Un aiuto dall'Alto

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Il silenzio piombò nella stanza come le bombe americane su Hiroshima e Nagasaki, il finto Raphael aveva gli occhi sgranati e la bocca semi aperta. Sapeva benissimo in cosa consisteva quel rituale, dato che lui stesso aveva proceduto a crearlo insieme a Beelzebub, ma non era sicurissimo che fosse l’unico modo per salvare il suo Angelo.

Saraquael lo osservava con volto impassibile, aspettando una risposta di cui credeva di sapere la risposta, non si sarebbe aspettata una tale reazione da un angelo ribelle, che ora era un Demone con la fama più importante tra gli Inferi.

“Il rituale? Ma…ma quello è una credenza umana! Un’illusione creata da me stesso!”

“E Michael è stata tanto furba da crearci un ascensore alternativo per viaggiare dall’inferno al Paradiso”

“Posso pensarci un attimo? Non…non mi sento benissimo” si portò una mano alla testa, per far intendere che stava avendo un giramento. La castana piegò leggermente la testa, per poi annuire.

“Hai fino a stasera” e con un semplice schiocco di dita sparì dalla libreria, lasciandolo completamente solo.

Crowley si buttò sulla poltrona di Aziraphale, buttando indietro la testa con una sbuffo, ciuffi di capelli rossi gli incorniciarono distrattamente il volto, chiuse le palpebre e si lasciò cadere in un sonno superfluo.

A un certo punto, in sogno, si ritrovò in una stanza buia e una luce accecante brillava nel centro di essa. Il rosso si avvicinò lentamente, non credendo ai propri occhi, sobbalzando non appena sentì quella tanto odiata e familiare voce femminile.

“Ciao Crowley” cominciò Lei, la Creatrice dell’Universo, con tono dolce e pacato.

“T-Tu…ma- ma io credevo che-”

“Che ti avessi abbandonato? No, mio caro, non l’ho fatto. Anzi, Aziraphale è quassù lo sapevi?”

Nel sentire il nome dell’amato, Crowley ridusse le mani a pugno e digrignò i denti, iniziando a fumare dalla rabbia e il fatto che fosse sotto vesti angeliche rendeva tutto più empatico.
La Luce Divina lo osservò senza dire nulla, sapendo già cosa avrebbe detto.

“ADESSO BASTA. PRIMA MI FAI CADERE QUANDO FACEVO SOLO DELLE SEMPLICI DOMANDE E ORA MI TOGLI L’AMORE DELLA MIA VITA UNA SECONDA VOLTA??! MA CHE RAZZA DI MADRE SEI! LAGGIÙ CI SONO DELLE PERSONE CHE STANNO SMETTENDO DI CREDERE IN TE, CHE SI FIDAVANO DI TE! MA IO MI CHIEDO: TI FAI DUE DOMANDE SE SUCCEDONO QUESTE COSE?!”

“Capisco che intendi, ma-”

“AZIRAPHALE HA SCELTO DI TORNARE DA TE PER SISTEMARE IL PARADISO, HA SCELTO DI SALVARE L’UMANITÀ, DI SALVARE NOI DUE DAI TUOI ANGELI, INVECE DI SCAPPARE CON ME E FARCI UN VITA. E ORA LO FAI RAPIRE DA MICHAEL?!”

“RAPHAEL!” la Luce tremò rabbiosa, zittendo il rosso. "RICOMPONITI, PER ME STESSA. So benissimo cosa sta succedendo, so benissimo perché Aziraphale è tornato e so benissimo cosa provate l’uno per l’altro. Quindi, ora ti chiedo: vuoi salvarlo o vuoi rimanere nella Dannazione per sempre?”

“Che mi significa?! CERTO CHE VOGLIO SALVARE AZIRAPHALE!” urlò, gli occhi pieni di lacrime, le ali nere erano spalancate dietro di lui.

“Perfetto, perché il suggerimento di Saraquael è fin troppo rischioso.”

“C’è un altro modo?”

“Sì che c'è, ma dovresti saperlo da solo” suggerì la Luce, Crowley piegò leggermente la testa.

“Non c’è altro modo se non l’ascensore diretto per il Paradiso”

“Che hai già usato”

“Come- URGH, non importa. Sì l’ho già usato, potrei usarlo di nuovo, ma a detta di Saraquael Angelo sta nelle stanze delle torture.”

“Forse sì, forse no”

“Molto utile, ma poi…perché mi stai aiutando?”

“Ho fatto una scommessa con Lucifer su voi due e non voglio perdere.”

Improvvisamente, la stanza cominciò a traballare, Crowley si guardò intorno spaesato, alzando le ali nere per difendersi, ma pochi secondi dopo si ritrovò nella libreria, con il battito accelerato e il respiro leggermente affannoso. Si guardò intorno, poi guardò se stesso e notò di essere di nuovo nella sua forma demoniaca.

“Cazzo, cazzo, cazzo.” imprecò sottovoce, alzandosi dalla poltrona e iniziando a camminare avanti e indietro. Se Aziraphale fosse stato lì lo avrebbe preso per mano, guardato negli occhi e lo avrebbe baciato dolcemente, ma purtroppo non era lì e quindi non ci sarebbe stato nessuno a calmarlo.

“Ok Crowley, ok…cosa farebbe Aziraphale? Cosa…cosa posso fare per…per riavere il mio Angelo?” si portò le mani nei capelli, gettando gli occhiali sulla scrivania. Poteva sentire le lacrime accumularsi nei suoi occhi, le sue labbra tremavano leggermente e il suo battito non era mai stato così accelerato.

CAZZO!” urlò, tirando una bottiglia di vino vuoto contro la porta. “VAFFANCULO. MI HAI SENTITO??! VAFFANCULO, TU E IL TUO PARADISO!”

Non sapeva cosa fare, si sentiva impotente.
Si buttò sul divano di pancia, nascondendo la faccia nel cuscino giallo, e si lasciò scappare un urlo disperato, permettendo che le lacrime gli bagnassero il viso.
Gli mancava Aziraphale. Gli mancava terribilmente.

Angelo… Angelo, ti prego torna da me…”

La sua preghiera arrivò dritta al Cielo, dritta a Lei, che stava osservando la scena senza sapere se essere impietosita o meno.
È vero, era Dio, avrebbe dovuto fare qualcosa, eppure aveva quella piccola parte di sé che sperava che Crowley sarebbe riuscito a trovare un modo per sistemare le cose.

Si ricordava bene i periodi del rosso come Cherubino, tutte le volte che era scappato dalla riunioni con Aziraphale per stare con lui, le volte in cui lo aveva visto battersi con Gabriel per la sua indipendenza e anche i suoi momenti di pianto mentre l’aveva pregata non di farlo Cadere.

Poteva sentire i singhiozzi trattenuti di Aziraphale poco lontano da Lei, poteva sentire la sua fatica a cercare di fare passare la mancanza del compagno.
Perché era così difficile governare tutto? Perché doveva esserci sempre quella parte sentimentale che riusciva a mettere dei dubbi sul Suo magnifico operato?

“Mannaggia a te, Raphael.” lo chiamò col suo vero nome, sapendo che non si sarebbe mai fatto chiamare in quel modo un’altra volta.
“Lo sapevo che tu e Aziraphale sareste stati complicati da gestire, e a quanto pare devo agire io.”

Aziraphale era rannicchiato in un angolo della stessa,il suo cappotto beige strusciava sul pavimento, si stava rigirando un bracciale tra le mani, ma non era un semplice bracciale: era il bracciale che Crowley gli aveva regalato dopo l’Armageddon.
Aveva un ciondolo a forma della metà di un cuore, fatto da una piuma nera. Crowley ne aveva uno identico, ma con una piuma bianca.

Portò il ciondolo vicino alle labbra, posandogli un dolce bacio sopra, chiuse gli occhi e tirò un sospiro di sconforto.
Era certo che il compagno avesse un piano per venire a salvarlo, aveva sempre un piano per farlo, ma poteva solo immaginare il dolore che dovesse provare senza lui accanto che lo confortava.

A un certo punto, quando stava quasi per addormentarsi, vide una luce proveniente dal soffitto, una luce pure e scintillante.
Il biondo sgranò gli occhi, cercando di ricomporsi, asciugò le lacrime mai scese e si rimise il braccialetto.

“Mio Dio…” la sua voce era quasi un sussurro, un sussurro pieno di stupore e paura.

“Credo che sia arrivato il momento che tu mostri chi è il Supremo Arcangelo, non credi?”

N.A.

Mi sento molto come Dio in questo momento.

Cosa avrà in mente la prima shipper della AziraCrow ancora prima che shippare diventasse moda?

LO SCOPRIRETE.

ALLA PROSSIMA ARCOBALENIII

A New Beginning {AziraCrow} Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora