21. San Paolo

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Sabrina aveva capito subito che Luca lì aveva poco a che fare, e d'altronde anche lei era riuscita a entrare solo grazie a un amico che lavorava alla reception.

Le saune gay in Brasile sono frequentate da uomini omosessuali e da rent boys, giovani prostituti spesso eterosessuali. Le ragazze, transessuali o donne per nascita che siano, non sono ammesse.

«Ma quella non è proprio una sauna gay. É una versione soft, così puoi venirci anche tu» gli aveva detto Tiago, «non succede quasi niente fuori dalle stanze a pagamento, e qualche trans di quando in quando riesce a intrufolarsi, e allora è un gran casino, perché i rent boys, imbottiti di Viagra ed eccitanti vari, perdono la testa, smettono di lavorare e sperperano tutto il denaro guadagnato per passare qualche ora nelle stanze in affitto con loro, con grande rabbia dei gay che si vedono portare via il piatto sotto gli occhi. Avrai di che divertirti.»

A Sabrina era bastata un'occhiata per capire che Luca non era né gay e né rent boy. Questi infatti stavano nudi, perlopiù sotto le docce o a bordo piscina, mettendo se stessi e il loro membro bene in mostra.

Luca invece era seduto in un angolo, l'asciugamano annodato in vita. Cercava di assumere una postura rilassata, ma era tradito dall'espressione accigliata e dalla mano che continuava a passare su mento e capelli.

Sabrina si accomodò accanto a lui, così vicina che quasi lo sfiorava. Aspettò per qualche minuto una reazione di Luca, ma lui non si muoveva; continuava a guardare davanti a sé, con i gomiti appoggiati sulle ginocchia.

Gli stati d'animo si propagano in onde e vibrazioni invisibili agli occhi. Sabrina era convinta che non fosse necessaria alcuna dote particolare per percepirle, che bastasse essere allenati a prestare attenzione. Per lei, che aveva lavorato per anni sui marciapiedi di San Paolo, il nervosismo di Luca era scritto a caratteri cubitali.

La intenerì il modo in cui lui continuò a guardare dritto davanti a sé quando lei, spavalda, iniziò a squadrarlo da capo a piedi da quella posizione così ravvicinata.

Lo sguardo persistente di lei lo metteva in soggezione.

«Nao parece interessado aos homens.»

«Non parlo portoghese.»

«Però hai capito cos'ho detto, sbaglio?»

Luca rivolse finalmente lo sguardo verso Sabrina, e si accorse di quanto fosse bella. Anzi, bellissima. E lei, esperta, sapeva che quello era il momento dell'aggancio.

Lo chiamava così la sua amica e collega Bruna, quel momento in cui un uomo eterosessuale mette da parte tutte le convinzioni, le restrizioni, i preconcetti e le paure riguardo alla propria sessualità e si lascia trasportare da una situazione nuova, disposto a giocarsi un'identità sessuale socialmente accettata per un momento di puro piacere. Sono momenti che durano un istante, possibilità che si aprono solo di uno spiraglio, e se non c'è qualcuno pronto a cogliere l'attimo si richiudono, forse per sempre.

«Sì, ho capito la domanda. E no, non mi piacciono gli uomini» rispose Luca dopo un lungo istante, durante il quale aveva passato in rassegna il viso e il corpo di Sabrina.

I lunghi capelli castani le scivolavano morbidi sulla spalla sinistra e andavano a coprire uno dei due seni rotondi ma non troppo grandi, un capolavoro della chirurgia plastica, mentre lo striminzito bikini luccicante e i sandali dal tacco vertiginoso mettevano in risalto un corpo sottile tutto muscoli e curve. La pelle mulatta splendeva di olio abbronzante.

No, a Luca non piacevano gli uomini, ma degli uomini amava l'audacia.

Se si potesse tornare indietro di un'eternità lunga quanto la storia e cancellare secoli e secoli di repressione machista, forse allora oggigiorno anche le donne saprebbero sfoderare l'audacia che scaturiva dagli occhi di Sabrina, trafiggeva le lenti a contatto blu e risvegliava in Luca una parte di sé a lui stesso ancora sconosciuta.

L'Appartamento di Bond StreetDove le storie prendono vita. Scoprilo ora