ORDINI

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Attraverso le porte scorrevoli apparse nella parete. Entro in una stanza rettangolare, abbastanza larga da ospitare quattro file di sedie in metallo, tutte schierate una dopo l'altra di fronte a una scrivania accanto alla parete. Le luci sono tutte chiare e luminose, l'ambiente è piuttosto spoglio, ma ordinato e pulito. La signora Goldgreen è in piedi dietro la scrivania, col suo sguardo da serpe fisso su di me.

"Prego, sedetevi pure. E ascoltate attentamente ogni parola che dico."

Tipico atteggiamento da leader autoritario. Non mi fa tanta simpatia, ma non deve per forza piacermi. Mi metto seduto di fronte alla scrivania.

I suoi occhi sembrano seguire automaticamente ogni mio movimento. Per quello che so, lei potrebbe star benissimo utilizzando una sorta di Miracolo per tenermi nel suo radar.

Si schiarisce la voce. "Bene, ora che ho la vostra attenzione... parliamo di lavoro."

La mia parte preferita. E stavolta non è neanche sarcasmo. "Giusto, giusto. Allora? Dove devo andare? Chi devo ammazzare? Quanto mi pagate? Devo per caso portarmi dietro qualche-"

"TACI, Senzastirpe." Le sue parole sono accompagnate da un sibilo discontinuo, con un qualcosa di metallico.

Mostra i denti, per poi sedersi dietro la scrivania. "Voi non siete qui per farvi beffa della mia pazienza, ma per servire la nostra gente-"

La correggo: "La vostra gente. Non mia."

Non voglio essere coinvolto ancora di più.

Lei sibila ancora, massaggiandosi gli occhi. "Come volete, la MIA gente. Stavo dicendo..."

Prende una cartella in pelle da uno dei cassetti sottobanco. La apre di fronte a sé, sfoglia in silenzio per qualche secondo e la poggia sulla scrivania, avendo cura di tenerla sigillata da tutti i lati. "Dovrebbe essere tutto, sì..."

Alza lo sguardo, di nuovo su di me. "Prima di tutto, signor Mongrel... Ci tenevo a informarvi che questo non sarà il vostro solito lavoretto del martedì sera. Non si tratta solo di ammazzare i cattivi e tornare indietro vivo per farti pagare."

Rigiro gli occhi, per niente convinto. "Molta gente me l'ha detto prima, ma non è mai così complicato come lo fanno sembrare. Alla fine il mio lavoro è sempre uguale: ammazza i cattivi e torna indietro vivo per farti pagare. Nulla di speciale."

"Hm. Potrebbe essere vero, certo. Eppure..."

Il mio sguardo si poggia sulla cartella. "Che c'è lì dentro?"

"Il motivo per cui vi ho convocato qui in primo luogo."

Il suo leggero tono di sdegno mi fa piegare alla larga da lei, come se quel gesto potesse allontanarmi dalla sua crudele facciata, in qualche modo.

Lei se ne accorge, ma senza interesse: "La farò breve: vi offro un compito di importanza vitale. Il vostro nuovo incarico sarà quello di sorvegliare la nostra città, in caso di ulteriori infiltrazioni da parte dell'Aegis Corporation e i suoi membri. Avete già affrontato alcuni dei loro membri di recente, no?"

Esatto. Stamattina, per essere precisi.

Cazzo, solo questa giornata sta sembrando un'eternità.

Conosco bene L'Aegis, ho già fatto i conti con una manciata dei loro membri in passato. Alcuni di loro furono miei colleghi, altri di loro soltanto una spina nel fianco... altri ancora finirono per diventare nuovi bersagli.

Alla fine non si tratta altro che di gente troppo ricca e sfaccendata, che spreca il proprio tempo a rovinare la vita dei Prodigan. 'Per il bene dell'umanità', ovviamente.

Mongrel - Lezioni Di Vita Per Gli Stolti E Gli InutiliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora