QUALCOSA DI ME E NOTE N.5

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"What the hell did I do? Never been the type to let someone see right through"

"E ho lasciato alcuni pezzi di me dentro le persone sbagliate. Qualcuno ha preso il meglio, qualcuno ha preso il peggio e a volte fa davvero male, così tanto male che non sento nemmeno più quasi dolore"

Margherita tiene nervosamente tra le mani un foglio. Margherita è alla porta di Matteo. Se non per la porta che si apre senza alcun gesto o suono di Margherita probabilmente Matteo non avrebbe mai saputo di quella visita. "Margherita". Matteo è sorpreso. "Io...". Margherita guarda in basso. Fa un breve respiro. "Volevo darti questo". Matteo prende il foglio che Margherita gli porge. Lo guarda in silenzio con il solito sorrisetto stampato sulle labbra. "È stato come se già sapessi che tu fossi qui". Occhi negli occhi. Sorrisi. Sorrisi veri. Sorrisi grandi. Sorrisi d'amore. "Sono felice che tu abbia pensato a ciò che ti avevo detto". Aggiunge dopo qualche istante, giocando con il foglio che ha fra le mani. Che sia anche lui nervoso? "Dove stavi andando?". Margherita cerca di spostare l'attenzione su altro, su altro che non sia lei, su altro che non sia quel foglio o i suoi stupidi pensieri e le sue inutili parole. "Ho allenamento fra mezz'ora, infatti dovrei andare ma ti avverto appena riesco a leggerlo". Matteo la supera. Prosegue indietreggiando in modo da poterla guardare. Si ferma. Ritorna sui suoi passi. Lascia un bacio sulla guancia arrossata di Margherita. "Ci vediamo presto, Margherita". Poi corre via come un bambino che ha appena combinato un guaio più grande di lui. Margherita è alla porta di Matteo. Ma Matteo se ne è appena andato. Margherite sorride. Poggia la schiena al muro alle sue spalle. Si lascia scivolare fino a toccare il pavimento. Testa fra le gambe. Pensieri fra le mani. Margherita non ha nessun piano. Nessun impegno. Margherita non ha nulla che l'attenda. Eppure le sembra di aver sempre e soltanto corso. Allora si ferma. Trattiene il respiro. Chiude gli occhi. Cerca persino di smettere di pensare. Urla. Le parole non dette fuoriescono attraverso un unico suono. Le lascia andare. "Fammi vivere di nuovo, per favore fammi vivere di nuovo". Margherita lo sussurra. Non sapendo a chi si stia rivolgendo. Non cercando una vera risposta. Almeno non da qualcuno. Da qualcosa forse. Tornare a vivere vuol dire poter amare. Poter essere amata. Margherita adesso sa cosa sta accadendo. Lo sa da quando ne ha parlato con Giulia. Sa perché è qui. Margherita si sta innamorando. Per la prima volta. Lo sta facendo davvero, in pochi giorni, in pochi istanti, con poche parole e molti sguardi. Si sta innamorando di Matteo. Matteo dal cuore innocente, dagli occhi sognanti e dal sorriso grande. Matteo inaspettato. Quando la vita non ti ha mostrato nient'altro sennò tutti i suoi aspetti negativi, non puoi credere che un semplice giorno di marzo in un'ordinaria stazione possa regalarti finalmente qualcosa di buono, qualcosa di vero. Eppure è accaduto. A Margherita è accaduto. Mani tremanti che cercano nella tasche del cappotto. Taccuino.

13 marzo 2023
Ho lasciato qualcosa di me. Me ne sono resa conto solamente adesso. Ho lasciato qualcosa di me nelle sue mani, nei suoi occhi, sulle sue labbra. Sono tornata a scrivere. Tornata a scrivere qualcosa di sensato. Ho scritto per lui. Volevo davvero che lo leggesse. Ma adesso provo vergogna e imbarazzo alla sola idea. È questo che rimane delle belle sensazioni? Mi chiedo se anche per l'amore sia così. Del primo bacio rimarrà soltanto il silenzio degli attimi dopo? Come sempre non ho una risposta. Come potrei? Nella mia mente sola confusione. Voci. Voci che si accavallano. Voci che stridono. Voci che stordiscono. Voci che non mi lasciano respirare. Vorrei spegnerle. Così come ho imparato a fare con il mio cuore. Spegnere la mente, spegnere le emozioni vuol dire forse desiderare di morire o voler soltanto smettere di soffrire? Non voglio morire, non adesso. Nonostante la vita non mi abbia dato molto in cui sperare, io non voglio morire. Non voglio morire, non avendo ancora vissuto, non lo sopporterei. Matteo non lo sopporterebbe. Lui è l'unico che ho lasciato entrare. Che ho lasciato entrare dentro di me. Nel mio labirinto. Io non so indicargli l'uscita. Ma lui non ne ha bisogno, sembra conoscerla fin dall'inizio. L'amore è un labirinto, in cui perdersi è semplice come ritrovarsi. L'amore è un labirinto, dove il cuore muove i suoi passi. Il suo non sta fermo un istante, come se avesse fretta, come se avesse paura di perdermi. Il mio non muove nemmeno un passo però. Ascolta il vento. L'odore dell'erba. Sorride. O forse piange. Matteo mi chiama. Vuole che lo segua. Le mie gambe me lo impediscono. Ed è così che rimaniamo distesi sul prato. Rimaniamo nel labirinto. Lui non vuole lasciarmi andare. I miei occhi sul suo viso. I suoi rivolti verso il cielo. Io non vedo altro che lui. Lui riesce a vedere oltre. Vedere oltre me, vedere oltre ciò che lo circonda. Lui riesce a vedere dentro me. Sento di essere completamente nuda davanti a lui. Spogliata dei miei mille travestimenti. Non esiste maschera che possa convincerlo che io non sia quello che vede, quello che sa. Io non vedo niente di buono, niente di cui potersi innamorare. Ma lui vede oltre, lì dove il mio sguardo non può arrivare. Magari lì potrebbe esserci davvero qualcosa, che si nasconde così bene dalla mia vista. Qualcosa che dovrei conoscere. Qualcosa che mi appartiene ma che non sento mia. Come il mio cuore. Forse è lì. È lì che ha visto qualcosa. Dovrei tornare ad ascoltarlo. Non spegnere le emozioni.

Sorrisi||Matteo PessinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora