One

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La mia vita fin da bambina era sempre stata progettata nei minimi dettagli, sapevo cosa volevo essere, o meglio sapevo cosa volevo diventare dal primo romanzo rosa, letto per puro caso in una giornata di pioggia. Quello fu il libro, dove per tanti anni mi sono immedesimata. 
Volevo quell'amore, quello dove sfogliando pagina per pagina pensavo che sarei riuscita a trovare, o che lui un domani avrebbe trovato me. E quel libro, è stato letto, riletto e riletto ancora una volta, e col tempo ho sempre cambiato visione, su ciò che ci fosse scritto, su ciò che il finale del libro voleva spiegare. 
Il mio nuovo appartamento a New York era posizionato sull'Upper West Side, la vista era da togliere il fiato. Avevo quasi finito di aprire tutti gli scatoloni che ingombravano il salone da ormai due giorni, nel mentre mi godevo il tramonto più bello che avessi mai visto negli ultimi ventiquattro anni di vita, fin quando la suoneria del telefono mi fa ritornare alla realtà. 

<<Non è assolutamente giusto che ti stia godendo il tramonto su un'attico del West Side, mentre io da una casa in campagna, ti odio Katherina Wallace>>. 

Sage Burke, la mia migliore amica praticamente da sempre, era anche grazie a lei se oggi godevo di un meraviglioso panorama. Aveva sempre creduto in me, nella mie capacità, e in ciò che un domani sarei diventata. Le sarei stata debitrice a vita. 

<<Ma questo appartamento è così grande, quanto vuoto per ammirare un tramonto da sola. E c'è ancora, una camera vuota>> ridacchio, gettandomi sul divano. Avere Sage nella mia vita, era più che fondamentale per me, e quando mi accompagnò per visitare l'attico, lei aveva già scelto la sua stanza. 

<<Bene, era ciò che volevo sentir dire>> riuscivo a percepire il suo buon'umore anche attraverso un telefono. Non ho mai visto una persona più forte e coraggiosa di Sage, anche quando tutto andava male, lei aveva una soluzione a qualsiasi cosa. Ammiravo la sua tenacia, era ciò che da sempre mancava a me, e tutte nella vita avremmo voluto essere almeno una volta Sage Burke. 
La sua intelligenza, superava le aspettative di chiunque, oltre il fatto che era di una bellezza disarmante. 

<<Mancano poche settimane>> sospiro, passandomi la mano tra i capelli. Continuai a parlare con Sage per una buona mezz'ora. Aveva iniziato a raccontarmi dell'appuntamento che il padre aveva organizzato alla nuova fidanzata, che era uguale a quello organizzato alle altre cinque, negli ultimi due mesi. Degli ultimi gossip e segreti che la piccola cittadina di  Rhode Island racchiudeva, e dei litigi continui con il suo ragazzo William. 

Decisi di fare un bagno caldo, finalmente ero riuscita a sistemare tutto nei minimi dettagli. 
Non avendo molta fame, presi un calice di vino rosso e mi precipitai sulla sdraio del terrazzo e iniziai a sfogliare le pagine del libro. La piccola brezza di vento aveva rilassato tutti i miei muscoli, e scompigliato i capelli ancora umidi. Mi guardai per un attimo intorno, i grattacieli illuminavano le strade di New York, e fu in quel momento che pensai che era proprio lì dove dovevo essere, e finalmente ero riuscita ad ottenerlo. 

<<Vanità e orgoglio sono due concetti ben diversi>> improvvisamente, una voce rauca mi distolse dalla mia lettura, girai la nuca nella direzione dove avevo sentito provenire la voce. <<Si può essere orgogliosi senza essere vanitosi. L'orgoglio si collega piuttosto all'opinione che abbiamo di noi stessi, la vanità è ciò che desidereremmo fosse l'altrui opinione>> finì soddisfatto, espirando il fumo che un attimo primo aveva ispirato dalla sua Winston Blue. 
Una figura alta e possente, mi guardava fisso, in piedi, dall'altra parte del terrazzo che lo collegava al mio.  Era alto circa un metro e novanta, capelli neri, occhi neri L'inchiostro dei tatuaggi aveva ormai coperto tutta la sua pelle. Alzai immediatamente gli occhi, quando capì che ciò che lo avrebbe lasciato completamente nudo da lì a poco sarebbero state solo le mutande. 

<<Nate, entri?>> una ragazza alta, bionda, gambe di un angelo uscito da una sfilata di Victoria's Secret e completamente nuda, si avvicina a lui accarezzandogli il dorso del petto altrettanto nudo. 

<<Vuoi unirti Katherina Wallace?>> sorride, distogliendo lo sguardo da quella ragazza a me. 
Espira l'ultimo tiro di sigaretta rimasto, e spegne il mozzicone nell'apposito posacenere. Rimango inerme e alquanto stizzita dalla richiesta appena fatta da uno sconosciuto mezzo nudo che è appena comparso al lato del mio terrazzo. 

<<Sei davvero spregevole>>. Chiudo il libro, prendendo il mio calice di vino dirigendomi verso l'entrata del mio attico, ma la sua voce bloccò ancora una volta i miei passi. 

<<Spero che le urla, non disturberanno la tua lettura>> ride di gusto, mentre fa cenno alla ragazza di entrare dentro casa. 

<<Come conosci il mio nome?>> sospiro stizzita, mentre un'altra folata di vento scompiglia i miei capelli, ormai asciutti e gonfi. Ritiro le ciocche dietro l'orecchio, mentre aspetto una sua risposta. 

<<Strano che tu non conosca il mio>> sorrise, mentre rientrò in casa. Rimasi in piedi, a captare ciò che avrebbe voluto significare la sua frase. Le mie domande, vennero interrotte dall'inizio dei gemiti che provenivano dalla stanza affianco. Irritata, chiudo la finestra dirigendomi nella mia stanza, dove speravo che avrei potuto chiudere occhio, essendo che l'indomani mattina sarebbe stato il mio primo giorno alla Van Der Smit industries. 
Ma è solo quella notte, che capì che quello sarebbe stato l'inizio del mio inferno, e ciò che avrebbe indotto la mia vita a pezzi. E tutto per un solo nome, Nate Van Der Smit. 

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⏰ Last updated: Jun 21 ⏰

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