5. Imagine

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Liverpool - Maggio 2023

Alessandro POV

"Ci siamo già detti tutto quando dovevamo."

Quella frase mi risuonava nella testa, non riuscivo ad allontanarla da me, non riuscivo a scacciarla in nessun modo. Ci avevo provato nei mesi precedenti, avevo fatto sport estremi ma non aveva funzionato, avevo dormito in tanti letti di estranei ma neanche quello era servito, non mi restava che provare con la terapia, e anche se non pensavo fosse possibile per una persona come me, analizzare le proprie emozioni, stavo provando a farlo, al momento con scarsi risultati.

Mi chiedevo spesso se quello fosse semplice orgoglio, oppure fosse qualcosa di più profondo, avevo sempre difficoltà a riconoscere le mie vere emozione, e questo non era cambiato neanche ora che avevo avuto modo di riflettere sul passato e su quello che avevo sbagliato. Ma avevo davvero sbagliato qualcosa? Io ci avevo creduto davvero, non riuscivo a mettermi nei suoi panni, forse neanche lo volevo. Il mio psicologo mi diceva sempre che avrei dovuto iniziare a concentrarmi un pò meno su me stesso e capire che in un rapporto, qualunque esso sia, si era sempre in due e che avevano valore anche i sentimenti degli altri. Non lo facevo per egoismo, ma ad ora non ci riuscivo mai ad andare oltre. Avevo capito che utilizzato le battute e l'ironia, per contrastare le discussioni e per non prendermi le responsabilità delle mie azioni.

Ero arrivato a Liverpool con la consapevolezza che lo avrei rivisto di nuovo, mi ero preparato psicologicamente da settimane, avevo deciso che questa volta sarei stato io ad ignorarlo, a farlo sentire il nulla, come lui aveva fatto con me solo qualche mese prima.

"A cosa stai pensando?" Mi chiesero ridacchiando sotto i baffi.

"A nulla." Risposi con espressione neutra, non ero in vena di scherzarci sopra, visto che avevo passato la notte precedente a rigirarmi nel letto.

"Ascolta Ale, mi ha chiamato la manager di Marco, serve che facciate una foto per farvi vedere uniti come nazione. Tu hai diversi fan stranieri e lui è molto amato; quindi, potrebbe essere una buona cosa per entrambi."

Scossi la testa improvvisamente, pensando che forse in quel modo quello che avevano appena detto fosse sparito nel nulla. Sospirai e poi mi alzai dalla sedia sulla quale ero seduto. "Quando?" chiesi solo. "Prima delle prove."

Feci un cenno con il capo e rimasi in silenzio per il resto della mattinata. Forse la mia reazione era spropositata, ma ero rimasto molto deluso dalla sua chiusura totale quando lo vidi a Sanremo e ora mi sembrava assurdo dover fingere chissà quale rapporto con lui.

Uscii a fumare una sigaretta e chiamai il mio migliore amico Gabriele, avevo bisogno di un consiglio spassionato, di qualcuno che mi conosceva realmente. Appena rispose gli raccontai tutto e poi come sempre, mi ritrovai a ridere come un bambino delle sue battute idiote. Per lui la questione era molto semplice, per lui era giusto che io e Marco tornassimo insieme, ma se fosse stato così semplice, non mi sarei sentito come in quel momento: perso e terribilmente confuso.

"Ale, io te lo dico per l'ultima volta. Siete stati due coglioni a lasciarvi e non cercarvi più. Due persone si lasciano se non si amano più. Voi invece avete mollato, vi siete arresi e ora questa situazione non fa del bene a nessuno." Non potevo vedere la sua faccia, ma sapevo che in quel momento, aveva la vena del collo in evidenza, visto che questo discorso lo rendeva sempre particolarmente teso.

"Non ti amo più."

Non ci avevo creduto davvero a quella frase, ero bravo a leggere nei suoi occhi, ero bravo a capire le sue espressioni e la sua bocca e i suoi occhi erano su due dimensioni opposte. Non ci avevo creduto, ma ogni tanto ci pensavo e mi chiedevo se avessi realmente ragione e se invece lui fosse davvero andato oltre?

Marco Mengoni & Mahmood - Shades of the MoonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora