24. Come un abbraccio sulle scale

224 17 3
                                    

Marco POV

Alessandro.

Davanti a me, con la faccia gonfia.

Un labbro rotto.

Gli occhi ricolmi di lacrime.

Perché era lì? Chi l'aveva ridotto in quel momento? Perché era venuto da me? Avrei voluto avere immediatamente queste risposte, ma mi venne solo di raggiungerlo sui gradini delle mie scale, gli poggiai una mano sulla spalla e mi si strinse immediatamente il cuore. Deglutii a fatica e poi feci l'unica cosa che il mio cervello mi proponeva: lo abbracciai, con delicatezza. 

Come un abbraccio sulle scale.

Mi staccai da quell'abbraccio poco dopo, senza dire nulla. Con il suo profumo che mi riempiva le narici e con la sua presenza che mi sconvolgeva come sempre le sicurezze. Salii i gradini delle scale e mi spostai per farlo entrare, mi fermai qualche secondo ad osservare nuovamente il suo viso, pieno di botte, pieno di sangue, pieno della cattiveria umana.

Deglutii ancora, non avevo più saliva. Mi sentivo malissimo a vederlo in quello stato, mi sarei sentivo male con chiunque effettivamente, ma con lui ancora di più.

"Marco io... non so perché sono venuto da te."

"Mi dici solo se sei ferito? Dobbiamo andare in ospedale? Cosa ti fa male?"

Lo guardai con uno sguardo serio, quasi rilassato. Ma dentro di me, c'era il panico.

"Io.. emh.." balbettò. "Io... mi fa male il fianco, ma non voglio andare in ospedale."

Lo guardai e sospirai. "Andiamo in bagno forza."

Lo presi per il braccio e mi feci seguire fino al bagno degli ospiti, dove avevo tutti medicinali. Lo vidi osservarsi brevemente allo specchio e sussultare. Si toccò il viso e vidi una lacrima scendere dai suoi occhi gonfi di tristezza.

"Ale, stai calmo. Ora risolviamo tutto" 

Gli sorrisi, ok lo odiavo, ok tutto. Ma in quel momento non mi importava.

 "Togli la felpa e la maglia."

"Cosa?" balbettò ancora lui.

"Spogliati Alessandro, forza."

Lo vidi muoversi lentamente, sul viso una serie di smorfie dolorose e poi completamente rosso dall'imbarazzo, non si guardò allo specchio, non serviva.

"Io.. Ale, dobbiamo farti visitare, qui potrebbe esserci una costola rotta."

Avrei voluto urlare da quanto mi faceva male vedere il suo corpo rovinato in quel modo, da quanto in quel momento mi sentissi impotente, di fronte a tutto ciò.

"Non voglio andare in ospedale, perché significherebbe..."

Lo bloccai, non era quello il momento di parlare di quello, ora bisognava solo porre rimedio a tutto quello. "Ok, poi trovo una soluzione. Il mio amico medico magari può venire domani."

Mi girai verso il mobile dietro di me, presi cotone, disinfettante, cerotti e dell'anti dolorifico, che sicuramente sarebbe servito.

"Siediti." sussurrai e gli indicai la sedia dietro di lui. 

Lui si affidò completamente a me, chiudendo gli occhi mentre lentamente e più delicatamente possibile gli ripulivo il viso con il disinfettante. Passai lentamente al fianco, c'erano dei tagli, oltre che al gonfiore che rendeva la sua pelle quasi violacea.

"Ahia." si lamentò, strizzando gli occhi.

"Dai Ale, adesso passa." 

Gli occhi mi si riempirono di lacrime, quella tensione era dolorosa, le botte che aveva preso erano dolorose, tutto era troppo doloroso in quel momento.

Marco Mengoni & Mahmood - Shades of the MoonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora