Il mattino seguente qualcuno ebbe persino il coraggio di parlargli. Nessuno si sorprenderebbe se quel qualcuno fosse stato Charlie, tuttavia, quando Angel scese a fare colazione, lei era già uscita. Angel non aveva domandato dov'era né perchè.
Husk non si era lasciato scoraggiare dalle profonde occhiaie e dall'espressione che non ispirava affatto la conversazione. <Troppa baldoria ieri sera?> grugnì ostentando una cieca indifferenza. Stava strofinando distrattamente un bicchiere, quando si voltò, Angel gli scoccò un'occhiataccia e Husk si sentì uno stupido. "Perfetto, non c'era modo peggiore di iniziare una chiacchierata" si biasimò il micio. Cosa voleva fare? Tirarlo su di morale? Lui, che teneva il broncio da quando ne aveva memoria? <Mi sono divertito un mondo> rispose Angel stringendosi il petto con le mani, <Peccato non ci fossi anche tu, papi> si sforzò di gemere Angel. Husk levò gli occhi al cielo e brontolò qualcosa tornando ai suoi bicchieri. La maschera stucchevole di Anthony si sgretolò e su di lui ricadde la stanchezza e i postumi della nottata.
Nella hall si udiva solo Niffty guizzare da un punto all'altro in preda a una crisi isterica (certo, più del solito) a causa dello sporco residuo. Angel stette ancora per qualche minuto seduto in silenzio al bancone, fissando assorto il fondino di whisky nel bicchiere.
Per il resto fu una mattinata alquanto noiosa. <C'è da pulire la hall> aveva ordinato Vaggie, <So che per voi è chiedere troppo, ma cerchiamo di finire prima che torni Charlie, speriamo con delle buone notizie>. Angel era troppo silenzioso per passare inosservato, tuttavia se Husk provava a rivolgergli la parola, lui non perdeva occasione per flirtare, finendo per far allontanare il barista con qualche borbottio. Anthony si portava dentro il peso della responsabilità: era l'unico a conoscienza delle intenzioni dei Vees, perciò sapeva di dover fare qualcosa, ma questo significava opporsi a Valentino e solo all'idea il respiro gli si bloccava in gola e cominciava a tremare. Anche se tecnicamente era un ospite dell'hotel, e quindi non gli spettavano le pulizie, Angel decise comunque di dare una mano. Spazzava la moquet con aria assente e corrucciata. <Dannati! Acclamate l'ultimisssima invenzione di Sssir Pentious> il cobra aveva spalancato trionfalmente il cappuccio e ora strisciava allegro spingendo una strana aspirapolvere in ottone che cigolava. Tutti lo guardarono dirigersi verso il centro della hall per poi avvicinarsi scettici, <Non c'è cosssa grande o piccola che il mio assspiratutto non posssa risssucchiare>. Angel si appoggiò alla scopa e inarcò un sopracciglio con un mezzo sorriso, le battute sarebbero state scontate. <Inoltre non ha bisssogno di esssere sssvuotato> continuò il serpente battendo fieramente una zampa sul marchingegno, <Perchè disssintegra immediatamente tutto quello che passsa attraverssso questo tubo> disse sollevandolo per mostrarlo agli altri. <Occhio a non infilarci il cazzo allora>;
<Come ssscusa?!?>;
<Angel!> Vaggie si battè un palmo sulla fronte, <Va bene Pencious, proviamola>. All'inizio sembrava andare tutto per il verso giusto: in poco tempo, dai calcinacci più grossi al più sottile granello di polvere, tutto venne risucchiato e disintegrato sotto lo sguardo mordace di Niffty. Poi, inspiegabilmente, il "ciuccia-pompa" (come lo aveva amorevolmente soprannominato Angel), aveva cominciato a dare di matto. <Fat nuggets!> gridò disperato Anthony che con la coda di tutti gli occhietti aveva scorto il maialino infernale correre attraverso la hall inseguendo la sua pallina. A quanto pare, per il "ciuccia-pompa", Fat nuggets aveva le dimensioni di un grosso pezzo di intonaco caduto dal soffitto e così aveva preso a inseguirlo ostinatamente. Il maialino correva quanto più veloce le sue zampette gli permettevano, emettendo gridolini acuti e prolungati. Dietro, il cofano di lucido di ottone rombava rabbiosamente e Vaggie, Angel e tutti gli altri scapicollavano appresso il marchingegno per farlo smettere. <Quella tua stupida macchiana stava per risucchiare Fat nuggets!> gridò Angel tirando a sé il porcellino con tutte e quattro le braccia per strapparlo alle grinfie del tubo. <E' sssensssibile, non fai altro che insssultarla da quando ve l'ho presssentata> ribatté Pencious trattenendo il "ciuccia-pompa", mentre gli altri cercavano di spegnerlo.
All'improvviso un ronzio, una vibrazione lontana. Fremeva, si agitava impazzita come un motore che ruota a vuoto. Angel tese i sensi da ragno. Lentamente si avvicinava. Angel si voltò perplesso verso l'ingresso, sapeva di essere l'unico a percepirla in quella baraonda. Poi un boato, uno scoppio e il portone della hall si spalancò di colpo. Per lo spavento Angel allentò la presa su Fat nuggets, solo per un attimo, ma quando ritornò in sé, il porcellino stava già sparendo nel condotto dell'aspiratutto. NO! avrebbe voluto urlare, ma la sua voce si strozzò in un nodo che gli stringeva la gola. Anthony protese un braccio verso la macchina, ancora sperava di poter rivedere l'animaletto emergere dall'oscurità. Invece l'unica cosa che vide fu il proprio riflesso sul metallo lucido. Rimasero tutti in silenzio, l'unico rumore era il fischio e il rombo dell'aspiratutto. Sulla soglia si era addensato un fumo nero, tanto compatto da sembrare catrame. Si modellò, prese una forma alta e snella. Alastor.
Angel mandò giù a fatica un groppo alla gola, <Aahh chi se ne frega!> gracchiò. Si sentiva gli occhi di tutti addosso. <Era solo uno stupido maiale> la sua voce tremò minacciata dalle lacrime, allora imboccò le scale dove si sentì libero di lasciar andare le prime silenziose lacrime.
<A dir poco patetico> commentò radiosamente il signore supremo, poi tornò a guardare gli altri, <Vi lascio soli una settimana e questo è il risultato!> sollevò una mano a indicare i tendaggi strappati e i buchi nel muro. <Alastor!!> ringhiò Vaggie. Il signore supremo sbatté pacatamente le palpebre rivolgendole uno sguardo inscalfibile, <Si?>;
<Qui le cose vanno allo sbando e tu sparisci per una settimana?!?> aggiunse lei continuando ad urlare. <Mmmhhh> un mugolio acuto, Alastor avanzò nella hall guardandosi attorno. <Lo vedo!>; <Sappi che tutto questo è merito tuo> rincarò Vaggie <Vox continua a spalare merda su questo posto con ogni suo mezzo, Mimzy si è fermata per una notte e siamo stati attaccati di nuovo; e per chiudere in bellezza: ieri Cherri ha voluto invitare "qualche amico" e questo posto è diventato un cazzo di rave!>. Alastor la oltrepassò con nonchalance, <Non vedo come le amicizie del nostro divo della televisione possano riguardarmi>, Vaggie sbuffò esausta. Alastor si fermò davanti alla tv della hall. Stava trasmettendo un servizio del suo rivale.
<La prima notizia riguarda un relitto del passato
Che è stato visto zompettare in città
Dopo 7 anni di assenza,
A qualcuno è mancato?
Qualcuno lo ha notato?
Ne parleremo piu tardi...><E' Vox, ancora...> sospirò Vaggie che intanto aveva raggiunto il signore supremo. <Questo lo vedo> sibilò Alastor fra i denti, fissando lo schermo. Un brivido corse velocemente sui nervi di Vaggie, come un fulmine che si districa in un cielo tempestoso. Lo guardò inqueta. <Molto bene!> esordì vivace il signore supremo. Allargò il suo sorriso aggiustandosi il papillon, <E' arrivato il momento di riprendere le trasmissioni> annunciò incamminandosi verso la torre radio dell'hotel, <Per far vedere a quello stronzo chi comanda>. Di nuovo, il tono del signore supremo, le lasciò addosso un orribile sensazione.
Alastor si fermò sulla soglia del corridoio e con la coda dell'occhio fulminò, letteralmente, il "ciucciapompa" che ancora ronzava.
STAI LEGGENDO
The Vees' Hotel-Giochi di potere, an Hazbin Hotel fanfiction.
FanfictionI Vees tornano a rompere le scatole nella selvaggia competizione che regna a Pentagram city. Sia Anthony che Alastor sono collegati in qualche modo alle tre V che la fanno da padroni all'inferno, ma una serie di vicende e di equivoci li costringerà...