*età 5 anni*
Rivedo la mia casa, piccola è accogliente l'aroma di pino ed erbe aromatiche invade tutta casa, sono al piano di sopra a giocare con la mia bambola di pezza preferita che la mamma aveva fatto a mia immagine e somiglianza, addirittura avevamo il vestito uguale, sono nella mia cameretta poco spaziosa ma molto accogliente e colorata, piena di giochi di legno sul pavimento è con un letto a baldacchino costruito da mio padre come la maggior parte dei mobili della casa.
Non riesco più a ricordare le loro voci, sono svanite e per quanto io mi sforzi non mi ritornano in mente.
Sentí dei rumori strani che mi accesero un campanello d'allarme insolito, a passi veloci e silenziosi con i piedi scalzi scesi le scale che scricchiolavano, ma appena giunta alla porta della cucina mi bloccai, un urlo buio mi uscì dal cuore e lacrime disperate uscirono dai miei occhi.
Mamma, papà... erano lì stesi sul pavimento intriso del loro sangue scarlatto, scattai verso la mamma sporcandomi tutto il vestito bianco, quel vestito che mi aveva cucito con tanto amore.
Lei, così bella e solare,era immobile enon respirava, come papà, sul suo viso un ombra di paura si intravedeva, perun attimo nella mia mente il sangue sparì e pensai che stesse solo dormendo e che fosse solo un brutto sogno, ma purtroppo non era così lo sapevo, l'avevo già visto per le strade del nostro piccolo paesino le persone morivano e voleva dire che non si sarebbero più svegliati mai più.
Il sangue ricomparse.
Gli toccai piano la guancia sussurrando un mamma che usci strozzato e pieno d'orrore, la mia mamma era sempre stata bellissima, i lunghi capelli neri che ora erano sparsi sul pavimento che assumevano delle note di rosso acceso,
E gli occhi semiaperti quasi color ghiaccio, avevano adesso un'ombra opaca che li ricopriva facendogli perdere la loro vita.
La mamma diceva sempre che ero uguale a lei ma avevo preso da papà la tenacia e la testardaggine, per loro ero il mix perfetto.
Mentre la mia mente viaggiava io rimanevo lì inginocchiata vicino ai loro corpi inermi, li chiamavo mentre piangevo, tante domande mi apparivano in testa, domande a cui io non sapevo dare risposta, la paura, la disperazione tutte emozioni negative erano ombre nere che ferocemente trascinava il mio cuore nell'abisso più profondo, rivolevo I miei genitori indietro, volevo che la mamma cantante per me la sera, quella melodia inconfondibile con la sua voce da angelo, avrei voluto rivedere quel suo sorriso così dolce e radioso che mi scaldava il cuore e volevo che papà giocasse ancora alla lotta con me, che mi portasse ancora nel bosco a giocare, e nella mia mente non smettevo di chiedermi chi era stato a fare questo? Perché?Le risposte non arrivarono, quel giorno giurai con tutta me stessa che mi sarei vendicata a tutti i costi...
Dopo un po' sentì il rumore della porta, e subito dopo nella mia quasi trance, sentí una mano appoggiarsi dolcemente sulla mia spalla mi girai di scatto e vidi una suora, mi chiesi perché era lì, cosa volesse e se era venuta per salvarmi.
Nel mio cuore aleggiava ancora una piccola fiammella di speranza,
Ma sapevo, loro, non sarebbero mai più tornati.
Allora piansi ancora e ancora incapace di muovermi, incapace di fermare le lacrime.
La suora aspettò con pazienta accarezzandomi la schiena, stando vicino a me finché, non mi prese dolcemente in braccio, sfinita mi abbandonai al suo abbraccio e mi feci trasportare senza porre resistenza.
Quel giorno la bambina solare è dolce che ero morì con I miei genitori e rimase lì sull'ormai freddo pavimento di quella casa ormai vuota solo con i miei bellissimi ricordi a riempirla.