Patrick & Luis

6 1 2
                                    

ATTENZIONE: La storia che state per leggere riprende soprattutto il libro di "American Psycho" di cui il film è comunque una fedele trasposizione.
Lo stile che ho provato ad usare è molto vicino a quello dell'autore che racconta di Patrick Bateman in prima persona, usando lui come voce narrante.
Patrick è razzista, omofobo e misogino, oltre che psicopatico. Tutti gli epiteti scurrili, le parolacce e i termini strani (es. corpoduro) che vedrete qui sono usati perché a usarli è il personaggio, il quale è profondamente sgradevole e violento.


Oggi sono parecchio incazzato.
Ieri sera sono passato al videonoleggio, deserto. Un miracolo, visto che era venerdì. La sezione per adulti era tutta per me.
Avevo fatto la mia scelta con molta cura e l'avevo orientata su un porno esclusivamente lesbo.
"The Babe and the Bitch".
Sembrava perfetto, così l'ho preso.
Insieme a "Omicidio a luci rosse", ovviamente.
Ma la cogliona oltre il bancone, anoressica, maglietta chanelle ma vecchia di tre anni, jeans anonimi due misure più grandi, deve essersi distratta a leggere quante volte avevo già preso "Omicidio a luci rosse" e a dirmelo in faccia, come io non fossi capace di contare. Che cazzo, perché la gente non si fa mai i cazzi suoi?
Alla fine per colpa di quella zoccola ritardata sono tornato col video sbagliato: al posto di "The Babe and the Bitch", avevo la cassetta di "Babe & Bitch".
Con quella "&" senza senso, che sembra una posa d'accoppiamento.
Come temevo, non il porno che volevo, ma uno omosessuale.
E pure "Omicidio a luci rosse" non andava bene, perché qualche idiota deve aver fatto qualcosa al nastro della cassetta che per poco non mi ha distrutto il videoregistratore.
Non che poi non me ne possa permettere uno nuovo, anzi pare che la Sony voglia farne uno placcato in platino in edizione limitata, se è vero me lo prendo subito, ma cazzo, ci manca solo che devo pagare pure la cassetta, che non ho rotto io!
Non voglio più andarci a quel videonoleggio, mai una corpoduro al bancone, c'è sempre un sacco di gente anche nel reparto adulti, e mo mi sbagliano pure i film!
Io faccio reclamo! Li faccio chiudere, cazzo!
Ci sarà qualcuno tra le mie conoscenze che può mettere mano alla cosa!
Comunque, forse faccio pure male a essere arrabbiato. Pensandoci, "Babe & Bitch" si è rivelato al di sopra delle aspettative. L'ho visto per disperazione, preparandomi a vomitare, perché no, io con gli invertiti non voglio averci niente a che fare.
Ma già all'inizio del film, quando ho visto il personaggio di "Bitch" (un ragazzo giovanissimo, pelle candida, capelli biondi ricci e occhi azzurri, tanto effeminato da sembrare una donna di spalle) sistemare dei lunghi coltelli sotto il letto, ho capito che forse non sarebbe stata una visione del tutto sprecata.
Il personaggio di "Babe" era un nero muscolosissimo, con cui però Bitch ha giocato senza problemi all'allegro chirurgo, dando vita a uno scenario di sesso e morte che mai mi sarei aspettato da un film, neanche da quelli che a volte mi faccio passare sottobanco, pagando il doppio. So che vanno di moda adesso, costano molto ma qualcuno me lo sono procurato.
Si vedeva che erano effetti speciali in questo film, ma alla fine erano fatti veramente molto bene.
Forse sono arrabbiato perché mentre guardavo Bitch che baciava Babe e incideva l'ennesimo taglio sulla sua pelle d'ebano, ho avuto un'erezione.
"Hey Patrick!"
Cazzo no! Luis Carruthes in una serata come questa no!
Mi ha beccato all'angolo, per poco non ci siamo scontrati.
"Patrick! Che sorpresa! Passeggiata notturna eh!?"
Lo guardo. Ho fatto di tutto per evitarlo dopo l'incidente del bagno e ora è lì a fissarmi con gli occhi che brillano di pura gioia.
Occhi grandi, come quelli del grazioso Bitch.
Pensandoci, perché far fare l'omicidio al mingherlino della coppia?
"Patrick... Sono felice che possiamo vederci... che siamo soli..."
Io no, vorrei dirglielo ma realizzo una cosa: se continuerò a cercare di evitarlo, è evidente che non lo scoraggerò.
"Senti, c'è un locale qui vicino, un postaccio... Ma lì c'è uno che conosco. Ha colombiana purissima!"
Cocaina, ovviamente.
Non capisco perché parla in codice con me anche qui.
Per sfogarmi ho attraversato New York a piedi fino ad arrivare al Bronks, dove lascio perdere i nomi delle strade, perché tanto non mi serve saperle, posso andarmene quando voglio, mi basta pagare un taxi e via.
"In effetti ancora non mi sono fatto." Dico "Ma suppongo che parli di un locale di invertiti... come te..."
"No! È normale! Solo alla buona! Tanta birra e pochi martini!"
"E in un posto così, va a vendere roba pura?"
"Sembra che lì la polizia non passa mai. Infatti anche Van Patten e Allen vanno lì."
Quando sento il nome di Allen, un brivido mi corre lungo la schiena.
Osservo di nuovo Luis, che all'improvviso mi appare più piccolo di me. Vedo il suo sguardo ancora raggiante, totalmente inconsapevole del film che ho appena visto.
Ho molti coltelli a casa. Non sotto il letto ma quelli li posso mettere lì in qualsiasi momento, volendo posso mettere qualsiasi oggetto tagliente sotto il letto.
Anche se mi disgusta l'idea, se potessi fare qualcosa a Luis...
"Come mai tutti andate lì alle mie spalle?" domando.
Luis scoppia a ridere mentre si sistema il farfallino: "Ma dai Patrick, tu condivideresti con noi il paradiso se lo trovassi?"
Vorrei fargli la battuta che io e lui già condividiamo Courtney, ma temo che non lo prenderebbe tanto di sorpresa. Ora capisco come mai lei viene con me... e comunque lei non è il paradiso.
"Patrick" il tono di Luis si è fatto improvvisamente, sdolcinatamente melodioso "lo so che non è facile, credimi. Anch'io... anch'io devo nascondermi."
Le sue parole sono come un calcio nei testicoli. Dio mio, ancora? Non ha capito nulla!
"Ma, non siamo i soli, sai? Ci sono tanti che sono nascosti come noi."
Un pensiero mi attraversa la mente: Allen? Vorrei chiederglielo, ma sono più concentrato a tenere d'occhio le sue mani, che hanno provato a toccarmi costringendomi a indietreggiare.
Mani che potrebbero essere separate dal corpo con un semplice e netto taglio di ascia.
Prendo un profondo respiro.
"Va bene. Facciamo una punta lì e poi passiamo a casa mia."
Devo sbarazzarmi di lui in qualche modo. Anche il più estremo.
Distolgo lo sguardo quando lo vedo sgranare ancora di più quegli occhi, che gli caverei volentieri sul posto, per la gioia e la sorpresa.
"Oh Patrick... sei meraviglioso!"
Inghiotto la bile che mi è finita in bocca.

Ci servono la roba in un punto riservato della bettola dove Luis mi ha portato quasi saltellando per la gioia.
Lo spacciatore è accompagnato da una corpoduro mora che mi fissa, a cui sussurro di essere con il mio amico solo per la droga, ma Luis rovina tutto quando mi dice "Facciamocela a casa tua!" con un tono da checca spaventoso.
Sul taxi è Luis a dire il mio indirizzo e la cosa mi inquieta moltissimo, il fatto che si ricordi dove abito io.
"Secondo te lo becchiamo a Tom Cruise?" mi chiede sottovoce.
Si ricorda anche questo, che Tom Cruise abita nel mio stesso palazzo.
"Non credo..." non ho voglia di parlargli. Mi sto già pentendo della decisione presa "Comunque, quando arriviamo a casa, vorrei che tu aspettassi un attimo fuori, perché vorrei mettere in ordine un paio di cose."
"Ah non preoccuparti! Ti è venuta a trovare Evelyn?"
"No. Perché lo vuoi sapere?"
"Quando Courtney passa da me, lascia sempre tutto disfatto."
Non immaginavo che Courtney andasse da Luis, non me lo aveva mai detto. Mi aveva detto di vederlo sì, ma in casa di lui?
"Non ci metterò molto." Non voglio pensarci. Voglio pensare a Luis. Alla bella sorpresa che voglio fargli.
Pago io la corsa e lui mi segue al passo come un cane. Mentre aspetta fuori dal mio appartamento, sistemo tutto quello che penso servirà sotto al letto: coltelli, ganci, corde, una busta dell'immondizia molto grande. Rivesto, per sicurezza, il materasso con un telo di plastica prima di rimetterci sopra le lenzuola, che so già che dopo saranno da buttare.
Quando lo faccio entrare ho il fiato corto.
"Scusa ho fatto più in fretta che ho potuto."
"Non importa Patrick." Mi fa lui sorridendo. Lo faccio sedere e vado a preparare dei drink, mentre lui sistema la coca sul tavolino.
Sniffiamo insieme e mandiamo giù un lungo sorso di champagne.
Non ho preso quello migliore, ovviamente, è uno che mi ha spedito giorni fa il padre di Evelyn, non so neanche perché, non ho letto il biglietto allegato.
"Bella eh, Patrick?"
"Fantastica... prima qualità."
"Ci ripasserai?"
"Può essere."
"Se ci ripassi, prendila anche per me, va bene? O comunque digli che ti mando io, ti tratteranno bene."
Sto per fargli la domanda su cosa intenda quando dice che sono in molti a nascondersi, quando noto che ha iniziato a fissare con aria preoccupata la videocassetta appoggiata sul tavolo. Maledizione a me che l'ho scordata!
"Patrick..." mormora chiaramente spaventato "Io... spero che tu non l'abbia vista."
Sono più sorpreso del fatto che l'abbia vista anche lui: "La conosci?"
"Sì! Ed è una delle peggiori in circolazione! Se vuoi vedere come... insomma, come si fa, non è questo l'esempio giusto!"
La prende tenendola distante, come fosse un animale velenoso, e la poggia lontano da noi su uno scaffale, prima di tornare e versarsi altro champagne.
"Non è il tuo genere?"
"C'è già tanta violenza a questo mondo Patrick, lo sai anche tu. Non c'è bisogno che contamini anche il sesso, non trovi?"
La frase mi lascia di stucco.
Fisso Luis in silenzio, sorpreso.
"E comunque i film mostrano solo una parte di come funziona. Sono artifici. Se vuoi saperlo davvero... beh devi esplorare."
Noto che stranamente non c'è un tono allusivo nelle sue parole. Mi sembra quasi preoccupato. Come un padre che cerca di spiegare al figlio cos'è l'AIDS. O almeno credo, visto che io non ho avuto quel tipo di padre.
Il che però mi fa pensare una cosa: "Userò il preservativo. Ma basterà per...?"
"Non sono infetto Patrick! E comunque non è una cosa che prendono solo gli omosessuali, dovresti saperlo! E sì, lo devi usare come lo userò anch'io."
All'improvviso mi rendo conto che sono stato io a portare il discorso in quella direzione e me ne vergogno profondamente.
Luis poggia con delicatezza una mano sul mio viso. Non sento però il corpo prevalso dal disgusto. È tiepida e piacevole. Mi appoggio alla stessa.
"Lo sai che il Personal Trainer che mi avevi consigliato tu mi ha fatto delle avances?" gli dico.
"Oh Patrick, mi dispiace."
"Lo sapevi? Lo hai fatto apposta?"
"Veramente no. Devo dire che ha ottimi gusti e che è stato più bravo di me a capire!"
Quello invece mi fa salire la bile, mi distacco e mando giù due bicchieri di fila.
"Patrick... senti non dobbiamo correre, ok?" di nuovo quel tono quasi paterno "Mi rendo conto che... è difficile. Soprattutto quando ci si scopre così da adulti."
Ecco un'altra frase che mi sorprende.
"Perché tu quando...?"
"Sempre." non mi dà il tempo di finire la domanda "Già da bambino avevo la sensazione che il mio futuro sarebbe stato diverso. Da ragazzo imparai subito quali erano i miei gusti e come tenerli nascosti in bella vista."
"Nascosti in bella vista?"
"Vedi questo?" si indicò il farfallino "Ti sei mai chiesto perché io lo porti?"
"Ti sei sempre voluto distinguere da che..." mi interrompo. Lo fisso dritto negli occhi.
Lui sorride: "E non è il solo codice che esiste, Patrick. Ci sono tante cose. Segnali che solo noi conosciamo. Ma imparerai, Patrick."
Credevo fosse sempre tutto chiaro. Che le persone fossero evidenti come i loro vestiti.
Adesso non posso più credere nemmeno quello. Non posso fidarmi.
"Ovviamente, non tutti usano gli stessi metodi. Non tutti portano il farfallino. C'è chi deve nascondersi bene. Magari ha famiglia, figli..."
"Courtney?"
Luis mi fa una faccia stranissima quasi ammiccante: "La conosci meglio di me Patrick. Non sa di me, ma se anche sapesse non le importa. Anche lei ha avuto gran gusto a scegliere te."
Questa volta mi attacco alla bottiglia. Non posso credere che Luis sappia e che abbia avuto la faccia tosta, in tutto questo tempo, di non dire nulla.
O meglio, capisco perché non l'abbia fatto ma mi fa comunque orrore l'idea.
Oddio, e se Evelyn... ma mi importa qualcosa poi?
"Patrick, vacci piano dai!"
Sento che se non mi ubbriaco non andrò mai fino in fondo, mi sembra tutto così grottesco.
"Quanti..." biascico.
"Cosa?"
"Al lavoro. A Wall Street... quanti invertiti si nascondono!?"
Lui mi guarda sconcertato: "Non lo so mica! Non sono mica il registro vivente dei gay di questa città!"
"Ore e ore" bevo "ore e ore a fare battute e a insultare i finocchi, io te e Van Patten, qualche volta pure McDermott, e tu non hai mai detto nulla!?"
Lui abbassa la testa.
È seduto vicino a me, mi sembra minuscolo e indifeso... indifeso...
"Patrick, fa parte del gioco... dobbiamo difenderci anche per questo. Quale miglior scudo se non fingere..."
Lo sto sbottonando. Lo sto facendo io. Sono pieno di alcool e ho una sniffata di colombiana purissima nel sangue che mi manda su di giri.
Lui mi afferra i polsi.
"Patrick no! Sei ubriaco! Io non..."
"Ubriacati anche tu."
"Patrick..."
"Bevi!"
Gli ficco il collo della bottiglia in bocca e lo costringo a bere. Pensandoci, con la giusta mossa, potrei soffocarlo.
Ma non voglio. Voglio farlo parlare, portarlo a letto e ucciderlo. Lui finisce praticamente tutta la bottiglia quasi in un colpo solo. La butto per terra e non si rompe, magari le facessero tutte così le bottiglie.
"Luis, voglio sapere chi tra noi..."
Le sue labbra si chiudono sulle mie in un bacio al quale non riesco a ribellarmi. E non capisco perché.
Mi stringe a sé e io lo abbraccio.
Sento che il suo corpo è magrissimo. Non fa più palestra?
"Non fai più palestra?"
"Solo per tenermi magro..."
"Vuoi... vuoi fare la donna?"
"Non proprio... ma diciamo che meno muscoli ho, più piaccio a chi li ha.." mi ha infilato una mano sotto la camicia e tocca i miei pettorali.
Pensandoci, ha sempre avuto le mani più curate di me.
Sono morbide e hanno un tocco delicato, piacevole.
"Un uomo sa dove vuole essere toccato un uomo." Mi sussurra.
L'avevo già sentita quella frase. Va molto nella comunità omosessuale.
Non mi muovo. Lo lascio fare, senza capire perché, senza opporre resistenza, senza sentire il disgusto che mi aspettavo.
Al contrario mi sembra che il mio corpo accompagni e acconsenta piacevolmente al tocco delle mani di Luis, che finisce di spogliarmi mentre io finisco con lui.
Lo osservo, nudo. È molto meno bello, molto più effeminato.
"Sei stupendo, Patrick." Mi dice fissandomi incantato.
Certo che lo sono. Lo so benissimo. Ma non glielo dico. Mi limito a lasciare che mi baci di nuovo. Ma quando sento che sta per stendermi, riprendo rapidamente il controllo.
Vorrei che andassimo in camera, ma quando me lo trovo sotto di me sul divano, non ho il coraggio di muovermi.
"Oh Patrick..." mormora estasiato.
So benissimo come si fa. Mi sono capitati, quando ancora non avevo affinato le mie ricerche, dei porno con una donna che si prendeva due uomini e succedeva che questi si scambiassero piaceri prima di averla.
"Il preservativo?"
"Non importa."
"P-Però aspetta..."
All'improvviso, senza sapere perché, voglio solo andare al sodo.
Mi rendo conto che dalla mia posizione, di pura dominanza, non sto dando nulla a Luis.
Era qualcosa a cui non avevo mai pensato: non si sta solo sotto.
Quello è solo uno dei ruoli.
Lo penetro con violenza e lui lancia un urlo effeminato e mi guarda e vedo che è terrorizzato. E la cosa mi accende.
Non ho preso nessun tipo di precauzione, non l'ho fatto neanche lavare, ma non mi importa. Io, Patrick Bateman, sto possedendo Luis Carruthes, lo sto sottomettendo, come ho fatto tante volte con le puttane, con Courtney e con Evelyn, e avrei potuto anche farlo con Allen.
Perché non c'ho pensato prima? Insieme alla morte, l'umiliazione, quel bastardo si sarebbe beccato tutto il mio cazzo piangendo, come ora piange anche Luis, so che gli sto facendo male, ma continuo, in fondo è quello che voleva, no?
"Patrick... Patrick... era da tanto che lo desideravi lo capisco...."
Non capisce nulla. Lo sto tenendo per le spalle, ma sposto le mani sul collo.
Non porto i guanti come quella volta, ma non mi importa, sentirò la carne diventare fredda, sentirò quando gli mancherà il respiro, lo sto prendendo pure da davanti e voglio proprio vedere la sua faccia mentre lo ammazzo.
"Oh Patrick... anch'io ti amo..."
Mi blocco.
All'improvviso sento tutto lo champagne che risale dallo stomaco. Staccarmi da lui è doloroso, sono ancora durissimo ma devo farlo.
"Patrick...?"
Mi alzo ma non ce la faccio, vomito sul tavolino.
"Oddio Patrick stai..."
"NO! NON MI TOCCARE!"
Ho alzato la voce talmente tanto che ha riecheggiato.
Lui si rannicchia sul divano fissandomi spaventato.
"Vattene Luis." Lo guardo torvo, fisso, chiudo i pugni. Sono eccitato ancora, cazzo, perché l'eccitazione non va via?!
"Forse... sì forse abbiamo corso troppo Patrick..." si rinfila i vestiti tremando "Vuoi che ti dia una mano..."
"Voglio che te ne vai e basta!" scandisco le parole cercando di essere più duro possibile.
Lui prova a darmi un bacio prima di andare via ma io lo respingo.
"Chiamami, ok?"
Conosce la strada. Sento la porta che si chiude alle sue spalle. Corro in bagno dove mi appoggio al muro e inizio a masturbarmi. Voglio pensare ad altro, ma mi viene solo in mente lui, con quel sorriso ebete mentre sto per stringere.

"Anch'io ti amo..."

Vengo con un grido soffocato e sento gli occhi pieni di lacrime senza capire perché.
Devo buttare via quel divano.

FINE

Patrick & LuisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora