✮ ↬ [ chanlix ]

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↬ genere: soft, fluff ;
ship: chanlix ;
richiesta da AriFran34

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Lucciole

; could it shine down here with you?
'cause my love is mine, all mine

Acre, fuggente, protagonista di una corsa spietata, il tempo si era catapultato tra i giorni lenti e trasparenti, e si congedava veloce quasi in un battito di ciglia e qualche battito di cuore.

La notte era fosca e silenziosa, punteggiata da qualche piccola luce qua e là, qualcuna artificiale proveniente dai lampioni e qualcuna estremamente reale intrappolata nella pece della notte, stelle quiete. E nel sadico mormorio silente delle cicale, singhiozzi leggeri si udivano e divenivano sempre più forti nel vuoto.

Un bambino, dai capelli scuri striati di castagne e indomabilmente attorcigliati in ricciolini ribelli, si era rannicchiato ai piedi di una delle grandi luci, fruttate dall'ingegno dell'uomo, e scaldava il proprio petto stringendo ad esso le ginocchia. Il piccolo naso arrossato si sollevava in un singhiozzo ogni volta che tentava di riprendere fiato, e i piccoli occhi sottili e tempestati di emozioni si stringevano lasciando fuggire piccole perle d'acqua, rugiada amara.

Si lasciò andare al suo pianto liberatorio, ora che finalmente era solo con sé stesso, lontano da occhi giudicanti e bocche sempre pronte a prender fiato per sputare cattiverie, per ricordargli che in lui non ci credeva nessuno. Solo con sé stesso, finché non sentì passi lontani divenire sempre più forti, e un lieve tremore lo assalì, accogliendo la paura. Un bambino, piccolo, privo di qualsiasi possibilità di difesa, solo nella notte che sente dei passi lontani, non è abbastanza per avere paura?

I passi, però, non gli sembravano passi ostili, nonostante diffidasse.

Una voce sua coetanea interruppe il flusso dei suoi pensieri, ed incerta sembrava stesse per chiedergli informazioni. Si fermò, però, e le parole si intrecciarono in un semplice «Come ti chiami?».

Il bambino, dunque, ancora rannicchiato, rispose esitante «Bang Chan, tu?».

«Scusami, ma non posso dire il mio nome a un estraneo! Non si parla con gli sconosciuti!» rispose l'altro, corrugando le sopracciglia e stringendo forte a sé il libro che aveva tra le mani.

A quel punto, Chan si sentì turbato «Scusami, sei stato tu a chiedermelo per primo, perché l'hai fatto?».

«L'ho fatto affinché io non fossi uno sconosciuto per te e quindi potessi parlarmi, ho una domanda da farti.»

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