Ultimo giorno di scuola, finalmente. Sono esattamente all'ultima ora. Il professore ci ha dato un foglio con sopra una sola domanda.
"Quali sono i tuoi progetti per quest'estate?"
Sbuffo, prendendo una penna dal mio astuccio. Ci sta solo una parola che riassumerebbe i miei progetti per l'estate. L'unico hobby in cui sarei davvero brava.
Uccidere.
Ma non posso scriverlo, o papà mi ammazzerebbe.
-Mai mostrare la tua vera natura, Celia- mi aveva detto nella mia mente un giorno. -Gli uomini sono molto razionali. Come lo era tua madre.
Sbuffo un'altra volta, tentando di trattenermi dallo scrivere che quest'anno avrei fatto una strage di vittime. Così sparo la prima cavolata che mi viene in mente.
"Resterò qui con mio padre e poi partiremo per l'estero" dico, anche se in parte era vero.
Scrivo altre cavolate come che all'estero andrò al mare e rivedrò gli amici che non ho.
Non appena ho consegnato, la campanella finalmente suona. Mi alzo, prendo il mio zaino, ed esco dall'aula, dirigendomi verso il mio armadietto. Non appena lo apro, qualcuno me lo richiude, schiacciandomi le dita. Ritiro la mano subito, ritrovandomi Brady con un sorriso da coglione.
Come al solito.
Mi spintona verso gli armadietti facendomi sbattere la testa. Ma non provo dolore. Ci sono cose peggiori di una botta.
-Troia, levati di mezzo- dice Brady mollandomi uno schiaffo. Non rispondo, anzi. Studio bene il suo volto -come se già non l'avessi fatto durante tutto quest'anno.
Capelli scuri, occhi castani leggermente a mandorla.
Penso che lui possa darmi il via alla mia estate.
Brady se ne va, e io riapro l'armadietto. Prendo le ultime cose e mi dirigo verso casa, a progettare la mia vendetta verso quel bullo che mi ha dato fastidio tutto l'anno.
Vado al Rosswood park, e mi addentro nel bosco che via via si fa più fitto. Dopodiché lascio lo zaino a terra e assumo la mia forma preferita.
Divento molto più alta. I ricci che tengo in due codini alti crescono sempre di più fino ad arrivarmi ai fianchi. I denti diventano affilati.
Sento un leggero dolore alla schiena, e mi spuntano i miei amati tentacoli. Gli occhi diventano due pozze scure.
-Tu non meriti di essere mia figlia, demone- mi aveva detto mia madre prima che la uccidessi.
Non ero un demone.
Sono una Slender.
Esatto. Slenderman è mio padre.
Come faccio ad avere la faccia, vi chiederete. Mio padre si innamorò di mia madre, che era una comune umana, e da lì sono nata io. Lei mi ha sempre rifiutato perché mi riteneva un demone.
È stata la mia prima vittima, e ho amato ucciderla.
Sento un formicolio provenire nella mia testa, e mi giro, vedendo mio padre. Sorrido.
-Salve, padre- dico. Lui si avvicina, col suo passo silenzioso.
Credo che stesse aspettando che facessi qualcosa. Ma non posso capirlo. Non ha la faccia. E la sua mente è un abisso oscuro fatto di odio e rancore.
Mi chino prendendo il mio zaino. -Tra poco raggiungo Toby, Masky e Hoodie, padre. C'è qualche compito in particolare che dovremo svolgere?
"Eliminalo" mi dice soltanto. Poi sparisce tra gli alberi alti.
Mi dirigo verso il covo dove mi ritrovo con gli altri due Proxy. Ma non li trovo. Anzi, vedo sul tavolo al centro del covo un biglietto ripiegato. Poso lo zaino, e apro quel fogliettino.
"Cara Celia,
Stiamo in giro ad ammazzare gente.
Comportati bene, e chiamaci se ti serve aiuto.
T, M&H xx"
Butto il foglio in un cestino e guardo fuori dalla finestra. Sta per fare buio. Faccio un altro sorriso sadico, e mi dirigo verso l'uscita, pronta più che mai ad attaccare la mia prima vittima di questa estate. Esco dal covo, esco da Rosswood, e mi dirigo verso la casa di Brady.
Vedo che davanti al cancello di casa sua ci sta una telecamera di sicurezza. Uso i miei poteri da Slender per creare delle interferenze, e mi arrampico grazie anche ai tentacoli. Mi metto sotto la sua finestra e aspetto. Intanto la voce di mio padre rieccheggia nella mia mente.
"Eliminalo. Eliminalo, che aspetti?"
Vedo che si affaccia, con aria assonnata. Mi vede, e la sua faccia diventa un misto tra paura e terrore. Gli sorrido sadicamente e mi avvicino. Lui chiude le tende. Probabilmente penserà che sia un sogno.
"Un sogno da cui non ti risveglierai mai" penso.
Mi arrampico fino alla sua finestra ed entro. Lui caccia un urlo, puntandomi una pistola.
-I-indietro, mostro!- urla lui impaurito. Rido, togliendogli l'arma con uno dei miei tentacoli, e gliela rompo.
Mi avvicino e con un altro tentacolo, gli avvolgo il collo, stringendolo. Vedo che si dimena, io intanto continuo a ridere. Non appena sento l'osso del suo collo rompersi, infilzo un altro tentacolo nella sua pancia e lo estraggo, vedendo che si è sporcato di sangue -ovviamente. Avvicino il tentacolo a uno dei quattro muri della sua stanza, e disegno il simbolo dell'Operatore e con sotto una frase molto semplice.
"Se tu fuggi, noi ti troviamo. Sempre"
Non appena finisco di scriverlo, risento di nuovo un formicolio nella testa. È mio padre.
"Nuovo Proxy. Vieni subito".BAZINGAAA(?)
Ciao a tutti👋🏾 mi ero resa conto che questa era una storia senza uno spazio autrice, quindi eccomi qui a scriverlo hahahaha
Anyway... Leggete sia questa creepy che quella di Lilith (Death Angel) perché... A new story is coming😏
Lasciate pure un commento o vi mando un Metalupo sotto casa muahahaha
Vado a guardare Sherlock va🙌🏼
-Celia