stelle.

Danzando e cantando con loro.


Un passo avanti

E un altro ancora

Dipingi sogni raggianti

E il tuo futuro colora

La paura si inchina

Al tuo passo sicuro

Perché una luce argentina

Sta proprio dietro al muro

Sei unico e speciale

Il tuo dono è vitale.


.... GRAZIE per avere letto questa storia. Ci vediamo al prossimo "sogno"! :-D

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