il cuore

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C'era una volta..
< Noo per piacere, piantala, non se ne può più!> disse una voce che pian piano si avvicinava. Il rumore di passi sull'erba fresca, riecheggiavano nell'aria, man mano che una sagoma si avvicinava.
<Eh? Ma chi sei? Cosa vuoi? E soprattutto che ci fai nella mia stanza?> Chiese la prima narratrice.
<Chi sono non importa, cosa voglio lo scoprirai, e per risponderti all'ultima domanda, non ti montare la testa, sei l'unica da cui potevo irrompere senza che mi venisse staccata la testa- poi con una risata aggiunse - immagini se entravo dall'horror?> Concluse il tizio sconosciuto, il tutto ridendo come se fosse a proprio agio nel fare una cosa che andava contro le regole. Un brivido scorse lungo il corpo della narratrice, nel sentire nominare la parola horror.

<Senti continuo a non capirci nulla, puoi spiegarmi chi sei e cosa ci fai qui?> Continuò a chiedere la narratrice in tono cortese.
<Dunque sono venuto qui, per rubarti la scena e raccontare una bellissima storia alla nostra cara gente che ci legge> rispose con tono sarcastico il tipo misterioso <quindi principessina, se ti alzi da lì e mi cedi il posto da brava ragazza, io posso finalmente iniziare> continuò.
La ragazza un po' sorpresa da quell' individuo e un spaventata si alzò controvoglia dal prato e mise via il libro che aveva appena aperto; si avvicinò a lui e con aria di sfida nonostante lui fosse molto più alto di lei, lo fissò negli occhi <vediamo mister ''non so cosa sia la galanteria", cos'hai da dire>.

Una cosa tra le mani di lui catturò lo sguardo della ragazza che incuriosita, si avvicinò al ragazzo per sbirciare cosa nascondesse dentro quelle mani dall'apparenza molto grandi e dalle dita affusolate <cosa nascondi lì dentro?> Chiese con una vocina delicata, verso quell' individuo che ormai stava iniziando a infastidirla.
<Sei troppo curiosa principessina, non te l'hanno detto che la curiosità uccise il gatto?> Ribatté lui.
<quale gatto? Ci siamo solo noi due qua dentro> chiese stupita guardandosi intorno < inoltre qui animali non ce ne sono> aggiunse lei con tono superiore.

Il ragazzo scoppiò a ridere e disse < non ti facevo così ignorante, sai è un modo di dire - poi con tono fintamente serio aggiunse- cosa fai tutto il giorno oltre a raccontare le favole?> < Mi sembra ovvio, basta che ti guardi intorno, mi prendo cura di tutte le piante presenti in questa stanza, del prato e di tutti i fiori> rispose lei, ignorando l'insulto che le fece lui.

<Aspetta, tu non esci mai di qui?!> Chiese lui con tono sorpreso e gli occhi già grandi e color cioccolato fondente(se vi piace quello a latte va bene lo stesso, tanto alla luce sono più chiari e al buio sono più scuri, sempre castani rimangono) divennero se possibili ancora più grandi e caldi.
<No, non è permesso uscire dalle stanze> rispose lei tranquillamente ma con un velo di tristezza.

<Pensavo di essere strano io, ma tu non scherzi, comunque spostati e fammi prendere posto> si avvicinò a lei e la spostò di forza < ehi, ma che modi hai, la sai cos'è la gentilezza?> Disse lei Rossa in faccia per aver alzato un po' la voce rispetto al suo solito tono pacato <no, quindi togliti e se vuoi puoi sederti lì e ascoltare la mia di storia> continuò lui di rimando, puntando col dito su di un sasso molto grande alla sua destra.

Il ragazzo si girò di spalle e posizionò l'oggetto che aveva nelle sue mani.
Lei si sporse per vedere meglio cosa fosse.
All'inizio sembrava poco più di un sassolino, ma appena lo poggiò sul prato, l'oggetto iniziò ad ingrandirsi pian piano fino a raggiungere le dimensioni di un armadio.
la ragazza appena capì di cosa si trattasse, rimase a bocca aperta e balbettando aggiunse < ma... ma quello è un c-cuore enorme!> <È un cuore enorme ma di pietra> la corresse lui.

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