Sarebbe stato davvero così deplorevole dare fiducia ai più malsani dei miei desideri e ai più cupi dei miei impulsi?
Lavorando al Guilty Pleasure pensavo di essere ormai pronta a tutto e che nulla potesse più scalfirmi, ma evidentemente mi sbagliavo.
Le mani iniziarono a tremarmi e passai il contenitore ad Ethan, che aveva tirato fuori un fazzoletto di cotone dalla tasca dei jeans e lo stava usando per estrarre dalla scatola una pistola.«Che cosa significa?» chiesi preoccupata.
«Ancora non lo so, ma niente di buono»
Ethan aveva tolto i proiettili con cui era caricata l'arma e continuava a rigirarsela tra le mani.
«È una Glock da 9 millimetri, è la pistola più diffusa in tutti gli Stati Uniti» mi spiegò avvolgendola nel fazzoletto e nascondendola dentro la sua giacca.
«Quindi non ci può essere di nessun aiuto...» sussurrai delusa alzandomi dal pavimento.
«Non proprio. Ogni arma ha un numero di serie da cui si possono ricavare il proprietario ed il venditore, magari se rintracciamo chi l'ha venduta e chi l'ha comprata potremmo scoprire qualcosa di nuovo» posò il suo sguardo su di me e per la prima volta da quando lo conoscevo parve speranzoso.
«Abbiamo trovato un indizio» sorrisi orgogliosa.
«Si Arabella, abbiamo trovato un indizio» confermò con una parvenza di dolcezza nella voce.
Mi accennò addirittura un sorriso e mi si illuminarono gli occhi per la felicità.
Ero stata utile.
Avevo dato un contributo in qualcosa di importante.
Quella avrebbe potuto essere la mia occasione per ricominciare a vivere sul serio e non solo sopravvivere.
L'adrenalina che sentivo scorrermi nelle vene mi elettrizzava, avrei voluto già aver scoperto qualcos'altro per proseguire nell'indagine, ma sapevo che avrei dovuto essere paziente.Ethan richiuse la scatola e la riposizionò nello scomparto segreto, poi ci incastrò davanti la piastrella sbeccata ed uscì dal bagno.
«Forza, andiamocene» mi richiamò con quella che sembrò quasi gentilezza.
Lo seguii fuori dalla stanza del motel, e stavolta mi tenne la porta aperta e aspettò io la chiudessi a chiave prima di incamminarsi di nuovo verso la reception.
Ebbi l'impressione che stesse camminando con più calma rispetto a prima per fare in modo io non rimanessi indietro e mi scappò un piccolo sorriso compiaciuto.
Quando arrivammo al piano terra ed il vecchio seduto al bancone ci vide, ci guardò perplesso.«Ecco a lei le chiavi, complimenti per l'arredamento» lo ringraziai sorridente, sperando non sospettasse di noi visto il poco tempo che avevamo trascorso nella stanza.
«Avete già finito?» continuava a spostare lo sguardo incredulo tra me ed Ethan, che si era fermato alle mie spalle.
«Si, è stato... breve ma intenso, direi» gli scoccai un'occhiata eloquente sperando non ponesse altre domande.
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𝚩𝐋𝚨𝐂𝚱𝐎𝐔𝐓
Romance«Adesso sei mia, piccola fenice. E non potrai mai dimenticarlo. Hai il mio cuore inciso nella carne, e non puoi più scappare da nessuna parte. Ti ritroverò ovunque seguendo il profumo della tua pelle scottata, e quando ti divorerò tu non potrai fare...