Marco POV
"Marta una cosa ti avevo chiesto."
Le urlai contro appena arrivò nel mio camerino, dieci infiniti minuti dopo che Alessandro era andato via.
Lei sbarrò gli occhi e mi guardò di traverso. "Che ho fatto?"
"Ti avevo chiesto di non lasciarmi solo."
La vidi avvicinarsi lentamente a me, prendersi le mani nervosamente, come faceva ogni volta che era nervosa.
"Marco ascolta, lo so che è successo qualcosa e immagino anche chi riguardi, però non te la puoi prendere con me e non te la puoi prendere con te. Ora non ci devi pensare, devi solo pensare a te. Sono mesi che lavori a tutto questo."
Aveva gli occhi gonfi e pieni di lacrime, stava soffrendo per me, come capitava spesso e sicuramente era anche sconvolta dal mio modo di porsi, che era insolitamente cattivo.
"Scu...sa" balbettai mentre le lacrime rigavano il mio viso, in un misto di agitazione, rabbia e delusione.
Marta mi abbracciò fortissimo e io ricambiai immediatamente. Mi sentii improvvisamente meglio, forse perché mi sentivo compreso e mi sentivo appoggiato e questo non lo permettevo spesso, anzi era un evento assai raro che qualcuno potesse entrare dentro i miei pensieri.
Mi sistemarono immediatamente il trucco e tornai sul palco, con un sorriso stampato sul viso, perché non avrei permesso a nessuno di rovinarmi quel momento, neanche a lui.
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Rientrai in hotel quando ormai erano le 4 di notte, ero stanco, non del tutto soddisfatto, ma ero felice che fosse arrivato realmente il momento del tanto sudato periodo di stop.
Dopo una doccia caldissima, tirai finalmente un lunghissimo sospiro di sollievo, certo che comunque sarebbero stati i mesi successivi, tutto si sarebbe risolto e il programma di passare qualche giorno in completo relax senza impegni lavorativi, era solo che positivo; dopo gli ultimi anni passati con la perenne sensazione di non vivere davvero nulla.
Presi il telefono per la prima volta da quella mattina, cancellai immediatamente i messaggi di Alessandro, senza neanche leggerli. Fissai il suo numero di telefono salvato in rubrica, per almeno dieci minuti, con le dita picchiettavo sullo schermo del telefono. Sbuffai, mi dimenai rigirandomi nel letto vuoto e poi sospirai.
Blocca contatto.
Decisi di aprire i social e vidi tutte le foto pubblicate del momento mio e di Ale sul palco, mi scappò anche un risata. Se la gente avesse davvero saputo tutta la storia, ora i commenti sarebbero molto diversi, ma alla fine era simpatico constatare come con un solo sguardo migliaia di persone avessero fatto altrettante teorie, ognuna più sbagliata della precedente. Nonostante tutti pensassero a quelli sguardi come quelli di due persone che si volevano, quelli erano solo sguardi di due persone che si trovavano vicino alla persona più sbagliata, nel momento più sbagliato.
"Domani voglio partire la mattina presto, voglio tornare a Milano il prima possibile."
Inviai un messaggio a Marta e spensi il telefono, ma il cervello quello no, quello non si poteva spegnere come un apparecchio informatico qualunque. I pensieri si facevano sempre più piccoli, sempre più infami dentro di me. Come se quelle poche ore di felicità avessero spazzato via tutti i traguardi che avevo raggiunto. Era già complicato per me lasciarmi andare prima di tutto questo, ora che avevo la conferma che non si toccava realmente mai davvero il fondo, non sarebbe stato facile tornare a galla.
Era inevitabile non chiudere occhio quella notte, fra adrenalina, delusione e tanta tanta ansia.
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Il sabato successivo ero davanti alla televisione, da solo. I programmi della serata erano due o tre birre e un sacco enorme di patatine alla paprika che avrei spazzolato, non volendo pensare neanche un secondo, almeno per quella giornata, alla dieta.
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Marco Mengoni & Mahmood - Shades of the Moon
FanfictionCOMPLETA! Mi misi la camicia e allacciai la cintura dei pantaloni, non riuscivo più a guardarlo. "Quindi non mi ami?" mi chiese, con uno sguardo confuso, perso. "Non ti amo più." Il silenzio che portò quella frase, mi fece male, ma era necessario; s...