Flashback

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12 anni fa
Nathan
Sono in camera, sento rientrare mio padre in casa. Dal nulla inizia ad urlare contro mia madre, capisco che è ubriaco come al solito. É appena tornato dall'incontro con le maestre di Yasmin, probabilmente una di loro avrà detto qualcosa sul cambiamento di Yasmin, é dimagrita un sacco e si sta chiedendo in se stessa. E lui ogni volta dà la colpa a mia madre senza capire che il problema è lui. Corro in camera di Yasmin quando sento che iniziano a discutere animatamente, so che ha paura in questi momenti. É molto attaccata a mamma e ha la costante paura di perderla o che mio padre possa farle del male.
«Yasmin, vieni qui. Va tutto bene, ci sono io con te» dico abbracciandola
«Grazie per essere venuto.»  piange, stringendo con forza il mio braccio, nonostante sia anch'io spaventato, cerco di trasmettere sicurezza a lei.
«Nathan, ho paura. Quando smetteranno di litigare?» chiede piangendo
«Fra poco, Yasmin. Te lo prometto.» dico accarezzandole i capelli
«Perché litigano così? È colpa mia?» dice con occhi colmi di senso di colpa.
«No, Yasmin. Non è colpa tua. Litigano per problemi loro.» dico, lei annuisce, cercando conforto nell'abbraccio che le do. La tensione nel nostro mondo diminuisce, anche solo per questo breve istante.
«Starai sempre accanto a me vero Nath?» dice guardandomi con occhi dolci
«Sempre! D'altronde siamo una squadra no?» dico sorridendo e lei annuisce.

Mesi dopo
Dopo anni di tensioni e paure, i miei genitori hanno deciso di separarsi. Sebbene sia felice per questa decisione, non posso fare a meno di sentirmi anche un po' a pezzi. La mia famiglia è divisa, e il peso della responsabilità inizia a pesare sulle mie spalle.
Guardo la casa vuota uscendo, prima di andare via con mamma e Yasmin per trasferirci dai nonni, sento un vuoto dentro. Nonostante i brutti momenti vissuti qui dentro ce ne sono stati altrettanto belli quando a casa eravamo solo noi senza mio padre.
Vedendo mia madre piangere, mi avvicino per abbracciarla
«Andrà tutto bene, dobbiamo andare avanti.» dico sussurrando
Appena ci trasferiamo a casa dei nonni, nonostante la mia giovane età sono costretto a trovare un lavoro.
I nonni non stanno benissimo economicamente, andavano bene in due, ma ora che ci siamo anche noi non riuscirebbero ad andare avanti.
Così la mattina vado a scuola e il pomeriggio lavoro in un piccolo negozio del quartiere per cercare di non far mancare nulla a mamma e Yas.

Sotto lo stesso cieloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora