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Lo osservò per qualche secondo atterrito e sconvolto poi arretrò fino a cadere dal letto provocando un rumore tonfo nella stanza. La figura nel letto si mosse strofinandosi gli occhi e sedendosi guardandolo interrogativo, averlo la indossando praticamente niente lo fece imbarazzare immediatamente e cercò di coprirsi con la coperta su cui si era aggrovigliato cadendo. 
<Ma cosa ci fai qua...> neanche il tempo di dirlo che un dolore lancinante sembrò trapassargli la testa, ovviamente i postumi della sbronza non si stavano facendo attendere e si massaggiò le tempie sofferente.  
Il biondo si alzò e sparì dopo poco fuori dalla camera, il verdino lo cercò con lo sguardo battendo più volte le palpebre non comprendendo cosa stesse facendo per poi ritrovarselo dopo poco di fronte, seduto mentre gli porgeva un bicchiere e una pasticca.
<Prendila idiota.> Izuku lo guardò con un sopracciglio alzato per quell'ultimo appellativo utilizzato, era infastidito ma decise di non dire nulla eseguendo in silenzio mentre lo osservava di sottecchi prendendo colore.
Non riusciva a ricordare minimamente cosa fosse successo la sera prima o per meglio dire non comprendeva perchè entrambi fossero in quello stato, rimembrava di avergli detto di riaccompagnarlo e andarsene perciò non capiva perchè Katsuki fosse li a guardarlo con quell'espressione strana e incuriosita. 
Il biondo aveva le braccia poggiate sulle ginocchia e Midoriya gli porse il bicchiere vuoto facendo sfiorare le loro dita distrattamente e afferrando dopo poco la coperta, in imbarazzo. Alzò gli occhi osservandolo meglio, aveva un fisico da lasciarlo senza fiato, il petto forte e possente come anche le braccia, riusciva a vedere anche i muscoli delle gambe flettersi ad ogni movimento come anche la mascella e la parte del collo... i suoi occhi vagarono su quel corpo fino ad incrociare quelli rossi e profondi rendendosi conto di averlo fissato fin troppo distogliendo immediatamente lo sguardo. 
<Deku...> 
<Che ci fai ancora a casa mia?> sputò la prima cosa che gli venne in mente e ovviamente quella che più lo impensieriva. 
<Deku tu-> 
<Perchè non hai niente addosso?> Bakugo s'interruppe alzando un sopracciglio e avvicinandosi di poco a quel viso ormai in fiamme. 
<Cosa ti sta passando per quella testa incasinata?> se Izuku avesse potuto aggiungere un'altra tonalità alla scala dei colori sicuramente l'avrebbe fatto.
<N-niente!> alzò di poco la sua voce facendo sogghignare il biondo di fronte a lui che si era fatto nuovamente avanti socchiudendo di poco gli occhi  fissando i suoi smeraldi che cercavano di evitarlo fallendo miseramente. 
<Uhm...> poi si alzò con la schiena incrociando le braccia e parlando piano.
<Mi hai vomitato sui vestiti, ovviamente anche sui tuoi quindi ho pensato di spogliarti e lasciarti con l'unico indumento che si era salvato. Stessa cosa valeva per me come puoi intuire da solo.> 
<E perchè sei rimasto qua? Hai dormito nel mio stesso letto e->
<Perchè in trasferta non è successo? Di cosa ti stai sconvolgendo tanto?> 
Midoriya deglutì rumorosamente costatando quanto avesse dovuto metterlo in difficoltà, lo aveva riportato a casa e liberato dagli indumenti sudici mettendolo anche a letto. Quasi non riusciva a crederci, doveva essere stato veramente penoso ai suoi occhi e si vergognò a morte al solo pensiero. 
<Scusami, non deve essere stata una bella serata.> 
<Direi proprio di no.>
<Ma perchè poi sei rimasto?> gli uscì velocemente come se non riuscisse a controllare i fili tra mente e bocca.
<Non potevo tornare a casa solo in intimo non credi? Non sapevo dove tenessi i vestiti anche se ho notato che hai conservato il mio cappotto dall'ultima volta...> 
<Si, contavo di ridartelo...> 
<Si si, certo...> 
Prima che quel momento diventasse ancora più soffocante di quanto non fosse già il verdino si alzò in piedi raccogliendo velocemente una felpa vicina che gli copriva poco sotto il sedere, si sentiva quei rubini osservarlo dalla testa ai piedi come se lo stesse studiando. 
<Dovresti fare una doccia, ti cerco dei vestiti da poter indossare.> 
<Uhm.> 
Gli porse tutto l'occorrente seguendolo con lo sguardo fino a vederlo scomparire dietro la porta del bagno sentendo poi il getto della doccia aprirsi. La sua maledetta mente iniziò a vagare pensandolo a insaponarsi sotto la doccia, la sua doccia e i boxer si fecero immediatamente stretti. 
Era sbagliato e anche la cosa più stupida da fare in quel momento ma l'immagina di lui, nudo sotto l'acqua mentre si massaggiava il corpo passando dalle spalle fino alle gambe fino alla sua lunghezza lo stava mandando fuori di testa. S'immaginò mentre la ricopriva con il sapone accurandosi di insaponarsi bene sfregando più volte, quell'idea gli fece percepire la temperatura nella stanza quasi come quella del sole. La mano che era inevitabilmente scesa tra le gambe si stava muovendo all'impazzata, forse aveva ancora in corpo un pò di alcool o forse avere la persona che desiderava ardentemente nella sua casa lo destabilizzava al limite della ragione facendogliela perdere completamente. 
Il movimento si fece sempre più veloce, gli mancava l'aria ma neanche ci faceva caso mentre stava seduto a terra con la schiena appoggiata al letto, la sua mente continuava a fantasticare di prendere parte a quella doccia, di essere posseduto e preso con tutta la forza e il desiderio che riusciva a immaginare far parte del biondo sopra tutto in quei momenti. Poggiato con la schiena alla doccia a gambe aperte mentre gli affondava dentro afferrandolo con veemenza continuando a ripetere il suo nome...
Venne dopo poco ritrovandosi la mano piena del suo liquido, afferrò velocemente un pacchetto di fazzoletti sul comodino cercando di darsi una ripulita riprendendo fiato non riuscendo però a cancellare quel pensiero che poteva essere solamente un'utopia, doloroso più di un braccio o una gamba rotta.
Trattenne le lacrime a fatica realizzando nuovamente quanto la sua vita fosse ingiusta, quanto fosse stupido ad amare qualcuno che neanche sapeva cosa fosse, che fosse orientato verso una sessualità così diversa dalla sua che anche solo pensarlo con una donna gli faceva venire i conati di vomito. 
"Che diamine sto facendo..." Ormai se lo ripeteva da tempo, continuava a muoversi e vivere senza un piano o una direzione, la sua felicità ormai persa da tempo e la consapevolezza di mostrare solo una maschera di se stesso per non far vedere quanto fosse in realtà depresso. 
<Deku?> la folta chioma bionda fece capolino sopra di lui facendolo scattare in avanti preoccupato e angosciato che avesse potuto vedere qualcosa di compromettente, qualcosa che avrebbe segnato quel momento come uno dei peggiori della sua vita ma fortunatamente non fu così. 
<Ehm...> gli occhi rubino lo scandagliarono con attenzione mentre si leccava le labbra pensieroso.
<Senti non ho un cazzo da mangiare a casa, potremmo pranzare insieme anche se immagino che non sei messo meglio.>  sbuffò sogghignando Katsuki mentre Midoriya osservava  come i suoi vestiti gli stessero eccessivamente aderenti, temeva che quella maglietta sarebbe scoppiata da un momento all'altro. 
<Va... bene.> sorrise debolmente alzandosi e indossando i pantaloni della tuta superandolo andando in cucina cercando di trovare qualcosa di commestibile nei vari cassetti. 
Bakugo lo seguì silenzioso osservandolo con attenzione aiutandolo a preparare qualcosa da mangiare per entrambi non risparmiando minimamente frecciatine sulle sue doti culinarie. 

<Non lavori oggi?> si erano seduti sul divano a guardare uno stupido programma che ovviamente non stava interessando nessuno dei due. 
<No, mi hanno dato un paio di giorni dopo essere tornati dalla trasferta.> 
<Uhm.>
<Tu?> 
<Anch'io.> 
Ci fu un silenzio imbarazzante in cui nessuno disse niente poi il biondo parlò piano. 
<Sei cambiato.>
<Eh?> 
<Da quando ci siamo diplomati ti sei allontanato, chiuso completamente diventando sempre più schivo verso tutti. Cosa... cosa ti è successo?> sembrava ragionare a voce alta ma sapeva che la domanda fosse indirizzata a lui. Il verdino sospirò non sapendo bene che dire valutando nella mente come uscire da quel discorso difficile da affrontare.
<No beh, mi sono concentrato sul lavoro Kacchan.> gli sorrise cercando di sembrare convincente ma ovviamente il suo amico d'infanzia non si faceva abbindolare così facilmente.
<Cazzate.>
<E tu? Non sei sparito? Non sei andato avanti?> 
<Ecco perchè ti dico che sei cambiato...> 
<Cosa intendi ?> 
<Una volta non avresti parlato così, mi seguivi e osservavi sempre ogni mia azione o missione...>
<Non capisco la domanda.> 
<Non era una domanda Deku.> Bakugo si girò fissandolo accigliato poggiando un braccio sul divano.
<Prima era diverso Kacchan... era tutto più... semplice.>
<Non fare l'enigmatico e spiegati diamine.> il verdino si passò una mano tra i capelli innervosito e preoccupato. 
<Intendo che frequentavamo gli stessi posti, le stesse lezioni, le stesse persone...> 
<E che dovrebbe significare? Siamo solo cresciuti Deku.>
<Lo so... lo so...> sospirò cercando delle parole migliori ritrovandosi la mente vuota. 
<Senti Deku.... così per dire... stai uscendo con faccia tonda?> 
<Eh?>
<Uraraka.> 

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