24 - L' incubo è finito

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Ora...

CIRO

Pietro fa qualche passo, ma lo fermo nell' istante in cui noto degli uomini schierarsi accanto a Viola, pronti a proteggerla. Questa azione ci ha colti di sprovvista, ma non ne sono molto sorpreso a dire la verità. Tony avrà sicuramente ordinato di proteggerla. Il problema adesso è come liberarci di tutti loro, di questo passo non potremmo nemmeno entrare per poter salvare Penelope e mio padre.

Guardo intorno a me e la situazione è che ci sono uomini dappertutto, in ogni angolo. Sposto lo sguardo su Viola. La osservo compiaciuta di vederci in difficoltà. In fondo sapeva che cosa ci avrebbe aspettato, per questo è così tranquilla.

«Ora, come pensate di cavarvela? Siete solo in cinque» commenta, avanzando di qualche passo affiancata a due uomini. Ha ragione siamo in cinque, è stato un errore non portare i nostri uomini.

«Ascolta Viola, l' unica cosa che vogliamo sono le due persone che avete in ostaggio» avanza Taylor, determinata.

«Si, lo so. Ma questo è un problema che dovrete risolvere da soli» dice, per poi farsi spazio e andarsene via lasciandoci insieme a tutti loro.

«Ci mancava solo questo» commenta Edoardo, con la pistola pronta ad usarla.

Scambio un'occhiata con mio fratello e con un cenno di consenso, iniziamo a sparare più uomini possibili, mettendoci a riparo dai loro contraccolpi. Ezio ne spara a tre o quattro, ma più cerchiamo di eliminarli più aumentano. Mi scorgo di poco e sparo anch'io a due, Edoardo a tre, Taylor invece è occupata con il cellulare. Dice qualcosa a Ezio ma non capisco nulla a causa dei rumori degli spari.

«Coprimi le spalle» urla Taylor ad Ezio, cercando di ritornare in macchina.

«Sono troppi Ciro, che facciamo» mi chiede Edoardo e non so che cosa inventarmi.

La mia attenzione viene subito catturata dal lamento di dolore di Pietro e mi precipito verso di lui. Si sta tamponando con la mano la ferita sulla gamba.

«Tu ed Edoardo dovete farcela da soli, io starò qui» dice, con poca voce a causa del male che sente.

«Non posso lasciarti qui da solo» dico, prendendo dal suo braccio una bandana e avvolgendola intorno alla ferita.

«Devi, non posso camminare in questo stato. Rimarrò con Taylor ed Ezio, trova un modo per entrare Ciro».

Abbandonare mio fratello qui è una cosa che non posso fare. Lo uccideranno se resta qui; continua a ripetere di lasciarlo e andare via con Edoardo a cercare papà. Prima di andare via lo abbraccio e poi lo lascio solo con Ezio che si è avvicinato a noi. Prendo con me Edoardo e insieme cerchiamo una scorciatoia.

«Guarda là, c'è una scala. Se riusciamo ad arrivarci possiamo raggiungerla ed entrare da lì» propone Edoardo e acconsento.

Ci incamminiamo alla nostra destra, senza farci scoprire, in mezzo a delle piante secche che ci coprono. Sparo a uno di loro e proseguiamo per la nostra strada.

Una volta arrivati davanti alla scala e riuscendo a seminare gli altri, saliamo su, sempre attenti e pronti ad attaccare. All'interno il corridoio è poco illuminato, e dai muri - di un verde militare - scivolano gocce a causa dell' umidità. Se si osserva bene, questo posto è molto vecchio e sui muri si presentano delle crepe. Basta un terremoto per farlo cadere giù.

Non c'è nessuno qui, quindi andiamo avanti a cercare Penelope e papà. Apriamo tutte le porte e in nessuna di queste stanze di loro due non c'è traccia. Proseguiamo diritto trovandoci alla nostra sinistra altre scale che portano al piano superiore.

DINASTIE || Ciro Ricci Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora