18. Nudo con i brividi

288 12 5
                                    

Alessandro POV

"Buonasera"

La voce di Marco, coprì i mille pensieri che in quel momento stavano echeggiando nel mio cervello inquieto.

Quando avevo visto l'espressione del ragazzo quel pomeriggio, quasi sofferente, mentre ascoltava una canzone di cui non sentivo neppure la melodia, non riuscii ad evitare neanche lontanamente di avvicinarmi a lui.

Dopo la scorsa notte, quello che sentivo, era molto confuso. Avevo un fidanzato a cui tutto sommato tenevo, ma non avevo pensato a lui neppure una volta su quella panchina buia insieme ai fiori nati dal cemento.

Neppure ora che Marco era davanti a me, con il suo sguardo curioso e un sorriso abbozzato sul viso, mi ero posto il minimo dubbio, di quanto questa vicinanza con il ragazzo fosse effettivamente sbagliata.

Io e Marco ci eravamo distrutti, in tutti i modi possibili, avevamo provato ad andare avanti, ma era chiaro che ci fosse un magnete gigante che attirasse a lui, come una calamita, le nostre due persone ricongiungendole sempre in qualche modo. Non volevo più avere paura di essere sbagliato, non volevo più avere paura dell'abbandono. Perché si se c'era una cosa che avevo capito era che avevo talmente paura di perdere qualcuno, che precedevo l'ultimo saluto, in modo che questo potesse evitare di colpirmi come uno schiaffo in pieno viso.

"Ciao Marco" Lo guardai meglio, aveva indossato una tuta comoda, che conoscevo anche troppo bene, gliela avevo regalata io, non mi ricordavo neanche quando. "Ho ordinato il vino. Ti va?"

Lui annuii timidamente e si mosse in direzione del tavolo che era posto a destra della mia camera da letto, vicino alla porta che dava sul balcone esterno. Ci mettemmo a sedere uno di fronte all'altro e sorridendo lievemente gli versai prima un pò di vino, per poi passargli il calice.

"A cosa brindiamo? A Sanremo?"

Io feci una smorfia e lo guardai divertito. "Banale, sforzati un pò meglio."

Marco deglutì, la voce gli morì in gola, non riuscivo a sentire neanche cosa disse, ma vedevo la sua mano tremare leggermente, quando provò a portare il bicchiere di vetro alle labbra,  si bloccò quasi subito ricordandosi del brindisi. Non riuscii a trattenere le risate, non riuscii a evitare di prenderlo in giro in quel momento.

"Sei sempre così buffo."

"E tu sempre così bello."

Lo disse in un sussurro, come se fosse naturale, come se non fosse passato neanche un minuto dall'ultima volta che lui aveva pronunciato quelle parole. Perché si, Marco me lo diceva sempre quanto fossi bello, molto più del lato estetico, quel "bello" racchiudeva ogni tipo di cosa.

"Anche tu." risposi sincero. Con la bocca, mi bagnai le labbra e continuai a fissarlo.

"brindiamo allora nostra bellezza."

Marco avvicinò il suo bicchiere al mio e senza togliere neanche un secondo il suo sguardo dal mio, brindò insieme a me, per poi bere un lungo sorso di vino, per prendere coraggio forse, per sentirsi più sicuro; e lo stesso lo feci io, perché di coraggio in quella serata di febbraio, dovevamo averne entrambi.

"Quindi cosa pensi della mia canzone?" gli chiesi, cercando di virare il discorso su qualcosa di emotivamente gestibile, senza però pensare al fatto che quella canzone, scritta per lui in parte, forse non era proprio l'argomento migliore.

"Penso che ho sentito solo due frasi, e poi sono scappato." Lo disse come una battuta, ma non risultò tale.

"Perché?"

"Mi ricordava qualcosa che non c'è più, e poi Ale, forse era meglio sentirla direttamente martedì, sai... alla fine non volevo rovinarmi la sorpresa."

Marco Mengoni & Mahmood - Shades of the MoonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora