'Ti prego, accompagnami tu domani. Non posso andare lì da sola, mi prenderanno per pazza!'
'Ti ho già detto di no, non andrò mai a un campo da calcio sotto al sole con 40 gradi per vedere ventidue rintronati strapagati che corrono dietro a un pallone, mai. Prenderebbero me per pazza!'
'Abby May Grove, in nome della nostra amicizia e del patto sancito in prima elementare ti ordino di venire con me per evitarmi di fare figuracce. E poi non si sa mai, magari trovi l'ispirazione per un nuovo articolo... eddai...'
'Certo, un articolo denigratorio'
'Come vuoi, basta che vieni, lo prendo come un sì! Passo a prenderti io domani, ora devo scappare, se no chi la sente quella.'
La fan sfegatata di calcio, o meglio dei calciatori, è Grace, la mia migliore amica fin dalla prima elementare e "quella" è la stilista a cui fa da assistente (schiava) da ormai sei anni.
Le voglio bene come se fosse mia sorella, ma sono ben lontana dal condividere la sua ossessione per il matrimonio da favola con un calciatore, le basterebbe leggere due giornali per capire che finisce sempre nello stesso modo, tradiscono sempre.
Nonostante questo, non è la prima volta che riesce a convincermi ad accompagnarla, più che altro perché entrambe temiamo le potenziali figuracce che potrebbe fare pur di riuscire ad accaparrarsi il marito dei suoi sogni.
Non mi piace il calcio, non mi piace chi ci gioca e soprattutto non mi piacciono i tifosi sfegatati, soprattutto uno: Daniel, il mio ex.
Ero praticamente sicura di incontrarlo, siamo stati insieme tre anni e non si è mai perso una partita, neanche il giorno dopo la nostra rottura.
Così, mentre io ero nel letto soffocata dalle lacrime e dalle coperte che mi tiravo fin sopra la testa per non farmi vedere in quello stato dai miei genitori e da Grace, lui era allo stadio a divertirsi con i suoi amici. Postando foto sui social. Sorridendo.
Non c'era quindi una sola cosa buona dell'andare alla partita, avevo rivisto poche volte Daniel da quando ci eravamo lasciati l'anno precedente e, nonostante ormai l'avessi superata, sapevo che rivederlo avrebbe portato il mio cuore a rompersi in mille pezzi, di nuovo.
Quella con Daniel era la relazione *quasi* perfetta, non credevo che potesse mai finire, eravamo pieni di piani e di sogni, stavamo per prendere casa insieme quando un giorno, senza apparente motivo Daniel venne sotto casa mia e mi lasciò.
Così, sulla strada, senza neanche una discussione.
'è finita, non posso.'
Così ho raccolto tutte le parti di me che avevo sentito cadere sul marciapiede, mi sono ricomposta e sono andata su, non ho versato neanche una lacrima.
Finché non ho aperto la porta di casa, s'intende. A quel punto sono crollata, prima silenziosamente poi con un grido a detta dei miei genitori straziante.
In men che non si dica avevo un gruppo di sostegno ai miei piedi non indifferente. Nei venti minuti successivi mia mamma aveva preparato la mia cena preferita, mio padre si era preparato per andare a rigargli la macchina e Grace era arrivata a casa mia con i popcorn pronta per guardare insieme il mio film preferito: trent'anni in un secondo.
I giorni successivi sono stati un susseguirsi di via vai della mia famiglia, nessuno voleva farmi rimanere da sola e nessuno aveva ancora osato chiedermi perchè, ma sapevo che sarebbe stata solo una questione di ore prima che succedesse. In quel momento mi resi conto che non avevo una risposta, non sapevo cosa fosse successo e lui non si era mai degnato di spiegarmelo, né di scrivermi per chiedermi come stessi. Il giorno dopo la rottura ero riuscita a controllare il suo profilo durante una pausa bagno di mia mamma e l'avevo visto: lui, felice, alla partita con i suoi amici con una birra in mano e di sicuro non lo sguardo di chi da un momento all'altro aveva perso tutte le sue certezze.
Lo so, siamo nel 2023 e non si può sentire che un uomo rappresenti tutte le nostre certezze, ma con Daniel era così. Ci eravamo conosciuti all'università, entrambi eravamo interessati al giornalismo, lui aveva abbandonato dopo pochi mesi, ma nonostante questo non ci eravamo mai separati. Tutti i giorni veniva a prendermi alla fine delle lezioni e io, appena riuscivo, andavo a trovarlo nell'officina che aveva aperto con il cugino. Così, di punto in bianco, mi sono trovata senza la mia quotidianità, senza progetti.
Poi, da un giorno all'altro, mi sono alzata e sono uscita di casa come se nulla fosse, sono andata avanti con la mia vita senza neanche l'ombra di una relazione, non mi lasciavo avvicinare, non volevo darmi l'occasione di soffrire ancora. Non dopo quello che avevo passato.
Tutte le volte che Grace mi chiedeva di uscire mi veniva l'ansia che potesse essere per presentarmi qualcuno, ma devo dire che la mia amica ha sempre rispettato a pieno il mio volere.
A pieno fino ad oggi, quando ha insistito così tanto per farmi andare a questa partita tirando fuori anche l'argomento della scrittura, che per lei era una palla totale.
Andai in bagno per farmi una doccia, non per farmi bella: puzzavo proprio.
La curiosità, però, è donna e mentre scrollavo sul telefono sul water in quello che era il passatempo più famoso dei giorni nostri, andai a cercare che cosa mi avrebbe aspettata l'indomani.
Quale modo migliore per trovare le squadre se non partendo dal profilo del mio ex? Lui doveva per forza seguire tutto ciò che circondava la sua squadra del cuore e io avevo l'occasione per vedere che cosa stesse facendo, sempre per tornare alla storia della curiosità.
E lì, in un solo istante, il mio respiro si fermò. L'ultimo post era una foto di due mani davanti a un panorama a me molto familiare, era il boschetto dove mi aveva portata a fare un picnic al nostro primo appuntamento, il bastardo. Neanche un minimo di originalità.
Sarà stata l'emozione del momento o uno slancio di intraprendenza che mi ha portata a fare ciò che non andrebbe mai fatto in una sessione di stalking del profilo dell'ex: ho messo mi piace. Me ne sono accorta quasi subito, quindi avevo due scelte: toglierlo sperando che non avesse il telefono in mano proprio in quel momento o quella che stranamente avrei scelto, lasciare il mi piace come se fosse una cosa superata da tempo.
Ma non lo era, non lo era affatto e io avevo sempre meno voglia di andare nell'unico posto in cui ero sicura di trovarlo il giorno dopo, probabilmente non da solo.
Non ci posso andare, chiamo Grace e le dico di no. Certo dovrei trovare una bella scusa perché se sapesse che ho guardato il profilo di Daniel inizierebbe tutto un discorso sul dimenticare e l'andare avanti che non ho voglia di ascoltare.
Non ho altra scelta, devo andare e quel che sarà, sarà.
Se solo avessi io il coltello dalla parte del manico per una volta... chissà.
YOU ARE READING
Un amore di calciatore
ChickLitSento di poter affermare con quasi certezza che il 60% di voi sia andata almeno una volta a vedere una partita di calcio, di qualsiasi livello, e almeno la metà di voi si è domandata come potesse essere fare coppia con quel calciatore che tutte ammi...