Novità. Sorpresa. Cambiamento. Non si potrebbero scegliere delle parole più appropriate, per descrivere ciò che gli abitanti di Storybrooke conoscevano di meno. La vita di ciascuno di loro, per quanto potessero ostinarsi a negarlo, era davvero la più monotona e noiosa di cui si potesse parlare. Si trattava di vivere, come erano ben consapevoli, in una piccolissima e sicuramente poco movimentata città. Le loro azioni si ripetevano, giorno dopo giorno, senza mai subire alcun cambiamento. La mentalità della maggior parte di essi era ottusamente chiusa, rivolta solamente alle necessità primarie che una rispettabile routine richiedeva. Nessuno degli abitanti quindi avrebbe mai potuto solamente immaginare, che la loro vita sarebbe inevitabilmente cambiata per sempre. Si sarebbero accorti presto di come le piccole cose possano rapidamente cambiare, sorprendendosi di come la vita possa essere influenzata dalle novità.
La prima persona a sorprendersi, quella mattina, fu Mary Margaret Blanchard. La donna, come da sempre faceva, si era svegliata presto per pulire e riordinare la casa. Una volta che ebbe finito di spolverare ogni superfice esposta alla polvere, lavato quell'angolo di pavimento che le sembrava meno splendente rispetto ad altri e riordinata la cartella per la scuola, decise di prepararsi una gustosa tazza di latte caldo e biscotti. Si sedette comodamente a tavola, sorseggiando piano dal recipiente in porcellana, ma qualcosa la costrinse a fermarsi. Oltre la finestra che le si prestava davanti, il suo sguardo si dilungò verso qualcosa d'inaspettato. Sull'alta torre dell'orologio che padroneggiava l'intera città, la lancetta dei secondi si mosse. Incredula, si sporse in avanti per osservare meglio. " Che bello ", pensò la donna, che aveva sempre visto quella struttura come qualcosa d'interessante ma allo stesso tempo isolata, abbandonata. Alzò la tazza verso la finestra, quasi come a voler brindare, " almeno una di noi due è stata presa in considerazione ".
Seduta sulla sua morbida ed elegante poltrona in pelle, la signora Mills non si era ancora accorta di ciò. China verso il libro di fiabe che la sera precedente aveva preso dalla camera del figlio adottivo, sfogliò febbrilmente le pagine. Si fermò poi di fronte ad un disegno assai particolare: vi era raffigurata una bellissima spada che si dirigeva in aria verso il corpo di una donna. Di lei non si capiva molto, a parte forse il suo elaborato abito di colore nero e il fatto che fosse circondata da persone. Girò la pagina, volendo continuare a sapere ciò che il ragazzino aveva letto, ma si accorse del fatto che molti fogli erano stati strappati. Si alzò dalla poltrona, decisa a voler approfondire la faccenda e si diresse nella camera in cui lo aveva preso. Henry era in piedi di fronte ad uno specchio, intento ad aggiustarsi il cravattino che apparteneva alla divisa della sua scuola. << Nel libro mancano delle pagine, dove sono finite? >> chiese. << Quello è un vecchio libro, che te ne importa? >> il bambino si voltò e si diresse verso lo zaino accostato alla parete, ma lei lo fermò prendendogli un braccio. << Mi importa perché pensi che io sia la regina cattiva! >> esclamò, costringendolo a guardarla. << Questo mi ferisce, Henry, sono tua madre >> gli carezzò il mento, ma lui rimase restio nei suoi confronti. << No, non lo sei! >> protestò, raccogliendo un libro di studio dal letto e inserendolo nello zaino. << E allora chi lo sarebbe, la donna che ti ha portato qui? Lei e questo libro ti confondono, ma ormai non sono più un problema >>. Henry fece un leggero sorriso, pensando invece il contrario. << Che c'è? >> domandò. Un suono improvviso la fece voltare improvvisamente verso la finestra della camera: il suono apparteneva alle campane della torre dell'orologio.
Appena al di sotto della torre, il sindaco Mills alzò lo sguardo verso le lunghe lancette in movimento.<< Heeey, chi l'avrebbe detto, quelle molle arrugginite hanno deciso di darsi da fare! >> dietro di lei, Archie l'analista osservava il tutto a bocca aperta, sempre mantenendo al guinzaglio quel suo cane dalmata. Si voltò verso di lui, seccata da tale entusiasmo, ma poi fu attratta da qualcosa di altrettanto inaspettato e allungò lo sguardo un po' più indietro dell'uomo. Parcheggiato di fianco ad un marciapiede, vi era il Maggiolino giallo di Emma Swan. << Infatti, chi l'avrebbe detto >>.